1. PONTE GENOVA: LEGALI FAMIGLIE, 'DEMOLIZIONE NON PRIMA DI DICEMBRE'
TRIBUNALE DI GENOVA
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - E' terminata al Palazzo di giustizia di Genova la prima udienza dell'incidente probatorio relativo alle indagini sul crollo del ponte Morandi. Nell'aula bunker erano presenti molti familiari delle vittime, gli avvocati e alcuni dei 20 indagati. Il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini ha conferito l'incarico ai periti gia' nominati: si tratta dei tre docenti universitari, ed esperti di ingegneria delle costruzioni, Gianpaolo Rosati (Politecnico di Milano), Massimo Losa (universita' di Pisa) e Bernhard Elsener (universita' di Zurigo).
Agli esperti tocca il compito di analizzare e descrivere le diverse parti del ponte ancora in piedi, i resti del viadotto non rimossi e catalogare il materiale potenzialmente utile ai fini dell'indagine. La prossima udienza e' stata fissata per il 17 dicembre quando i periti - che hanno chiesto 60 giorni di tempo per depositare la perizia - porteranno in aula le loro conclusioni. 'Salvo sorprese o eventuali proroghe, al momento difficili da ipotizzare, le demolizione del ponte iniziera' non prima di dicembre' spiega l'avvocato Andrea Martini, che difende alcuni familiari delle vittime. All'incidente probatorio ha partecipato anche il Codacons. L'associazione dei consumatori e' stata ammessa come parte offesa in rappresentanza della collettivita'.
2. PONTE MORANDI, OGGI L’INCIDENTE PROBATORIO NELL’AULA BUNKER CHIUSA AL PUBBLICO
tribunale di Genova
E’ iniziato questa mattina, nell’aula bunker di palazzo di Giustizia, l’incidente probatorio nell’ambito delle indagini sul crollo del ponte Morandi, il viadotto autostradale che ha ceduto di schianto, lo scorso 14 agosto, causando la morte di 43 persone. Per evitare contestazioni, ma anche l’accesso ai curiosi, il presidente del tribunale ha disposto un servizio d’ordine gestito dai carabinieri e dalla società di vigilanza che si occupa della sicurezza di palazzo di giustizia.
All’udienza possono partecipare i familiari delle vittime e i feriti, insieme ai legali, oltre che i 22 indagati (tra persone fisiche e società di ministero delle Infrastrutture, Autostrade, Provveditorato e Spea).
Il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini, dopo avere verificato la correttezza delle notifiche alle persone interessate, conferirà l’incarico ai tre periti nominati lo scorso 13 settembre e darà un termine per le conclusioni (per un periodo che va da 30 giorni a 3 mesi).
IL MONCONE CROLLATO DEL PONTE MORANDI
I tre periti, Gianpaolo Rosati (docente di ingegneria al Politecnico di Milano), Massimo Losa (dell’università di Pisa) e Bernhard Elsener (dell’ateneo di Zurigo), esperti di ingegneria delle costruzioni e della conservazione dei materiali, dovranno in pratica analizzare i monconi del viadotto e i reperti raccolti e catalogarne altre in vista della futura demolizione.
Sarà questo l’atto alla cui conclusione potranno partire le tanto attese demolizioni. La perizia sulle cause vere e proprie della tragedia verrà effettuata in un secondo momento, con un nuovo incidente probatorio, e non è escluso che per quella occasione il numero degli indagati possa aumentare.
Non ammessi in udienza, come parti offese, alcuni sfollati e persone presenti
ponte morandi
Solo i parenti delle vittime, i feriti e il Codacons, unica associazione ammessa, sono stati inclusi tra le “parti offese”. Esclusa anche la Cgil e l’associazione vittime del lavoro. Potranno presentarsi in un secondo tempo come parti civili e non offese
Gente comune fuori dalla Procura: «Vogliamo rispetto»
«Io vivo in Valpolcevera. Sento il dovere di essere qui in rappresentanza di tutte quelle persone alle quali viene impedito di parlare o convinte a non parlare o comunque a soggiacere alle questioni che le istituzioni stanno ponendo in maniera non chiara». Ci sono anche tanti genovesi, cittadini comuni, fuori dal tribunale di Genova dove si sta svolgendo l’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi.
«La gente comune chiede di non dovere più subire, chiede chiarezza, onestà, correttezza e rispetto umano», spiega fuori da palazzo una signora.
PONTE MORANDI GENOVA
Legali delle famiglie delle vittime: «Vogliamo la verità»
«Vogliamo la verità». Così Antonio Cirillo, legale dei Battiloro, che nel crollo del ponte Morandi hanno perso il 30enne Giovanni, videomaker di Torre del Greco, davanti al tribunale di Genova. «Sarà difficile, è una lotta contro i poteri forti - dice -. Ci sono state troppe omissioni, anche in fase di realizzazione del ponte, ma abbiamo fiducia; la Procura sta facendo un ottimo lavoro». «Vanno individuati i colpevoli», aggiunge Andrea Martini, legale della famiglia Robbiano, il piccolo Samuele e i genitori morti nel crollo.
«L’incidente probatorio non sarà semplice - aggiunge l’avvocato Martini -, sarà lungo perché quello di oggi è il primo. Poi ce ne sarà un altro che riguarderà la predisposizione del protocollo operativo per repertare le prove e procedere allo smantellamento del ponte».
Lunghe file per accedere a Palazzo di Giustizia
il crollo del ponte morandi a genova
Lunghe code a palazzo di giustizia per l’incidente probatorio del crollo del viadotto. In fila per entrare all’interno dell’aula magna di palazzo di giustizia ci sono avvocati, parenti e periti delle 145 parti offese
Codacons ammesso all’incidente probatorio come parte lesa
All’incidente probatorio sul crollo del Ponte Morandi parteciperà anche il Codacons, parte offesa in rappresentanza della collettività. Lo rende noto l’associazione dei consumatori, la cui costituzione è stata ammessa dal gip del Tribunale di Genova, Angela Maria Nutini.
«Si tratta di un provvedimento particolarmente importante - osserva il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -, perché il Codacons è stata l’unica associazione di utenti ad essere ammessa al procedimento sul crollo del viadotto. Tale decisione permetterà ai periti nominati dal Codacons di seguire tutti gli accertamenti e le verifiche tecniche, e apportare un contributo utile allo scopo di ricercare la verità e tutte le cause che hanno determinato la tragedia, comprese le ipotesi di eventuali difetti di fabbricazione o eventi imprevedibili come il fulmine che, secondo alcuni, avrebbe colpito la base del pilone poco prima del crollo».
Silenzi e scaricabarile, così i primi indagati dribblano le accuse
«Massima collaborazione con la magistratura». A poche ore dal crollo del Ponte Morandi l’avevano assicurata tutti. E però gli interrogatori si sono trasformati in una sequenza di scene mute, sebbene il silenzio non sia stato proprio assoluto.
CARLO RIENZI