le iene circoli per orge gay finanziati dal governo 1.
1 - CASO UNAR, SI DIMETTE IL DIRETTORE FRANCESCO SPANO
Il direttore dell'Unar, Francesco Spano, si è dimesso dal suo incarico. Spano, 39 anni, avvocato, è stato convocato nel pomeriggio a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, dopo un servizio de Le iene che ha denunciato un uso improprio dei fondi di palazzo Chigi: nel servizio si accusa l'Unar di aver finanziato un'associazione di persone omosessuali a cui fanno capo circoli nei quali si praticherebbe prostituzione maschile, e il direttore dell'Ufficio di essere socio di questa stessa associazione e dunque, secondo le accuse, in palese conflitto di interesse.
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"Le dimissioni - si apprende da una nota - vogliono essere un segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l'Unar, istituito con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215, in recepimento alla direttiva comunitaria n. 2000/43 CE contro ogni forma di discriminazione... La Presidenza del Consiglio, per quanto non si ravvisino violazioni della procedura prevista e d'accordo con il dott. Spano, disporrà la sospensione in autotutela del Bando di assegnazione oggetto dell'inchiesta giornalistica, per effettuare le ulteriori opportune verifiche. I relativi fondi, comunque, non sono stati ancora erogati".
2 - PALAZZO CHIGI NELLA BUFERA: FINANZIA LA PROSTITUZIONE GAY
Massimo Malpica per “il Giornale”
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Palazzo Chigi finanzia festini e prostituzione gay? Un servizio delle Iene apre spaccati inquietanti sui fondi gestiti dall'Unar, l'ufficio antidiscriminazioni, diretto da Francesco Spano e che fa capo alle Pari opportunità del sottosegretario Maria Elena Boschi. Proprio a Spano la Iena Filippo Roma chiede conto di 55mila euro concessi all'Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale, l'Anddos.
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La soffiata è di una fonte anonima, che rivela alle Iene come molti dei circoli affiliati Anddos sarebbero in realtà centri massaggi con saune e dark room alla ricerca di una mera agevolazione fiscale, e non certo centri di informazione o servizi. E nelle immagini «rubate» dalle Iene all'interno di un paio di circoli romani, in effetti, si vedono avventori fare sesso anche estremo all'interno dei locali, e si sentono distintamente due diversi massaggiatori, dipendenti di circoli affiliati, offrire ai clienti servizi accessori - e sessuali - per un sovrapprezzo. In altre parole, pronti a prostituirsi. Il tutto dentro circoli nei quali l'ingresso è consentito previo tesseramento con l'Anddos.
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A vedere il servizio, insomma, vien da pensare che con i soldi dello Stato si finanzi senza controlli concreti un allegro network del sesso gay diffuso capillarmente in ogni città d'Italia, con l'appendice penalmente più rilevante della prostituzione. E quando la «Iena» Roma approccia il direttore dell'Unar, i cattivi pensieri non svaporano. «Stiamo a quello che ci dichiara lo statuto delle associazioni», spiega difensivo Spano, aggiungendo che l'unica verifica dei requisiti di chi partecipa ai bandi è un controllo «cartaceo e formale su quanto dichiarato».
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Un po' come alzare le mani e ammettere di non sapere se poi chi prende soldi da Palazzo Chigi li spende per il progetto presentato o, invece, per attrezzare dark room sadomaso, glory hole e sale massaggi tra virgolette. Tant'è che ieri Spano - che per le Iene sarebbe pure socio Anddos e quindi in conflitto d'interesse - è corso dalla Boschi a dimettersi. L'Unar comunque distribuisce ben più dei 55mila euro dati all'Anddos: il solo bando per «azioni positive» contro le discriminazioni valeva 990mila euro. Nel merito dei 55mila, l'Anddos rivendica la bontà del progetto.
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«L'abbiamo presentato insieme all'università della Sapienza - spiega la portavoce, Cristina Calzecchi Onesti - e la somma, ancora non erogata, serve a potenziare il nostro Centro ascolto e antiviolenza. Nemmeno un euro di soldi pubblici finanzierà dark room o massaggi: noi per primi in passato abbiamo segnalato alla procura casi di prostituzione tra i nostri affiliati, e siamo attentissimi su droga e minorenni. Certo - conclude - con 200mila soci e un'ottantina di club affiliati non possiamo controllare tutti».
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E certo le «dark room» fioriscono, tra i circoli Anddos come tra quelli del «gigante» Arcigay (del quale anche l'Anddos era una costola). Arcigay, per inciso, è tra i beneficati Unar: Arci, Arcigay e Arcigay Roma nel «solito» bando hanno incassato 170mila euro. La vera beffa, però, è che molti di questi luoghi che tra (poche) iniziative culturali e (molta) trasgressione dovrebbero combattere le discriminazioni, invece la praticano. Nel modo più becero e arcaico: proibendo l'ingresso alle donne.
3 - FRANCESCO SPANO, IL BUROCRATE TUTTO CHIESA E PD TARGATO MELANDRI
GDeF per “il Giornale”
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Classe 1977, maremmano di Orbetello, avvocato e docente universitario, di matrice cattolica e democratica. Francesco Spano fino a ieri era uno sconosciuto professionista della pubblica amministrazione coniugata alla politica. Spano, infatti, è stato collaboratore e capo segreteria dell' ex premier Giuliano Amato quando era ministro dell' Interno.
Durante il secondo governo Prodi fu nominato anche coordinatore della «Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale» dall' allora ministro delle Attività giovanili, Giovanna Melandri. Un binomio che ebbe occasione di riformarsi anche successivamente (suscitando qualche polemica) allorquando Spano fu chiamato dall' esponente democratica a ricoprire il ruolo di segretario generale della Fondazione Maxxi, il museo capitolino di cui Melandri era stata nominata presidente.
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La vera specializzazione di Spano, tuttavia, sono le politiche dell' immigrazione e del multiculturalismo, competenze che gli sono valse docenze universitarie e anche una chiamata all' agenzia antiterrorismo dell' Onu, l'Unicri. Il giurista vanta anche studi teologici e ha collaborato per una decina d'anni con il centro interculturale della diocesi di Orbetello, pubblicando vari articoli su problematiche di «frontiera» per i cattolici come l’accettazione delle differenze anche relativamente all' orientamento sessuale. «Il concetto di diritti umani è una metonimia di sistema che non può prescindere dall' uomo», ha scritto su Facebook.
Il curriculum e la vicinanza al cattolicesimo democratico di rito Pd lo portarono a inizio 2016 alla guida dell' Ufficio antidiscriminazione (Unar). Spano, sempre su Facebook, non ha fatto mistero di essersi schierato per il Sì al referendum costituzionale. Un impegno che non gli è valso la riconferma da parte del sottosegretario Boschi dopo la denuncia delle Iene.
FRANCESCO SPANO NEL SERVIZIO DELLE IENE
4 - FRANCESCO SPANO: «MI HANNO MESSO IN MEZZO QUEL DENARO È ANCORA IN CASSA»
Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”
«Mi sono dimesso, sì, ma guardi che è un atto non dovuto, solo opportuno, per rispetto al lavoro che in quest' anno ho svolto con tanta passione e abnegazione», racconta Francesco Spano, ormai ex direttore dell' Unar, l'Ufficio antidiscriminazioni razziali, ancora un po' trafelato e senza il cappotto arancione visto in tv, appena uscito dall' incontro «che ho chiesto io stesso» con il sottosegretario Boschi.
MARIA ELENA BOSCHI E FRANCESCO SPANO
Più che passione ci vuole cautela nello spendere soldi pubblici, non crede?
«Questa bufera che hanno creato è infondata, mi hanno messo in mezzo. La procedura seguita è trasparente, esiste una graduatoria. Inoltre era il primo bando e quei fondi non sono stati assegnati o spesi, ma tuttora in cassa».
Con quale criterio intendevate distribuirli?
«Il finanziamento viene concesso in base al progetto. E funziona come rimborso spese, dopo altre verifiche. L' associazione Anddos, che peraltro era già iscritta dal 2014 - e io sono arrivato solo nel gennaio del 2016 - si è classificata tra i primi 31 su 297, se non ricordo male. Il suo progetto, in collaborazione anche con l' Università La Sapienza, prevedeva la costituzione di centri di ascolto e supporto antiviolenza omofobica per persone in difficoltà».
FRANCESCO SPANO E LAURA BOLDRINI
Ma lei l' ha visto il filmato delle «Iene», no? Le sembra che il circolo abbia queste alte finalità?
«No, no, infatti appena l' ho saputo sono corso a presentare denuncia al posto di polizia di Palazzo Chigi».
Dicono che lei abbia la tessera di socio del club.
«Non me lo ricordavo. Ho controllato, è vero, ma l' avrò fatta in un altro locale del gruppo, di altro genere, ne hanno tanti».
FRANCESCO SPANO E GIOVANNA MELANDRI