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    DOPO “ESPIRITO SANTO”, TOCCA A DEUTSCHE BANK? - LA BANCA TEDESCA FINISCE NEL MIRINO DELLA FED PER I REPORT “IMPRECISI E INAFFIDABILI” - I PROBLEMI RIGUARDANO LE ATTIVITÀ SUI DERIVATI CHE AMMONTANO A SEICENTO MILIARDI, SOLO NEGLI USA


     
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    Nino Sunseri per “Libero Quotidiano

     

    banco espirito santo banco espirito santo

    Il Portogallo salverà il Banco de Espirito Santo. Sarà la prima operazione fatta secondo le nuove regole dettate dall'Unione europea. Verrà fornito un sostegno da 4,4miliardi di euro per evitare il collasso del terzo gruppo bancario del Paese. Una caduta che avrebbe certamente provocato una nuova crisi finanziaria.

     

    L’operazione di salvataggio prevede lo spezzatino della banca: da una parte le attività «tossiche», che finiranno in una bad bank di nuova istituzione; dall’altra gli asset che producono utili, conferiti al Novo Banco.

     

    L’istituto sarà controllato dal Fondo di Risoluzione, alimentato dal sistema bancario portoghese. In base alle nuove norme europee lo Stato non può impiegare soldi dei contribuenti prima che azionisti e obbligazionisti di istituzioni in crisi non abbiano partecipato alla copertura delle perdite. Tra i principali azionisti del Banco figura il Credit Agricole che detiene il 14,6%.

     

    quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte quartier generale di Deutsche Bank a Francoforte

    La decisione del Portogallo incassa il giudizio positivo della Commissione europea che considera «adeguato» l’intervento per scongiurare un effetto sistemico. Da venerdì scorso le azioni Bes sono state sospese alla Borsa di Lisbona dopo un crollo del 75% in appena tre sedute. I problemi del Banco Espirito Santo ripropongono gli interrogativi sulla solidità di tutto il sistema bancario europeo.

     

    In particolare per quanto riguarda la Deutsche Bank su cui si sono accesi i riflettori della Federal Reserve di New York. In una lettera inviata al gruppo tedesco nel dicembre scorso, un alto funzionario della Fed newyorkese descrive i bilanci prodotti da alcune divisioni Usa come «di scarsa qualità, imprecisi e inaffidabili».

     

    ORO NELLA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK ORO NELLA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

    Secondo il Wall Street Journal, la banca tedesca non ha compiuto progressi nella risoluzione dei problemi individuati. Una portavoce di Deutsche Bank ha risposto che l'istituto «sta lavorando diligentemente per rafforzare i controlli», per diventare «i migliori. Stiamo investendo un miliardo di euro e abbiamo incaricato 1.300 persone di focalizzarsi sul tema».

     

    La banca ha anche varato un aumento di capitale da otto miliardi. Ora, però i mercati si interrogano sulla capienza dell’operazione. È forte il dubbio che il buco sia molto più ampio. I rilievi avanzati dalla Fed preoccupano. Si parla di report scadenti, auditing e supervisione inadeguati, sistema tecnologici deboli.

     

    LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK LA FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK

    Per i vigilantes di New York «la dimensione e la portata degli errori suggerisce che l’intera struttura con cui vengono comunicate le attività americane del gruppo necessita di una revisione ampia». I problemi riguardano in particolare le attività sui derivati che ammontano a seicento miliardi, solo negli Usa.

     

    Ma girano anche stime ben superiori: fino a 55 trilioni di euro. Un eventuale buco avrebbe conseguenze devastanti sull’intero sistema finanziario mondiale. Al confronto i problemi nati con Lehman diventerebbero briciole. Basti pensare che Deutsche Bank ha attività per 1.665miliardi di euro. All’incirca quanto il Pil italiano.

     

    DERIVATI DERIVATI

    A questo proposito vale la pena di ricordare che nel 2011 furono proprio i vertici del colosso tedesco a scatenare il panico sul debito italiano. Le vendite di Btp allargarono lo spread con il Bund emisero le basi per la crisi finanziaria da cui derivò la caduta del governo Berlusconi. Ora i problemi riguardano la stessa Deutsche. Gli analisti si aspettavano che la banca annunciasse un forte aumento degli utili nel secondo semestre e invece il profitto si riduce del 29%a238milioni, da confrontare con i 334 milioni dello scorso anno e con gli oltre 500 su cui scommettevano gli analisti.

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