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    DOPO LO STUPRO, LE HANNO ANCHE FATTO PAGARE IL CONTO! UNA MANAGER 32ENNE DENUNCIA DI ESSERE STATA VIOLENTATA IN UN BAR DI MILANO - LA DONNA ERA ENTRATA CON UN AMICO, POI È STATA AVVICINATA DAI DUE TITOLARI E DA UN CLIENTE: ALLA FINE LE HANNO ANCHE FATTO PAGARE IL CONTO. LA PROCURA CHIEDE CHE SIANO PROCESSATI PER STUPRO DI GRUPPO – LORO SI DIFENDONO DICENDO CHE LEI ERA CONSENZIENTE - I 36 SHOT DI ALCOL, LE RIPRESE DEGLI ABUSI, I VIDEO DIFFUSI IN RETE…


     
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    Giuseppe Guastella per corriere.it

     

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    Come ultima  umiliazione le hanno fatto pagare il conto e perfino qualche euro di mancia dopo averla violentata in tre, mentre era ubriaca filmando tutto con il cellulare nella cantina di un ristorante alla moda dei Navigli di Milano. Per i due proprietari e un cliente del locale accusati dalla vittima, manager di 32 anni, la Procura chiede il processo per stupro di gruppo.

     

    In una sera di metà marzo la giovane entra nel ristorante per chiacchierare con un amico. 

     

    (...)

     

    Un paio di ore dopo l’amico esce per recuperare zaino e cellulare nell’auto della ragazza: al suo rientro la trova alticcia mentre, tra bottiglie e bicchieri che roteano, i due proprietari del ristorante, 27enni dell’hinterland, e un cliente 23enne che la donna casualmente conosce, pretendono di insegnarle a fare la barista. 

     

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    Quando attorno all’una l’amico forse incautamente la lascia sola nel ristorante con i tre, si materializza una «shot box» con 36 bicchierini. Lei ricorderà di averne bevuti tre, ma alla fine ne avrà bevuti una dozzina assieme a due bottiglie di birra e ad altrettanti cocktail offerti dagli uomini, apparentemente senza che nessuno la costringa. Da quel momento non ricorda più nulla, buio totale. Ciò che accade lo diranno le telecamere di sorveglianza e il cellulare con cui uno dei presunti violentatori riprende i dettagli dello stupro.

     

    La ragazza barcolla, si regge in piedi a stento, inciampa, dice cose senza senso. È evidente che non è in sé, che è «in preda ad una incapacità fisica e psichica», annotano i carabinieri che faranno le indagini.

     

    Quando li segue in questo stato confusionale, invece di fermarsi i tre abusano di lei approfittando del fatto che non è in grado di esprimere un consenso consapevole, secondo le accuse del pm Alessia Menegazzo e dell’aggiunto Letizia Mannella. Per un’ora e mezza si alternano prima di riportarla nel ristorante per altri atti sessuali.

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    Alla fine, uno dei proprietari ha anche la sfacciataggine di incassare 24 euro da ciascuna delle due carte di credito che ha avuto l’ardire di prendere dalla borsa della vittima, assieme ad una banconota da 5 euro e qualche spicciolo che mette in cassa.

     

    Le telecamere riprendono poi uno dei tre che la sorregge per strada e probabilmente la riporta a casa mentre la vittima, ancora barcollante, lo abbraccia e lo bacia. Circostanza che ha spinto alla cautela i pm, che non hanno ritenuto di chiedere l’arresto dei sospettati. La giovane si è svegliata la mattina dopo con pochi flash di memoria e la netta sensazione di aver subito atti sessuali pesanti che saranno poi, infatti, certificati nella Clinica Mangiagalli.

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    Due mesi dopo un’ amica la avverte che gira su Internet un video dello stupro. È stato postato, accerteranno i carabinieri, da uno dei tre uomini che risponderà anche di questo in un eventuale processo.

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