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    L'INCONTRO DI POCHI GIORNI FA CON GIORGIA MELONI NON HA PORTATO BENE A JAVIER MILEI – DOPO SOLO DUE MESI DALL’INSEDIAMENTO, IL PRESIDENTE ARGENTINO HA DOVUTO STRALCIARE IL MEGA-DECRETO DA 600 ARTICOLI SULLA DEREGULATION PERCHÉ NON HA LA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO – È UN PERIODACCIO PER IL LEADER ULTRA-LIBERISTA: RECENTEMENTE HA DOVUTO AFFRONTARE IL MAXI-SCIOPERO INDETTO DAI SINDACATI E CACCIARE IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, GUILLERMO FERRARO, PER PRESUNTI “FLIRT” CON LA STAMPA…


     
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    Estratto da www.ilfattoquotidiano.it

     

    javier milei giorgia meloni javier milei giorgia meloni

    Un altro dietro front per Milei. A soli due mesi dall’insediamento, Javier Milei, il presidente argentino di estrema destra e ultra-liberista, si trova a fare i conti con la mancanza di una maggioranza in parlamento. Dopo aver affrontato il maxi-sciopero indetto dai sindacati contro deregulation e privatizzazioni, dopo aver cacciato il ministro delle Infrastrutture Guillermo Ferraro per presunti flirt con la stampa, ora l’inquilino della Casa Rosada si è visto costretto a stralciare il pacchetto fiscale dalla legge Omnibus, il mega-decreto sulla deregulation contenente inizialmente 600 articoli.

    JAVIER MILEI AL COLOSSEO - FOTO ADNKRONOS JAVIER MILEI AL COLOSSEO - FOTO ADNKRONOS

     

    L’obiettivo di Milei è ottenere l’approvazione del Congresso già la prossima settimana, ma gli esperti prevedono una seduta comunque lunga e complessa. La mossa è stata annunciata dal ministro dell’Economia argentino, Luis Caputo, dopo i negoziati frenetici con le opposizioni, per evitare uno stallo al Congresso e provare piuttosto ad accelerare l’approvazione della lenzuolata di riforme alla Camera dei Deputati, dove il percorso si annuncia comunque ad ostacoli, in una settimana ad alta tensione politica. […]

     

    JAVIER MILEI - NICOLA PORRO JAVIER MILEI - NICOLA PORRO

    Ad assumere la posizione più intransigente sul pacchetto finanziario sono stati i governatori. In un colloquio col ministro degli Interni Guillermo Franco, gli amministratori venerdì mattina avevano spiegato che i prelievi sulle esportazioni avrebbero asfissiato le entrate generate dalle economie locali (minerali al nord, agricoltura al centro, energia al sud) risultando in “un suicidio davanti al proprio elettorato”.

     

    javier milei a rp,a javier milei a rp,a

    In particolare, secondo le stime della Borsa del Commercio di Rosario, le trattenute previste dalla legge Omnibus con l’incasso del diritto di esportazione avrebbero portato 8.050 milioni di dollari nelle casse dello Stato, ovvero 700 milioni di dollari in più rispetto ad ora.

     

    L’obiettivo della Libertà Avanza è ora quello di presentare la legge alla Camera dei deputati martedì 30 gennaio, per un’approvazione lo stesso giorno, e così avanzare al Senato. Uno scenario che mette sotto pressione il presidente della Camera, Martin Menem (Lla) – nipote dell’ex presidente Carlos Menem – che non gode di un buon rapporto con l’inquilino della Casa Rosada, a causa di una gestione dell’aula ritenuta “piuttosto inesperta“.

     

    JAVIER MILEI PIANGE AL MURO DEL PIANTO JAVIER MILEI PIANGE AL MURO DEL PIANTO

    Secondo gli esperti sarà una settimana molto tesa, perché al netto del pacchetto fiscale, i 500 articoli della legge Omnibus prevedono ancora punti molto controversi, come i poteri delegati al presidente. La questione dei “superpoteri” a Milei per un anno (ne aveva inizialmente chiesti due con proroga a quattro) crea molte perplessità. In base a questo meccanismo, infatti, la Casa Rosada potrebbe tornare ad imporre il pacchetto fiscale appena ritirato. E proprio su questo tema si prevede una dura battaglia, per una seduta che si annuncia complicata, accesa e molto lunga.

    JAVIER MILEI A GERUSALEMME JAVIER MILEI A GERUSALEMME

     

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