Ugo Magri per “la Stampa”
cena fund raising di forza italia silvio berlusconi
Se l’avessero condannato per Ruby, Berlusconi chissà quando avrebbe rimesso piede all’estero. Forse mai più. Per timore di fuga o di altro, il suo passaporto sarebbe rimasto chiuso nel cassetto della Questura a Milano, dove giace ben custodito dal 2 agosto 2013, all’indomani della condanna Mediaset.
L’assoluzione invece cambia tutto: l’ex Cavaliere sarà libero di circolare in Italia e anche all’estero. Non subito, si capisce, ma quando finirà i servizi sociali. Cioè tra 8 mesi. E sempre che il Tribunale di Sorveglianza dia atto a Berlusconi di essersi ben comportato.
Ma su questo ci sono pochi dubbi: l’affidamento in prova procede egregiamente, al punto che Silvio spera di frequentare i vecchietti di Cesano Boscone anche dopo la pena, stavolta in veste di volontario. Per cui a fine marzo 2015 l’ex Cavaliere sarà come lavato in candeggina: l’espiazione della pena principale avrà cancellato pure quelle accessorie, incominciando dall’interdizione di 2 anni dai pubblici uffici.
SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI
Sarà un uomo libero, e potrà ripresentarsi nei consessi internazionali nella sua veste di leader politico. Berlusconi già pregusta il momento in cui stringerà nuovamente la mano ai potenti della Terra, senza il timore di vedersela rifiutare per colpa dei «bunga-bunga». Si precipiterà da Putin, che non vede l’ora di accoglierlo.
E al suo braccio destro in Europa, che è Antonio Tajani, ha confidato l’intenzione di tornare in pianta stabile nei vertici del Ppe, dove Angela Merkel se lo ritroverà davanti. Magari la Cancelliera non farà i salti di gioia. Tuttavia né lei né nessun altro solleverà obiezioni, un po’ perché nei Paesi civili le sentenze si rispettano anche (e forse di più) che in Italia; e poi in quanto l’apporto di Forza Italia fa molto comodo nel duello coi socialisti e con gli euro-scettici.
ghedini longo
La riabilitazione internazionale di Berlusconi non si esaurisce qui. L’uomo molto si attende dalla Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu) che ha sede in Strasburgo. Se le sue aspettative si dimostrassero fondate, potrebbero derivarne conseguenze politicamente clamorose. Compresa la possibilità di ricandidarsi alle elezioni e di reclamare un posto in Parlamento. Tutto dipende se saranno accolti o meno i suoi ricorsi. Che sono due.
Il primo, spiegano fonti bene addentro, fa leva sulla presunta violazione dei diritti della difesa, sul cosiddetto «ne bis in idem» nonché sul divieto di infliggere una doppia sanzione tributaria e penale. L’altro (presentato nel settembre 2013) contesta l’applicazione retroattiva della legge Severino che ha sancito la decadenza di Berlusconi dal Senato e la sua incandidabilità.
SILVIO BERLUSCONI AI SERVIZI SOCIALI A CESANO BOSCONE
Allo staff legale, guidato dall’ex ministro spagnolo Ana Palacio, è giunta un paio di settimane fa notizia che dopo lunghe attese la causa è in corso di fissazione. L’udienza pubblica potrebbe svolgersi entro fine anno e la sentenza seguire in primavera: più o meno quando Berlusconi concluderà i servizi sociali.
Dunque, c’è un’accelerazione. Se, putacaso, il verdetto di Strasburgo fosse a lui favorevole, verrebbe sollevato un «incidente di esecuzione», e la sentenza Mediaset sarebbe annullata (il che spiega come mai gli avvocati Ghedini e Coppi abbiano rinunciato per il momento a presentare a Brescia l’istanza di revisione del processo: la strada europea risolverebbe radicalmente e più in fretta il problema).
Antonio Tajani
Insieme con la condanna, cadrebbe pure il divieto di candidatura fissato dalla legge Severino. In teoria, Berlusconi potrebbe reclamare addirittura indietro il suo seggio in Senato. Ma il presidente Grasso ha già messo le mani avanti: cosa fatta capo ha, se Berlusconi vorrà tornare in Parlamento dovrà farsi rieleggere. E a quel punto, probabilmente, il Senato non ci sarà nemmeno più...