• Dagospia

    “VESSICCHIO HA INDOSSATO I PANNI DEL CAPO RIBELLE. LA SUA VITTORIA È UN FATTO STORICO” – DOPO LA CAUSA CON LA RAI, VINTA DAL MAESTRO PER LE SIGLE DEI PROGRAMMI, DECINE DI AUTORI PASSANO ALL'INCASSO A VIALE MAZZINI – IL PRESIDENTE DEI FONOGRAFICI ITALIANI: “QUELLA DI VESSICCHIO È ANCHE UNA VITTORIA MORALE PERCHÉ PER VEDERSI RICONOSCIUTO UN DIRITTO È STATO ISOLATO DALL'AZIENDA, CHE PER ANNI NON LO HA PIÙ FATTO LAVORARE. SI È MESSO A CAPO DI UNA RIVOLUZIONE” - LA RAI IMPUGNERA' LA SENTENZA? ECCO COSA PUO' ACCADERE ORA...


     
    Guarda la fotogallery

    Estratto dell'articolo di Arcangelo Rociola per “La Stampa”

     

    beppe vessicchio e l occhio nero 3 beppe vessicchio e l occhio nero 3

    «Beppe Vessicchio ha indossato i panni del capo ribelle. La sua vittoria contro la Rai è un fatto storico. Ha avuto il coraggio che nessuno prima di lui ha avuto. Ora stanno emergendo altri di casi simili al suo. 15 artisti si sono già rivolti a noi». Sergio Cerruti non ha dubbi: la sentenza del Tribunale di Roma, che due settimane fa ha imposto alla Rai di riconoscere i diritti per le registrazioni delle musiche composte dal maestro, ha già scatenato un effetto domino.

     

    Cerruti, dal 2018 presidente dell'Afi, l'associazione dei fonografici italiani, è convinto che questa sentenza sia solo l'inizio: «Vessicchio ha avuto la forza di andare fino in fondo nella sua battaglia. La sua è anche una vittoria morale perché per vedersi riconosciuto un diritto è stato isolato dall'azienda, che per anni non lo ha più fatto lavorare. Il maestro si è messo a capo di una rivoluzione. E ha mosso un esercito di altri Beppe Vessicchio che ora sono pronti a reclamare i loro diritti».

     

    (...)

     

    vessicchio vessicchio

    Perché la convinzione di Cerruti e Vessicchio ora è sostenuta da una sentenza: per decenni la Rai non ha riconosciuto a compositori e produttori tutti i diritti delle loro opere. Oltre al diritto d'autore - spiegano dall'Afi - una musica ha altri diritti che prendono vita una volta che viene diffusa, che remunera anche l'esecutore e il produttore. Diritti che riguardano la proprietà dei master, l'originale, la prima incisione di quanto è stato prodotto in sala. La Rai ha versato regolarmente il diritto d'autore, ma non avrebbe mai comprato i master, né pagato i diritti per trasmetterne le musiche.

     

    Vessicchio per anni ha chiesto che questi diritti venissero riconosciuti per le sigle de La prova del cuoco. La causa contro la Rai è arrivata davanti al diniego dell'azienda di riconoscere anche questi diritti connessi.

     

    «Il diritto connesso in Rai vale circa 20 euro al minuto. Difficile fare un calcolo, ma si tratta di riconoscere milioni agli artisti. Solo per Vessicchio siamo nell'ordine di centinaia di migliaia di euro, ma la stima esatta è così difficile da stabilire che lo stesso tribunale si affiderà a dei tecnici», spiega Cerruti.

    Beppe Vessicchio Beppe Vessicchio

     

    (...) «La Rai ha perso il primo di tre gradi di giudizio. Può decidere di impugnare la sentenza. E se Vessicchio dovesse vincere anche appello e Cassazione, dovrebbe sborsare molti più soldi. Conviene? L'azienda mette già a bilancio 64 milioni l'anno in contese legali. Dopo la sentenza del 5 agosto la Rai è un leone ferito. Credo che la cosa migliore per tutti sia smettere di fare guerre e trovare un accordo col dialogo. Oggi a Viale Mazzini c'è una nuova dirigenza. Sarebbe meglio iniziare un nuovo corso e smetterla di usare il denaro dei contribuenti in cause e tribunali», conclude il presidente dei discografici.

    vessicchio-3 vessicchio-3

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport