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    DOPO RENZI, ANCHE L’ALTRO MATTEO VA ALL IN SUL REFERENDUM! SALVINI ESULTA: IN PRIMAVERA LA CONSULTAZIONE SUL MAGGIORITARIO - LA RICHIESTA DEL CONSIGLIO DEL PIEMONTE SI AGGIUNGE A LOMBARDIA, VENETO, FRIULI E SARDEGNA. ORA TOCCA ALLA CORTE COSTITUZIONALE DARE VIA LIBERA AL QUESITO CHE PUNTA A TRASFORMARE IL 'ROSATELLUM' IN UN MAGGIORITARIO PURO...


     
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    Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

     

    salvini renzi salvini renzi

    Il timer per il referendum sul maggioritario adesso è davvero innescato. Che si tenga o meno dipenderà solo dal pronunciamento della Corte Costituzionale. La Lega, in pochi giorni, ha portato a segno il suo progetto. «Mi è arrivato un messaggio dal presidente della Regione Piemonte, è ufficiale: la primavera prossima avremo un referendum sul maggioritario, finalmente potranno votare 60 milioni di italiani, chi vince governa, chi perde non rompe le palle», annuncia Matteo Salvini in serata dal palco della festa del partito a Genova. Festeggia la prima vittoria personale dopo la disfatta della crisi di governo, provocata e subita.

     

    salvini pontida salvini pontida

    Col consiglio regionale piemontese sono infatti cinque (tutti a guida centrodestra, con Lombardia, Veneto, Friuli e Sardegna) quelli che hanno votato nell' arco di tre giorni una mozione per chiedere il referendum. L' obiettivo è cancellare la quota proporzionale dal Rosatellum, per trasformare così la legge elettorale in un sistema del tutto maggioritario. Il criterio delle cinque Regioni, previsto dalla Costituzione è stato rispettato ed era importante farlo entro il 30 settembre per ottenere il voto in primavera.

     

    Così, lunedì forse lo stesso Salvini, di sicuro il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli assieme ai capigruppo si presenteranno alla cancelleria della Corte Costituzionale per depositare il quesito, supportato dalle cinque mozioni approvate. Non è comunque scontato che la consultazione si tenga. Il segretario leghista lo sa bene e ieri ha rilanciato: «State tranquilli, proveranno a fermare anche questo referendum, ma raccoglieremo milioni di firme». Il riferimento è al fatto che la Consulta dovrà passare al vaglio il quesito e valutare se la legge elettorale, privata della parte proporzionale, potrà garantire comunque il ritorno alle urne.

    matteo renzi al senato matteo renzi al senato

     

    Passaggio assai delicato, perché secondo alcuni costituzionalisti l' attuale sistema così modificato non potrebbe reggere: insomma, il quesito avanzato non sarebbe ammissibile. Salvini dice che in ogni caso «questa volta non ci accontenteremo delle Regioni, ma raccoglieremo anche milioni di firme a sostegno di una legge chiara che blocca gli inciuci, perché chi parla di proporzionale, Pd e M5S, lo fa solo per salvare la poltrona».

     

    Quel che è certo è che da lunedì scatterà anche la corsa contro il tempo per chi, nella maggioranza di governo, è intenzionato a correggere il sistema in chiave proporzionale.

    Tanto più dopo l' approvazione definitiva del 7 ottobre della riforma costituzionale che prevede il taglio di 345 parlamentari. Un nuovo registro elettorale sarà indispensabile.

    Sul risultato complessivo, raggiunto ieri col voto di Torino, ha pesato il clamoroso dietrofront dei consiglieri regionali di Fi, che hanno disatteso l' iniziale indicazione di Berlusconi: l' astensione.

    matteo salvini matteo salvini

     

    A cominciare dal governatore piemontese e forzista Alberto Cirio, favorevole anche lui al referendum: «Abbiamo fatto il nostro dovere», ha esultato. Il consiglio regionale ligure, in cui il filo leghista Giovanni Toti vanta un solo voto di vantaggio, si pronuncerà oggi dopo vari rinvii. Ma il responso a questo punto sarà superfluo.

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