di Michael Pontrelli per Tiscali -
la realta virtuale del sesso
Che la rete fosse il luogo ideale per trovare il proprio partner è cosa nota a tutti da tempo, ma che potesse essere anche il luogo dove celebrare il proprio matrimonio è una novità assoluta. Una sentenza shock della Corte di Cassazione ha affermato la validità delle unioni celebrate online su Skype.
Il primo caso assoluto in Italia è quello di una donna di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, che su Skype ha sposato un uomo pakistano.
L’ufficiale di stato civile del paesino emiliano si era rifiutato di trascrivere l’atto di matrimonio affermando che la modalità di celebrazione era da ritenersi in contrasto con le leggi dell’ordinamento italiano, che prevede la contestuale presenza degli sposi dinanzi a colui che officia il matrimonio.
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La Corte di Cassazione ha però costretto il funzionario pubblico a fare marcia indietro perché il nostro ordinamento prevede anche che i matrimoni validi per ordinamenti stranieri in quanto idonei a rappresentare il consenso dei coniugi in modo consapevole, sono da considerarsi validi anche nel nostro Paese.
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Pertanto dato che la normativa pakistana reputa regolari le unioni celebrate su Skype anche l’Italia deve accettare come validi quello stipulati in questo modo tra i cittadini italiani e quelli del paese asiatico.
La decisione presa dalla Corte di Cassazione è destinata ad avere un forte impatto.
E’ facile prevedere che nei prossimi anni saranno sempre più numerosi i casi di coniugi che si conoscono su Tinder o Meetic, solo per citare le due app più famose di dating, e poi si sposano su Skype senza essersi mai incontrati fisicamente.
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Esagerazioni? Assolutamente no. L’incredibile successo di Pokemon Go ci autorizza a pensare che online ormai ogni follia sia possibile.