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    PRIMA DI PARLARE, PENSA – DOPO IL RITROVAMENTO DEL CORPO DI GIULIA CECCHETTIN E’ PARTITA LA SOLITA GAZZARRA SULLA VIOLENZA FIGLIA DELLA “CULTURA PATRIARCALE”, DELLA “IDEA PRIMITIVA DEL POSSESSO”, FACENDO UN GRAN MISCHIONE IN CUI “IL MASCHIO” E’ COLPEVOLE PER DEFINIZIONE – SI DIMENTICA CHE LA RESPONSABILITA’ PENALE E’ PERSONALE E CHE PER UN UOMO CHE UCCIDE LA SUA COMPAGNA, CE NE SONO MILIONI CHE MAI LO FAREBBERO – IL PRESIDENTE VICARIO DEL TRIBUNALE DI MILANO, FABIO ROIA, LA SPARA: “SO CHE IL CONCETTO È UN PO’ FORTE MA TUTTE LE DONNE CHE DECIDONO DI ROMPERE UNILATERALMENTE UNA RELAZIONE SENZA L’ACCETTAZIONE DELL’ALTRO DEVONO CONSIDERARSI A RISCHIO DI UN’ESCALATION DI VIOLENZA”


     
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    1 - EMMA DANTE: «IL 25 NOVEMBRE SCENDIAMO TUTTI IN PIAZZA SIANO GLI UOMINI A FERMARE QUESTA STRAGE»

    Laura Zangarini per il “Corriere della Sera”

     

    emma dante emma dante

    «Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E dobbiamo scendere tutti in piazza. Donne e uomini. Anzi, soprattutto gli uomini. Sono loro i primi a dover dire una volta per tutte basta alla violenza contro le donne, loro i primi a dover sensibilizzare gli altri uomini, a esortare la fine di questa sanguinosa, infinita Spoon River delle donne».

     

    RITROVATO IL CORPO DI GIULIA CECCHETTIN RITROVATO IL CORPO DI GIULIA CECCHETTIN

    Emma Dante, 56 anni, regista di teatro, lirica e cinema, attrice e autrice […] quasi non trova le parole per commentare la tragica fine di Giulia Cecchettin, 22 anni. […]

     

    Come si spiega questa violenza atroce contro le donne?

    «Le ragioni sono sempre le stesse, la possessività estrema da parte dell’uomo nei confronti della donna. […] C’è una primitiva idea di possesso, di possedere la donna, di dire o con me o morta, non esiste altra possibilità. C’è una furia feroce, una rabbia barbara, qualcosa che sta lì dentro da anni, fin dalla nascita».

     

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    Eppure Turetta è stato dipinto da tutti come un «bravo ragazzo». Il padre, in una intervista al Corriere, aveva assicurato: «Mio figlio non avrebbe mai fatto del male a Giulia, lui la amava infinitamente».

    «Probabilmente nemmeno Giulia ha avuto il sentore di chi veramente fosse la persona che le stava accanto […] Certo che, ora, tutti questi “bravi ragazzi” cominciano a fare paura».

    […] «La violenza contro le donne è una manifestazione di rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, l’imposizione del potere maschile. Un dramma che non è fatto privato ma pubblico; un dramma che investe tutta la comunità e non può essere estirpato se non smantellando quella cultura maschilista e patriarcale ancora presente nel nostro Paese. Per prevenire dobbiamo partire dalla scuola e dalla famiglia, che dovrebbero intervenire educando, da bambini ma ancora di più da adolescenti. Il cambiamento culturale parte da lì». […]

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    Nonostante le nuove norme del Codice Rosso, il nostro è il terzo Paese in Europa per numero assoluto di donne uccise da partner, ex o altri familiari.

    «Penso che bisognerebbe cominciare a punire con maggiore severità reati contro la persona come lo stalking e lo stupro, che altro non sono che l’anticamera del femminicidio. Personalmente considero lo stupro una forma di omicidio […]».

     

    2 - IL PRESIDENTE VICARIO DEL TRIBUNALE DI MILANO: «ANCHE FRA I GIOVANI È RADICATA L’IDEA PATRIARCALE DEL POSSESSO»

    Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”

     

    Fabio Roia è il presidente vicario del Tribunale di Milano ed è un magistrato da sempre molto attento alla violenza di genere.

     

    FABIO ROIA FABIO ROIA

    Dottor Roia, sono anni che parliamo di donne che subiscono violenze. Leggi, convegni, dibattiti, interventi nelle scuole, nelle aziende, nelle istituzioni, manifestazioni, appelli, l’attenzione dei media. Poi arriva la cronaca e sembra sia stato tutto inutile.

    «Eh... lo so. Pensavamo che con il passare del tempo sarebbe svanito il modello dell’uomo legato a generazioni meno giovani, cioè quello tradizionalmente patriarcale, padrone della famiglia e della donna. Pensavamo che quel modello sarebbe svanito e si sarebbero costruite nuove relazioni. E invece permane ed è radicata l’idea del maschio che incentra la relazione sul rapporto padronale di possesso e controllo».

    giulia cecchettin 7 giulia cecchettin 7

     

    Secondo lei perché?

    «Evidentemente in parte gli stessi modelli vengono tramandati in famiglia, soprattutto dai genitori, e quindi si acquisiscono per trasmissione. E poi quel che di positivo può arrivare dalla scuola, dalla comunicazione che adesso è trasformata dai social, non riesce a fare breccia nella mentalità dei giovani».

     

    […] «Nei ragazzi non si riesce a far passare il messaggio del rispetto e della libertà della donna di scegliere la propria vita. A conferma di questo le anticipo un dato significativo della rilevazione annuale del nostro tribunale: quest’anno il 40% dei reati di stalking, maltrattamenti e violenza sessuale è stato commesso da giovani fra i 18 e i 35 anni».

    FABIO ROIA FABIO ROIA

     

    […] «[…] So che il concetto è un po’ forte ma la verità è che tutte le ragazze/donne che decidono di rompere unilateralmente una relazione senza l’accettazione dell’altro devono considerarsi a rischio di un’escalation di violenza».

     

    Cosa manca all’antiviolenza?

    «La condanna sociale nella quotidianità, cioè nel terreno dove germoglia la violenza: con battute sessiste, per esempio. O col ritenere la donna ancora un oggetto, una preda sessuale, nel giustificare l’uomo predatore che ha “esigenze sessuali”». […]

     

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