1 - IL PENTAGONO: PECHINO VUOLE ESPANDERSI SFRUTTANDO L'EPIDEMIA
Francesco Semprini per “la Stampa”
Si stringe l' assedio attorno alla Cina e alle sue presunte responsabilità sulla diffusione del coronavirus. Dopo la notizia di un' indagine ufficiale da parte degli 007 americani, le class action degli imprenditori americani e le ipotesi di processo alla corte penale internazionale per crimini contro l' umanità, è Donald Trump a promettere che Pechino pagherà e anche salato. «Se sono intenzionalmente responsabili certamente, ma non se è stato un errore», afferma il titolare della Casa Bianca secondo cui la questione è capire se sia stato un errore finito fuori controllo o se i cinesi lo abbiano fatto deliberatamente.
trump xi jinping
Non è certo la prima offensiva su Pechino mossa dal presidente, che già l' aveva accusata di nascondere i dati e di avere un bilancio reale di vittime ben più alto di quello record degli Usa, dove ci sono 737 mila contagi e quasi 40 mila morti, sebbene nell' epicentro New York si ritiene che il picco sia passato e in Florida riaprano le spiagge.
«Devono lasciarci indagare. Io l' ho chiesto subito ma loro non hanno voluto», ha osservato Trump lasciando aperto il sospetto non solo di un incidente di laboratorio ma anche di una mossa voluta.
Oltre alla questione inerente ai danni a salute pubblica ed economia mondiale causati dalla nuova piaga pandemica, ritengono che Pechino utilizzi il panico da Covid-19 per una nuova stretta interna del Partito comunista e per dare attuazione alle mire espansionistiche del Dragone sul piano regionale e internazionale. In linea col programma di potenziamento del dispositivo bellico attraverso il rafforzamento di arsenali missilistici, navi da guerra, aerei, armi spaziali e capacità cibernetiche che ha già registrato un' accelerazione sotto la presidenza di Xi Jinping.
xi jinping
«Uno dei più ambiziosi sforzi di modernizzazione militare nella storia recente», spiega Chad Sbragia, vice assistente del segretario alla Difesa Usa con deleghe per la Cina. «Nella maggior parte dei potenziali punti caldi nella regione indo-pacifica - lo stretto di Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, le isole Senkaku o la penisola coreana - gli Stati Uniti potrebbero trovarsi coinvolti in una crisi militare con la Cina», ha dichiarato Sbragia nel corso di un' audizione della Commissione di revisione economica e di sicurezza creata dagli Stati Uniti e dalla Cina.
Ma c' è di più perché nell' ultimo mese, secondo media locali, la Cina avrebbe invaso lo spazio aereo di Taiwan, condotto esercitazioni militari attraverso lo stretto di Taiwan e danneggiato una nave della guardia costiera di Taipei durante manovre provocatorie o intimidatorie di un motoscafo cinese. Oltre ad aver costruito nuove strutture nel mar delle Filippine occidentale e accresciuto la sua influenza in Europa attraverso la via della Seta e della Salute.
Il funzionario del Pentagono ha quindi detto che la sfida posta dall' espansione militare ed economica cinese richiede una risposta come quelle modulate durante la Guerra Fredda. E così il Pentagono, su indicazione della Casa Bianca, ha dato ordine di accelerare sulla riorganizzazione tattico-strategica delle sue forze in risposta alle nuove mosse di Pechino.
isole spratly armate
Anche attraverso un piano decennale di «guerra contro la Cina» messo a punto dal corpo dei Marine.
2 - TRUMP: «LA CINA PAGHERÀ SE HA DIFFUSO IL CORONAVIRUS»
Anna Guaita per “il Messaggero”
«Abbiamo scavalcato la vetta». Il governatore di New York Andrew Cuomo conferma che i dati fanno sperare che il peggio sia passato. Il numero dei morti nel suo Stato è sceso da una media giornaliera di oltre 700 a 500. I ricoveri sono scesi da 18 mila a 17 mila. Ma Cuomo ricorda che si tratta ancora di numeri «orribili», e ammonisce: «Dobbiamo essere estremamente cauti. Non possiamo ritrovarci a rivivere questo inferno». Il messaggio di Cuomo vuole essere anche un risposta al movimento, per ora limitato, ma molto rumoroso, che in certi Stati reclama invece la «liberazione», come se il lockdown fosse una prigionia imposta senza ragione.
Nonostante il numero dei contagi negli Usa continui a crescere, sfiorando la quota di 750 mila infettati, e ieri il numero dei decessi abbia superato la soglia dei 40 mila casi (quasi il doppio che in Italia) manifestazioni anti lockdown si sono avute in Texas, Wisconsin Ohio, Minnesota, Michigan e Virginia. Le foto mostrano i manifestanti accalcati, con bandiere americane, cappelli filo-Trump, ma niente maschere o guanti, in violazione delle regole che ciascuno di quegli Stati ha adottato.
soldati cinesi marciano alla parata di piazza tienanmen
Trump si è rifiutato di condannare i dimostranti, e anzi ha sostenuto che «alcuni Stati hanno regole troppo severe», nonostante siano le stesse suggerite dalla sua Amministrazione. Alcuni Stati intendono comunque alleggerire le regole, come l'Ohio, il Texas e la Florida. Non c'è dubbio infatti che il blocco dell'economia stia pesando sulla popolazione in modo drammatico, tanto che in varie città dove sono stati aperti centri di distribuzione di cibo gratuito, le file si sono allungate per chilometri. Ma i governatori insistono che prima di riaprire bisogna fare molti più test, onde evitare nuovi contagi.
Ed è qui che lo scontro fra una parte dei governatori e l'Amministrazione continua senza soluzione. Ieri Cuomo ha fatto i complimenti al governo federale per i «fenomeali» aiuti prestati nel momento del bisogno, ma ha anche aggiunto che senza ulteriore aiuto sia per i test diagnostici che quelli degli anticorpi, gli Stati non possono farcela da soli. Trump se li scarica di dosso, mentre continua a cavalcare l'ipotesi che la colpa di tutto sia la Cina, e a minacciarla di «conseguenze» se si scoprirà che il governo di Pechino sapeva di una fuga del virus dal laboratorio di Wuhan.
LA RIVELAZIONE
mercato tradizionale cinese
Trump però dovrà a sua volta difendersi sul piano internazionale per le accuse di insabbiamento mosse contro l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ieri il Washington Post ha rivelato che gli Usa avevano un filo privilegiato con Ginevra grazie a una dozzina di medici, personale dei Cdc, e ricercatori che dall'Oms mandavano immediati dispacci alla Casa Bianca per rivelare quel che stava succedendo in Cina. Accusare l'Oms di aver taciuto non sembra più giustificato, quando l'Oms informava privatamente gli Usa costantemente: qualcuno potrebbe obiettare che quella medesima accusa andrebbe mossa agli Stati Uniti stessi.