Pietro De Leo per “Libero quotidiano”
rincaro energia e aumento delle bollette 9
È un incubo, anche per loro. I gestori di sale cinematografiche, che hanno attraversato il calvario dei due anni di Covid, con le chiusure, e le limitazioni che hanno decimato l'accesso alle platee. Alcune strutture non ce l'hanno fatta. Ora, dopo la pandemia, è arrivato il caro energia, aggravato dall'invasione russa in Ucraina, ad abbattersi su un comparto che ne consuma tanta, tra illuminazioni, schermi giganti e i riscaldamenti.
Per un cinema, «elettricità e gas hanno sempre rappresentato un costo importante», spiega a Libero Mario Lorini, Presidente Anec, ossia l'associazione che raccoglie gli esercenti di cinema. «Per qualche struttura ci sono stati aumenti anche del 300%, molto dipende anche dalle tipologie di contratti. Già a dicembre eravamo preoccupati, oggi con lo scoppio della guerra abbiamo ancora maggiore incertezza. Ora siamo in attesa di capire quanto inciderà in tutto questo l'azzeramento degli oneri di sistema».
CINEMA CHIUSI ROMA
Qualche settimana fa, Lorini assieme ad altre sigle che rappresentano i segmenti della filiera dai distributori agli interpreti, ha chiesto al governo di una road map per abbandonare le regole antipandemiche ancora in vigore e fissare norme chiare per il passaggio delle pellicole dalle sale alle piattaforme. Concetto chiave, spiega ancora Lorini a Libero, «riportare la gente in platea». Perché al momento, il computo di questo biennio per il comparto è drammatico.
ROMA CINEMA CHIUSI
Il 2020, anno nero della pandemia ha visto la perdita del 70% di incassi rispetto all'anno precedente, dunque circa 400 milioni andati in fumo. Nel 2021, un -7% ulteriore. E poi proprio quando si confidava in una schiarita, ecco due nuove stangate. Prima la variante omicron del Covid, poi la botta sulle bollette. Tutto questo, tradotto in numeri, non rincuora. A definirlo è il monitoraggio di Cinetel, il database cui è iscritto il 95% dei cinema italiani.
Parliamo di 1.350 strutture per un totale di 3.800 schermi. Ebbene, illustra ancora Lorini «a dicembre il computo degli schermi spenti era di circa 200. Dall'inizio dell'anno siamo passati a oltre 400». A spanne, si tratta di «un centinaio di strutture. Uno schermo spento non significa che non si riaccenderà più, magari è solo una iniziativa temporanea del gestore, ma siamo preoccupati per quel che accadrà».
cinema covid 2
Di recente, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha firmato un decreto che destina 25 milioni a sostegno delle sale. «È un segnale. Ma è necessario adottare misure di sistema». Perché in fondo, segnali positivi dal pubblico sono arrivati: «Abbiamo registrato buoni numeri, anche in occasione dell'uscita del nuovo Batman. Evidentemente, pur nella criticità, c'è ancora voglia di prendersi un paio d'ore libere ed andare al cinema».