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    COMINCIANO A ROTOLARE LA PRIME TESTE DEL PARTYGATE - DOPO LE DIMISSIONI DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA BRITANNICO LO SCANDALO DELLE FESTE PROIBITE DURANTE IL LOCKDOWN, CHE SEMBRAVA DIMENTICATO, TORNA A TRAVOLGERE BORIS JOHNSON - L’OPPOSIZIONE CHIEDE LE DIMISSIONI DI “BOJO”, LUI PER ORA RESISTE MA HA GIÀ UN TRISTE PRIMATO: MAI NESSUN PRIMO MINISTRO NELLA STORIA BRITANNICA ERA STATO SANZIONATO PER AVER INFRANTO LA LEGGE DURANTE IL SUO INCARICO...


     
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    Chiara Bruschi per “Il Messaggero

     

    BORIS JOHNSON BORIS JOHNSON

    ll partygate, lo scandalo delle feste che si sono tenute a Downing Street durante il lockdown, sembrava dimenticato, offuscato interamente dal conflitto in Ucraina.

     

    L'annuncio della Metropolitan Police, però, in cui è stato precisato che tra i multati per aver violato le norme anti Covid ci sono anche il primo ministro Boris Johnson, la moglie Carrie e il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, ha rotto l'incantesimo, riportando la questione al centro della politica interna. Soprattutto ieri sera, quando il ministro della Giustizia britannico David Wolfston si è dimesso.

     

    VIGNETTA SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON VIGNETTA SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON

    LA LETTERA

    Si tratta della prima defezione all'interno del governo da quando lo scandalo è iniziato e probabilmente sarà anche l'ultima, a giudicare dal fronte unito che, almeno apparentemente, sembrano aver costituito gli altri ministri.

     

    Nella lettera che ha inviato ieri a Johnson, Wolfston ha spiegato di non aver avuto altra opzione di fronte a quanto accaduto. Sarebbe sbagliato, ha scritto, «che tale condotta passasse impunita, specialmente quando molti nella società hanno rispettato le regole pagando prezzi personali molto alti e altri sono stati perseguiti per reati simili».

     

    MEME SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON 1 MEME SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON 1

    Wolfston ha criticato la «risposta ufficiale» del primo ministro alle «ripetute violazioni della legge», precisando che la «scala, il contesto e la natura» di queste azioni erano di fatto incompatibili con lo stato di diritto.

     

    La giustizia, ha poi spiegato, «è spesso fatta di tribunali e procedure ma lo stato di diritto è qualcos' altro, un principio costituzionale che si basa sul fatto che tutti sono soggetti alla legge». Sono poche le voci contrarie al primo ministro all'interno del suo partito.

     

    MEME SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON 2 MEME SUL PARTYGATE DI BORIS JOHNSON 2

    A chiedere le dimissioni di Johnson per ora è stato solo un membro conservatore del parlamento, Nigel Mills, che ha pubblicamente annunciato di aver inviato la sua lettera di no confidence, un documento formale con cui annuncia di non sostenere più la leadership attuale e chiede un voto di fiducia all'interno del partito.

     

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    L’OPPOSIZIONE

    Sono invece i membri dell'opposizione ad aver domandato a gran voce che i due membri del governo multati da Scotland Yard lascino il loro incarico, essendo stati multati (per 50 sterline ciascuno).

     

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    Un appello rimasto inascoltato da entrambi. Per BoJo - che si è scusato nuovamente precisando di aver già pagato la multa - questa pena pecuniaria rappresenta un primato: mai nessun primo ministro nella storia britannica era stato sanzionato per aver infranto la legge durante il suo incarico.

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