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    DALL’UNO VALE UNO AL TUTTI CONTRO TUTTI - DOPO L’USCITA DAL M5S, DAVIDE CASALEGGIO POTREBBE LANCIARE IL SUO PARTITO TENDENZA-DI BATTISTA DOPO L’ESTATE - LA PIATTAFORMA “ROUSSEAU” POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA SOCIETÀ DI SERVIZI PER ASSOCIAZIONI E CONSORZI - IL SOLLIEVO DEI GRILLINI CHE VEDEVANO IL FIGLIO DEL FONDATORE COME UN “TASSATORE” (PER I 300 AL MESE DA VERSARE ALLA PIATTAFORMA): “UN PERSONAGGIO PICCOLO PICCOLO” - A FAR DA MEDIATORE TRA CONTE E CASALEGGIO, E’ STATO PIETRO DETTORI, IL TERZO SOCIO DI ROUSSEAU DA ANNI NELLO STAFF DI LUIGI DI MAIO…


     
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    1 - IL M5S ORA PENSA ALLA PIAZZA PER PRESENTARE LA SVOLTA LE (FUTURE) MOSSE DI DAVIDE

    Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

     

    DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

    La svolta arriva nel primo pomeriggio: i tecnici mandati dal Movimento a Milano stanno lavorando per trasferire i dati degli iscritti. È il via libera alla rifondazione Cinque Stelle. L'accordo tra Rousseau e M5S è chiuso, lo hanno siglato Davide Casaleggio e Vito Crimi, ma l' operazione richiede qualche ora, il tempo - da una parte e dall' altra - per preparare post e comunicati e per espletare le formalità relative alle dovute garanzie da parte del tesoriere Claudio Cominardi.

     

    A fine giornata i tecnici prendono possesso di quel 10% di informazioni necessarie per organizzare la votazione in modo da inaugurare il nuovo corso (per completare il passaggio ci vorranno settimane). L' accordo - come anticipato dal Corriere - si chiude su circa 250 mila euro da versare nelle casse di Rousseau: un addio secco, senza più votazioni o altro. Non solo nell' intesa sono previste una serie di manleve legali per tutelare sia i Cinque Stelle sia l' associazione milanese (secondo le indiscrezioni l' Authority e il M5S hanno dato garanzie per il trasferimento dei dati).

    LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI LUIGI DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO - PIETRO DETTORI

     

    Dietro le quinte si è mosso soprattutto Beppe Grillo, che ha fatto da garante per entrambi i duellanti. Giuseppe Conte e Casaleggio si sono poi accordati telefonicamente nei giorni scorsi, ma il vero lavoro è stato svolto dagli emissari.

     

    Un lavoro oscuro in cui ha avuto un ruolo importante da mediatore Pietro Dettori, il terzo socio di Rousseau da anni nello staff di Luigi Di Maio (che tra i big ha spinto per evitare le vie legali). Dettori, rimasto sempre nell' ombra in questi mesi, su incarico di Grillo ha fatto da collante. La sintesi (difficile) tra le parti è stato poi affidato ai notai Valerio Tacchini e Alfonso Colucci.

     

    DAVIDE CASALEGGIO E ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO E ALESSANDRO DI BATTISTA

    È un divorzio quello tra Casaleggio e i Cinque Stelle non indolore. Il presidente di Rousseau in un post molto duro attacca: «Se si cerca la legittimazione politica in un tribunale vuol dire che la democrazia interna è fallita». Da socio fondatore dell'ultimo M5S (con Di Maio) annuncia il suo passo d' addio: «Questo non è più il Movimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre». Per lui si profila un arrivederci al mondo della politica. I rumors raccontano che dopo l' estate potrebbe valutare nuove iniziative. Il futuro di Rousseau, invece, è incerto. Potrebbe trasformarsi - a seconda anche delle scelte dei soci - in una società di servizi per associazioni e consorzi.

     

    PIETRO DETTORI PIETRO DETTORI

    «Avevo auspicato che non si andasse per vie legali ed eravamo rimasti davvero in pochi a credere che si potesse trovare un accordo», commenta Max Bugani al Corriere . «Detto questo, credo che tutto il Movimento debba comprender il dolore di Davide ed essere riconoscente nei suoi confronti perché senza di lui molto di ciò che è accaduto in questi 15 anni non sarebbe stato realizzabile. Molti non lo sanno ma c' è sempre stato lui fin dall' inizio a dare una forma alle idee e alle visioni di Gianroberto».

     

    Sull' altro fronte i Cinque Stelle festeggiano. E si preparano al nuovo corso. Conte parla di una svolta a giugno. Lo statuto - dicono i ben informati - è pronto da tempo e sarà molto articolato. Tra le ipotesi in campo, per inaugurare il neo Movimento, si parla di una manifestazione di piazza: un modo per rimettersi in contatto con la base dopo le tensioni delle ultime settimane e dopo i mesi di emergenza legata al Covid.

     

    ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA DAVIDE CASALEGGIO

    2 - DALL'«UNO VALE UNO» ALLE BEGHE DI SOLDI MA GIÀ SI SCALDA IL CONTRO-MOVIMENTO

    Mario Ajello per “il Messaggero”

     

    «Neanche mio padre riconoscerebbe questo movimento». Ecco la pietra tombale su un' emozione, quella del mondo nuovo, internettiano ma anche aziendalista, sovversivo e insieme punitivo, libertario ma guai a chi non paga, che ha unito una famiglia - i Casaleggio padre e figlio, Gianroberto e Davide - a M5S. Ora la dinastia esce dal movimento, ed esce a ceffoni, ma l' erede non è mai stato come il fondatore agli occhi di Grillo e dei grillini.

     

    beppe grillo con gianroberto e davide casaleggio beppe grillo con gianroberto e davide casaleggio

    «Davide è un piccolo bottegaio, Gianroberto voleva invece il Pianeta di Gaia, una nuova terra della creatività e della rivoluzione», l' hanno sempre pensata così i big ma anche i peones stellati a proposito del delfino. Non potevano dirlo a voce alta finché Grillo lo difendeva, più in nome dell' affetto verso il padre defunto che per stima personale verso il figlio non carismatico né creativo e attento solo ai versamenti (obbligati ma per lo più mancanti) da parte dei grillini alla sua azienda e a Rousseau poco funzionante e acherabile da qualsiasi smanettone anche imberbe.

    BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

     

    Ora che Beppe ha mollato Davide, tutti sono contenti che Davide non c'è più e possono esprimere il loro fastidio per un personaggio «piccolo piccolo». Vissuto da tutti come una sorta di esattore di tasse ingiuste (i 300 euro mensili che ogni deputato avrebbe dovuto versare all' erede in segno di riconoscenza verso il genitore che aveva messo su la baracca).

     

    IL CASALEGGISMO

    Ora siamo, definitivamente, al «passato di un'illusione», per dirla pomposamente alla maniera del grande storico François Furet. Lui parlava della fine del comunismo, qui invece c'è la fine del casaleggismo, ovvero del sogno della democrazia diretta, dell' uno vale uno, dell' algoritmo al potere, della polemica anti casta, della politica digitale e dello sgretolamento della forma partito che era ciò in cui Gianroberto credeva, in cui Davide fingeva di credere e che i 5Stelle hanno provato per un po' a praticare scegliendo poi la comodità del Palazzo rispetto al brivido della rivoluzione improbabile nel pianeta Terra mentre il pianeta di Gaia è una bufala ad uso dei nerd come sanno e hanno sempre saputo Di Maio e gli altri iper-realisti M5S.

     

    GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

    Senza Gianroberto per motivi biologici, senza Davide per motivi contabili, senza il Dibba per motivi esistenziali, M5S non sarà più M5S. Dopo la fine dei padri (non c' è più per motivi biologici neanche Dario Fo), c' è la fine dei padrini anche se figli (Davide) e la profezia demonizzante del Dibba («M5S diventerà come l'Udeur di Mastella») molti grillini ormai se la augurano: «Magari durare quanto è durato e ancora dura il buon Clemente».

     

    Ancora più prosaicamente, il casaleggismo che doveva cambiare la politica italiana e il mondo alla fine somiglia, al netto dell'eccellenza artistica, a un film di Woody Allen: Prendi i soldi e scappa. I 240 milioni di crediti, ma ne voleva 450, Davide li ha presi e subito dopo ha detto ciaone. A riprova che lui non credeva nei 5Stelle e che loro non credevano e non hanno mai creduto in lui. Anche con Conte, rapporto più che freddo. E diventato subito di guerra tra l' avvocato e lesattore. Non c' entra affatto, nell' inimicizia, l' adesione dei grillini versione Giuseppi e versione Beppe al governo Draghi.

    luigi di maio casaleggio di battista casalino luigi di maio casaleggio di battista casalino

     

    Davide avrebbe superato in scioltezza questo problemino. Il problemone sono stati i soldi e la transazione non è bastata a far scoppiare la pace. Però Casaleggio per Conte era anche un alibi. Più lui non dava l' elenco degli iscritti al leader in pectore del movimento, più quello rinviava la partenza della propria leadership. Ora che Conte ha liquidato Davide, e in cambio ha la rubrica degli iscritti, non potrà più accampate alibi nel rinviare l' inizio del nuovo corso anzi - come lo chiama l' ex premier - del «nostro secondo tempo». Che si preannuncia, e il primo a saperlo e proprio lui, a dir poco accidentato.

     

    DAVIDE CASALEGGIO DAVIDE CASALEGGIO

    POLITICA AZIENDALE

    Il movimento dei clic con un clic, o con uno sbadiglio o con uno schiaffo, si è liberato della presenza ingombrante ed esosa di Davide. Il quale però tenterà di fare un nuovo movimento di sentinelle della rivoluzione di Gianroberto. Ed è finita a stracci una storia politico-aziendale che doveva rappresentare, dopo l' avvento del partito berlusconiano connesso alla videocrazia del Cavaliere, la nuova frontiera della democrazia italiana. Ossia quello che due ex grillini di valore, Nicola Biondo e Marco Canestrari, hanno chiamato in un loro libro il sistema Casaleggio.

     

    BEPPE GRILLO DAVIDE CASALEGGIO BEPPE GRILLO DAVIDE CASALEGGIO

    L' abbandono di Davide segna la conclusione di un intreccio tra partito, soldi e relazioni che mirava a fare di un movimento il ramo di un' azienda. E così è stato in questi anni, ma sempre meno. Perché poi il Palazzo, più che la Casaleggio Associati, è diventato il mondo di riferimento e il cespite, in termini materiali e politici, di M5S. Ora, c' è solo la certificazione della fine di un' epoca. E la conferma, per chi già lo aveva intuito, che la democrazia on line è un raggiro. Casaleggio ha esercitato di fatto sul Parlamento, tramite M5S, un' influenza senza alcun controllo democratico.

     

    E ora? La nascita del partito casaleggista è nell' aria. Ma a mettere in giro la voce che questo partito ci sarà, scommettendo che Davide non avrà la forza e la capacità di farlo, sono per lo più i lealisti 5Stelle. Pronti a godersi il prossimo flop dell' ex amico diventato nemico e che ora si ritrova con qualche soldo in più ma senza una scena e un progetto. «È incapace pure di vendetta», assicura un big grillino e pare che lo pensi pure Grillo. Il quale comunque incrocia le dita.

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