Daniela Mastromattei per “Libero quotidiano”
blefaroplastica 2
Dopo aver messo su due chili, durante la lunga quarantena, per colpa di pane, patate e pizza (le tre "P" che mai dovrebbero arrivare insieme sulla tavola: parola di nutrizionista), si scopre che, oltre ad essere andate di corsa dal parrucchiere, vi siete pure precipitate a telefonare al chirurgo estetico.
Vi vedete appesantite e lo specchio vi rimanda un' immagine in cui non vi riconoscete.
Avete già provato con il trucco e dipinto pesantemente occhi, labbra e guance che in confronto Pierrot sembra avere un viso acqua e sapone. Il caro ombretto dal quale vi separate soltanto per andare al letto (e non sempre), non risulta più essere un valido alleato.
Non stupisce, dunque, la tendenza soprattutto delle donne milanesi di correre dal chirurgo estetico per ringiovanire gli occhi, l' unica parte del viso lasciata scoperta dalla mascherina. Al Nord lo sanno bene che saranno gli ultimi a togliersela, visto i numeri di morti e infetti della Lombardia.
blefaroplastica 2
«La gente ha ripreso a vivere e si riavvicina alla medicina e alla chirurgia estetica», spiega il chirurgo plastico Paolo Santanché che opera tra Milano e Torino. «Percepiamo un fermento che si può spiegare: accade infatti molto spesso che si decida di fare un intervento estetico o di chirurgia plastica per voltare pagina dopo un momento brutto», riflette lo specialista. «Un lutto, una separazione, un periodo deprimente o difficile che si vuole chiudere con un cambiamento tangibile». Piacersi e sentirsi in armonia con se stessi fa sentire più forti, positivi e propositivi. La voglia di pensare al futuro e ai desideri repressi riverserà anche negli ambulatori esteticii.
«Abbiamo cominciato con le cose più semplici, filler e botulino», spiega Santanchè. «Poi siamo passati alla liposuzione per ridurre gli accumuli di grasso localizzato nei punti critici», eredità del cocktail tra «attività fisica mancata e iperalimentazione compensatoria». Un tagliando di bellezza in vista di una prova-bikini che non si sa se (come e quando) arriverà.
seno rifatto
«Ora siamo tornati in piena attività con tutte le misure del caso, per tutelare la sicurezza dei pazienti e la nostra», puntualizza il chirurgo plastico.
«La prima regola è il rispetto del distanziamento sociale, che significa per esempio fissare appuntamenti ben distribuiti nel tempo in modo da non riempire le sale d' attesa, specie quando se ne ha soltanto una». Secondo punto fermo «la disponibilità di gel igienizzanti per gli assistiti e dispositivi di protezione per noi: mascherine, guanti, occhiali e visiere, perché se dobbiamo fare un' iniezione non potremo certo praticarla a un metro e mezzo di distanza», dice confidando di aver messo mano a blocco e matita «per progettarmi una visiera che risponda esattamente alle mie esigenze».
paolo santanché
Occorre attenzione, responsabilità e rispetto da parte di tutti, ne è convinto anche Marco Klinger, professore di Chirurgia Plastica all' Università degli Studi di Milano, direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica, che nota un aumento delle richieste di blefaro «donne, ma anche uomini, vogliono ringiovanire lo sguardo», rivela Klinger che opera a Milano. Soprattutto perché gli occhi, come già detto, sono gli unici lasciati scoperti dall' uso obbligatorio delle mascherine. «Durante le settimane trascorse in casa, con tanto tempo per guardarsi allo specchio, riflettere e decidere, i pazienti arrivano oggi da me con le idee chiare. Gli occhi più che mai sono diventati un biglietto da visita, devono essere giovani, vispi, intelligenti e non appensantiti dal tempo e dallo stress della quarantena.
Quello che maggiormente mi ha stupito è che prima si arrivava alla blefaro dopo i 50 anni, oggi già a 40. Ansia, paura e pensieri devono aver avuto degli effetti negativi anche sul fisico». Il mondo del lavoro ci vuole scattanti e la società ci preferisce sempre affascinanti. E mai dall' aria stanca. «Un altro aspetto, non secondario, visto che la ginnastica per mesi non si è potuta fare, molte donne chiedono di ridefinire seno, pancia e sedere. E gli uomini di ritoccare il petto, aumentato per colpa di tutte le schifezze che mangiano».
paolo daniela santanchè
Nel Lazio ci sono già molte signore in lista d' attesa. «Pensavamo che il Coronavirus non solo avesse messo in ginocchio l' economia delle famiglie italiane, ma anche spostato l' asticella delle priorità, invece a sorpresa ho più appuntamenti di tre mesi fa, e non solo perché ci siamo fermati a lungo», spiega Carlo Magliocca, specializzato in chirurgia Senologica all' Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina, a Roma. «Mi arrivano richieste da Latina a Viterbo. Molte vogliono rifarsi il seno, prima della prova costume. Ma c' è anche chi preferisce trattamenti di reidratazione, pelling, maschere vitaminiche, punturine di acido glicolico e acido ialuronico; il botulino sulla fronte per aprire lo sguardo; il filler per ridefinire il contorno viso, rimpolpare gli zigomi o le labbra. Noi curiamo la bellezza e di conseguenza la psiche di una donna».
Grande voglia di tornare a vivere, spianare e riempire le rughe pure in Campania, da Francesco D' Andrea, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica all' Università di Napoli. «Sia gli uomini, sia le donne ricorrono alle iniezioni di botulino soprattutto sulla fronte per rialzare il sopracciglio e riaprire lo sguardo. D' Andrea nota inoltre «un incremento di richieste di addominoplastica (intervento che permette di rimodellare l' addome, eliminando i tessuti cadenti, spesso dopo gravidanze o dimagrimento) e lipoaspirazioni (elimina depositi adiposi localizzati)». Insomma bisogna rimediare e in fretta alle conseguenze del lockdown.
botox