Roberta Petronio per corriere.it
SMART WORKING ROOM
Se c’è una categoria che sta dimostrando dinamismo e capacità di reazione, è sicuramente quella dell’hotellerie. Dopo aver riacceso i fornelli dei ristoranti più o meno stellati, lanciato la formula dello staycation (pacchetto cena con pernottamento), puntato su pranzi della domenica all’italiana e brunch nel fine settimana, riattivato i centri benessere, creato un programma di workshop natalizi, è tempo di una nuova frontiera: la smart working room.
«La privacy del tuo ufficio nelle nostre camere!»: ecco la proposta appena lanciata dal gruppo Omnia che tiene insieme cinque hotel della Capitale in altrettanti quartieri, diversi tra loro: Shangri-La all’Eur, Donna Laura Palace sul Lungotevere delle Armi (Prati), il Santa Costanza in viale XXI Aprile, il Grand Hotel Fleming, e l’Imperiale in via Veneto (temporaneamente chiuso).
SMART WORKING ROOM
«Bisogna reinventarsi per restare connessi con il territorio» spiega Daniela Baldelli, direttore Sales & Marketing di Omnia Hotels – gli alberghi non sono solo luoghi dove si va a dormire, crediamo che debbano essere vissuti anche da clienti locali.
Il contesto domestico a volte non permette di lavorare in tranquillità, magari è prevista una call o una riunione importante che richiede uno spazio riservato: noi abbiamo la risposta». Immaginando lo scenario: nella stanza di un hotel si può lavorare in tranquillità, in un ambiente sanificato con connessione wifi ad alta velocità, scrivania, e servizi vari tra cui coffee corner permanente, room service, e balcone privato con vista sul verde che rende più piacevole la pausa e aiuta a concentrarsi.
SMART WORKING ROOM
Il Donna Laura ad esempio si affaccia su un giardino interno e sul Tevere. E poi i prezzi della stanza, inferiori alle quotazioni standard. Dipendono da più fattori, tra cui il tempo di permanenza: «La flessibilità - aggiunge Baldelli- è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per reagire in maniera proattiva a questa situazione”.