Franca Giansoldati per il Messaggero
PAPA FRANCESCO
Sotto i colpi di maglio della pandemia, le facili rassicurazioni dei leader populisti e il malcontento diffuso tra gli europei, l'istituto della democrazia sta pericolosamente vacillando. Un malessere che riguarda il Vecchio Continente ma pure il resto del mondo. Si tratta di un male impercettibile e carsico, capace di disgregare dall'interno. Il risultato prodotto è la sfiducia e l'allontanamento della gente.
Papa Francesco ieri mattina è arrivato ad Atene - seconda tappa del suo viaggio europeo - e proprio dalla culla del pensiero occidentale ha dato fiato alle sue inquietudini più profonde. Si capisce che è fortemente allarmato quando dice che «si registra un arretramento della democrazia». Non esita a fare uso di parole pesanti davanti alla presidentessa greca Katerina Sakellaropoulou, alle autorità elleniche e agli ambasciatori. «C'è uno scetticismo provocato dalla distanza delle istituzioni, dal timore della perdita di identità, dalla burocrazia».
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IL SOGNO EUROPEO Davanti al palazzo presidenziale si vede bene l'Acropoli che invita ad allargare lo sguardo, a fare memoria di quello che insegnava Aristotele, che l'uomo ha preso coscienza di essere un animale politico e vedere negli altri non dei sudditi ma dei cittadini con i quali organizzare assieme una polis. Il filo del discorso ha così portato all'Unione Europea e al suo sogno di fraternità e di pace.
Il Papa ha citato anche uno dei padri fondatori, Alcide De Gasperi quando in un discorso del 1949 diceva alla folla: «Si parla molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andare avanti vuol dire andare verso la giustizia sociale». La buona politica, per Francesco, si può racchiudere in poche parole che indicano il sentiero da percorrere con l'abbandono della partigianeria e il rafforzamento della partecipazione. «Dal parteggiare, al partecipare».
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Su vari fronti. Tanto per cominciare la lotta climatica, quella alle povertà diffuse, il mercato comune, l'immigrazione, il multilateralismo, la pandemia. Sull'emergenza migratoria. Francesco punta l'indice e rimarca come in questi anni si sia misurata la frattura tra Nord e Sud. Anche la Grecia, come Cipro o l'Italia, è stata lasciata sola a gestire un fenomeno crescente. «Il temporeggiare europeo perdura: la Comunità Europea lacerata da egoismi nazionalistici, anziché essere traino di solidarietà, alcune volte appare bloccata e scoordinata».