Antonio Polito per il “Corriere della sera”
È strano: in una Repubblica a lungo dominata dai cattolici e dai comunisti, questo è il primo intervento contro la povertà (in realtà aveva cominciato il governo Gentiloni, ma troppo tardi, a fine legislatura, e troppo poco, due soli miliardi). C' è da chiedersi perché.
antonio polito
Forse per un pregiudizio. La maggioranza degli italiani sospetta sempre che i poveri siano finti, perché veri evasori o semplici fannulloni. Per la sinistra, alla povertà doveva pensarci il lavoro.
Per i cattolici, doveva pensarci la famiglia. La tradizione politica italiana non ha così mai elaborato una cultura del Welfare universale, di tipo nordico, che stende una rete sotto la quale nessun cittadino può cadere.
Perfino i Cinque Stelle, inventori e promotori della misura, a un certo punto hanno vacillato, e sotto la pressione del partito del Nord e del Pil, contrario all' assistenza, hanno tentato di torcere il progetto: da reddito di cittadinanza a sussidio di disoccupazione. Ma il ritardo dei centri dell' impiego e la realtà sociale descritta dalle domande, così concentrate nelle regioni del Sud, hanno fatto ammettere allo stesso presidente dell' Inps Tridico che l' obiettivo di sottrarre persone alla povertà conta di più che avviarle al lavoro: «Il primo obiettivo è propedeutico al secondo».
reddito di cittadinanza
Su questo ha ragione. L' inclusione sociale è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per l' ingresso nel mondo del lavoro. È molto più difficile per chi non ha un' auto, un televisore, il riscaldamento o un pasto ricco di proteine, trovare lavoro. Ma ci sono povertà anche più moderne e più subdole. L' isolamento, una separazione, una malattia cronica, l' analfabetismo di ritorno.
La sinistra, sindacato compreso, non ha capito l' importanza di stendere questa rete. Abbagliata dalla new economy e dalla speranza taumaturgica nell' arrivo dell' euro, ha creduto che il problema sociale si potesse risolvere con l' istruzione, «Education, education, education», era lo slogan di Blair, tanto citato da noi. L' economia della conoscenza avrebbe fatto il miracolo, eguaglianza delle opportunità per tutti. Non l' ha fatto. Ma quel che è peggio è che in questi vent' anni, oltre al lavoro, non è arrivata neanche l' education.
il sito per il reddito di cittadinanza 7
Alla fine ha prevalso il corporativismo, e le poche risorse sono state destinate a difendere lo status quo. Quando la destra era al governo, proteggeva partite Iva e commercianti; quando c' era la sinistra, statali e lavoratori dipendenti. Tutti ceti «garantiti», con un lavoro e un reddito, come i destinatari degli 80 euro di Renzi.
E invece proprio l' epocale trasformazione dei lavori in corso, la transizione verso sharing e la gig economy , e da ultima la doppia recessione che ha stroncato l' Italia, richiedevano e giustificavano un intervento pubblico a sostegno dei perdenti della nuova competizione sociale. I forgotten men , che il populismo ha raccolto dietro le sue bandiere, sempre sul punto di diventare un lumpenproletariat pronto ad ogni avventura, sono la sanzione della storia a una sinistra che ha dimenticato il disagio sociale.
tony e wendi a cena
Per ragioni opposte ma speculari, anche l' intervento del governo che parte tra qualche giorno può però rivelarsi improduttivo. Per ora è solo una erogazione di denaro. È difficile che 520 euro medi a famiglia mettano fine alla povertà, se la intendiamo nei termini in cui l' abbiamo descritta. Ancor di meno lo faranno con le famiglie dai due figli in su, le più penalizzate dal sistema escogitato dal governo, che tende a privilegiare i single per salvare la cifra feticcio dei 780 euro sbandierata in campagna elettorale.
Istruzione, cultura, salute, non solo non vengono assicurate dal reddito di cittadinanza, ma potrebbero addirittura impoverirsi se le risorse usate dal governo (8 miliardi) fossero sottratte a un moderno sistema di Welfare. A Napoli ci sono più infartuati, più obesi, più diabetici, che nel resto d' Italia. Questa è povertà che il reddito non cura.
L' inclusione sociale non è una card ricaricabile.
Soprattutto non lo è per i minori, il cuore del problema della coesione sociale. Di più: affianco ai poveri disoccupati ci sono i poveri che lavorano, i working poor , che guadagnano poco più o poco meno del reddito di cittadinanza, e che rischiano così di essere incentivati a una nuova forma di esclusione sociale: vivere di assistenza.
Il fisico di Blair che attrae Miss Deng
Salvare chi sta cadendo non è solo un dovere morale, è anche un affare per la società. Non può prosperare un Paese con molti poveri e pochi occupati. Ma immettere nel circuito virtuoso del lavoro chi è ai margini della società richiede una politica sociale, della formazione e dell' istruzione, di cui questa maggioranza non ha finora mostrato di avere neppure un' idea. Passate le europee, e incassato il dividendo politico, c' è speranza di parlarne?