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    SOTTO A CHI TECH! - DOPO GOOGLE, MICROSOFT E AMAZON, ANCHE ELON MUSK ENTRA NEL SETTORE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL MILIARDARIO SUDAFRICANO HA LANCIATO "XAI" LA STARTUP PER SFIDARE CHATGPT: "SERVIRÀ A COMPRENDERE LA NATURA DELL'UNIVERSO" - IL TEAM DELL'AZIENDA È COMPOSTO DA 11 PERSONE CHE HANNO LAVORATO IN PASSATO IN GRANDI COMPAGNIE CHE SVILUPPANO AI, TRA CUI IL DIRETTORE DEL "CENTRE FOR AI SAFETY", LO STESSO CHE AVEVA PARAGONATO I RISCHI DERIVANTI DALL’AI A QUELLI LEGATI AD ARMI NUCLEARI…


     
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    Estratto dell'articolo di Pier Luigi Pisa per “la Repubblica”

     

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    A Elon Musk non bastavano Tesla, Space X e Twitter. L’imprenditore, infatti, ha fondato una nuova azienda. Si chiama xAI e ha l’obiettivo di “comprendere la natura dell’universo” attraverso lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Sul sito della nuova creatura si legge che xAI «lavorerà attivamente con Twitter, Tesla e altre compagnie per raggiungere la sua missione». Il team di xAI è guidato proprio da Musk e include undici persone - tutti uomini - che hanno lavorato in passato in grandi compagnie che sviluppano AI: OpenAI, Google Research, Microsoft Research, and DeepMind.

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    Il supervisore di xAI è Dan Hendrycks, che attualmente ricopre il ruolo di direttore del Centre for AI Safety. Quest’ultima è un’associazione non profit di San Francisco che ha pubblicato, recentemente, una breve lettera apocalittica in cui si paragonano i rischi derivanti dall’AI a quelli legati ad armi nucleari e pandemie. E si ipotizza l’estinzione dell’umanità se l’intelligenza artificiale non sarà opportunamente regolamentata.

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    L’azienda con cui Musk lancia la sua sfida a OpenAI, di cui tra l’altro risulta tra i fondatori, arriva in un momento particolarmente delicato per ChatGpt. I suoi utenti, per la prima volta da quando è stata lanciata l’intelligenza artificiale generativa di OpenAI, sono in calo. A giugno scorso - stando ai dati Similarweb - il traffico da mobile e da computer è diminuito del 9,7%. Eppure i suoi server sembrano sempre più affollati. Anche gli abbonati, che in teoria dovrebbero avere una corsia preferenziale, negli ultimi giorni hanno fatto fatica ad accedere. Non l’hanno presa bene.

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    Per la versione “Plus” pagano 20 dollari al mese. In Italia, con le tasse, diventano 24. Può essere un buon motivo per andarsene. Le alternative ormai sono numerose. Molte di queste gratuite. […]

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