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Calenda strappa l’accordo con il centrosinistra, e Giuseppe Conte torna all’attacco di Enrico Letta, anche alla luce della decisione di escludere il M5s dal perimetro delle alleanze del centrosinistra, o del cosiddetto “campo largo”, o “ampio”, essendo responsabili della caduta dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. In un post su Facebook, l’avvocato di Volturara Appula, lancia una nuova frecciata al segretario del Pd: «In molti in queste ore mi chiedono cosa ne sarà del “campo largo” di Letta, dopo il broncio di Calenda, le voraci pretese di posti sicuri di Tabacci e Di Maio, i veti incrociati e le repentine giravolte: non spetta a me la risposta.
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Per parte mia posso solo dire che questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte II». Il presidente del M5s prosegue: «Qualcuno mi chiede: e se ora Letta riaprisse al Movimento? Provo a dare una mano e a evitare ulteriori imbarazzi, dopo le dannose decisioni che sono già state prese: noi non siamo professionisti della politica. Il balletto di questi giorni, tra giochi di potere e spartizioni di seggi, ci ha lasciati stupefatti. Noi condividiamo con i comuni cittadini una visione della politica diversa». E Conte, infine, conclude con un’ulteriore frecciata al segretario dem: «A questo punto a Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati. Ti saluto con cordialità e senza nessuna acrimonia».
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