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    DOPO ERDOGAN, KAIS SAIED: PUR DI EVITARE GLI ARRIVI DI MIGRANTI, L’EUROPA SI CALA LE BRAGHE DAVANTI AI DITTATORELLI - IL 65ENNE PRESIDENTE DELLA TUNISIA SI È IMPOSTO COME AUTOCRATE IN NOME DELLA SALVEZZA NAZIONALE MA NON HA RISOLTO NULLA - QUIRICO: “DOVREBBE ESSERE INSERITO FRA I NEMICI DELLA DEMOCRAZIA INVECE LA POTENTE EUROPA SI UMILIA DAVANTI A LUI, CHE HA SCATENATO LA CACCIA AL MIGRANTE. SAIED È L'ULTIMO DEGLI ARRUFFAPOPOLI CHE USANO I DISPERATI PER I LORO SCOPI DI POTERE - GLI EUROPEI HANNO PAURA DELL'"INVASIONE" E RICOMPENSANO BENE CHI TIENE IN GABBIA I MIGRANTI E NON LI FA PARTIRE. ERDOGAN HA FATTO SCUOLA”


     
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    1 - SAIED IL PROFESSORE POPULISTA CHE HA «SOSPESO» LA DEMOCRAZIA

    Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

     

    Un conservatore rivoluzionario che voleva «ripulire» la democrazia tunisina dalla «corruzione dei partiti». Si è invece imposto come dittatore populista in nome della salvezza nazionale, senza comunque risolvere la crisi economica endemica. Questo è Kais Saied, il 65enne presidente della Tunisia che 12 anni fa si propose al mondo come motore primo delle «primavere arabe».

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    Eletto nel 2019 col 75% dei suffragi, sin dall’inizio Saied lasciò capire che sarebbe stato un leader atipico, in alternativa ai movimenti e personaggi assurti alla guida della politica tunisina dopo la defenestrazione quasi indolore di Zine el-Abedine Ben Ali a febbraio 2011. Giurista e professore di diritto costituzionale all’università di Tunisi, […] Saied riuscì a incantare le folle grazie alla sua fama di incorruttibile e soprattutto con la promessa che avrebbe fatto barriera contro il nepotismo e la corruzione imperante nei circoli legati al potente partito religioso Ennahda dei Fratelli Musulmani.

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    «Sospendo la democrazia, ma sarà solo per un breve periodo. Presto vi presenterò la road map della rinascita», sostenne a luglio 2021 per legittimare ai tunisini la scelta di licenziare il premier in carica e congelare il parlamento. […] Erano molti […] a voler «concedere tempo a Saied per combattere i religiosi». Ma lo scorrere dei mesi vide via via il rafforzamento autoritario e verticistico del ruolo del presidente a scapito del legislativo, del giudiziario e in effetti di tutte le manifestazioni di dissenso da parte della società civile.

     

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    Già a settembre 2021 veniva sospesa la carta costituzionale votata nel 2014 e cinque mesi dopo era sciolto il Consiglio superiore della Magistratura, mossa seguita poco dopo dalla chiusura del parlamento. «Voglio una democrazia senza partiti, che sono all’origine delle nostre difficoltà. La fonte del potere risiede nel popolo», sostenne in sostanza per introdurre il nuovo progetto di riforma costituzionale, da lui stesso emendato, presentandolo a referendum il 27 luglio 2022. Ottenne il 90% delle preferenze, ma alle urne andò solo il 30,5% degli aventi diritto.

     

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    Quattro mesi dopo alle elezioni parlamentari, dove i candidati potevano presentarsi unicamente come singoli senza alcun simbolo di partito, il tasso di partecipazione precipitò ulteriormente al 9%. L’eclissi della democrazia non ha visto peraltro soluzione ai problemi economici che attanagliano il Paese. Da oltre un anno si assiste a sporadiche manifestazioni di protesta nelle piazze. Saied replica additando le responsabilità a mai chiariti «poteri occulti» che tramerebbero ai danni della Tunisia. In febbraio le sue accuse sono state per i migranti africani che sarebbero manovrati per destabilizzare il Nord Africa arabo. […]

    MELONI VON DER LEYEN E RUTTE IN TUNISIA CON KAIS SAIED MELONI VON DER LEYEN E RUTTE IN TUNISIA CON KAIS SAIED

     

    2 - AL TAVOLO COL DITTATORE

    Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa”

     

    Per definire di che stoffa è fatta una politica estera, italiana ed europea, passare in rassegna i nemici non basta. […] Più complicato l'identikit con gli amici, gli alleati, i partner. Perché qui tutto si fa opaco […] Guardiamo […] all'altra sponda del Mediterraneo. Chi sono gli amici? […] L'egiziano al Sisi, meticoloso collezionista di oppositori in galera e non solo, reincarnazione antropologica del pensionato Mubarak […] La consolidata gang petrolifera algerina, di pretoriani e affaristi. Poi ci sono i libici: qui ancora stentiamo a trovare l'amico con la a maiuscola, il Gheddafi bis che ci garantisca petrolio e non migranti. E poi c'è lui, Kais Saied, il tunisino […] A lui si rivolgono promesse di amicizia e sostegno in una prosa sempre più prensile: "insostituibile alleato", […] guida di un Paese in difficoltà ma che non può fallire se non al prezzo di reciproche e collettive catastrofi […]

    giorgia meloni con il presidente della tunisia kais saied 2 giorgia meloni con il presidente della tunisia kais saied 2

     

    Una segatura di moine, complimenti, preoccupazioni affettuose a cui abbiamo convertito, da Roma, perfino quegli scetticoni di Bruxelles. E lo definiamo un trionfo diplomatico.

    Già Saied: personaggio incandescente […] politico insofferente alla rivoluzione del pluralismo a vantaggio della vecchia solfa della gestione solitaria del potere […] Dovremmo fiutare subito le promesse olfattive dell'aspirante tiranno populista. Spigolando sulla disperazione di un Paese in miseria e saccheggiato da una classe politica corrotta […]

    ANTONIO TAJANI KAIS SAIED ANTONIO TAJANI KAIS SAIED

     

    Allora, a guardar bene Saied, dovremmo, noi europei, insaccarlo sveltamente e senza esitazioni nell'elenco dei nemici, da isolare e soffocare: nemici della democrazia, del diritto umano […] Appena un girone sotto Putin […] è la natura del potere tirannico in sé e per sé che deve determinare la condanna, non le sue dimensioni. Noi siamo questo: combattiamo i tiranni, "senza se e senza ma". Con le dovute eccezioni. E infatti... eccoci qua in delegazione, a scrutare speranzosi l'aggrottar di ciglia del micro raiss […] a lusingarlo […] a riempirgli le saccocce di euro; deprecando, addirittura, la mancanza di "sensibilità" del Fondo monetario che gli vorrebbe imporre condizioni e vincoli, […]

     

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    La domanda è paradossale: siamo noi occidentali che ricattiamo virtuosamente Saied o è il contrario? La risposta: la Migrazione è un brutto affare, ma incrementa gli affari, soprattutto quelli politici. La potente Europa, a causa dell'ossessione migranti, si umilia, fa anticamera davanti a chi […] ha scatenato in Tunisia la caccia al migrante […] Saied è l'ultimo degli arruffapopoli che usano i migranti per i loro scopi di potere. Quegli africani succhiati dalla fatica del viaggio a cui si aggiungono i tunisini che non vedono l'ora di fuggire dal suo dispotico e pezzente paradiso […]

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    È manovrandoli come una minaccia umana che Saied sa di poter appianare il deficit che azzoppa il Paese. Gli europei hanno paura dell'"invasione" e ricompensano bene chi li tiene in gabbia, i migranti, non li fa partire […] Erdogan è il maestro, Erdogan ha fatto lezione.

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