Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
conte merkel
In questa fase, non è un dettaglio. Quando Horst Seehofer ha proposto di prendersi il 25% di chi viene portato in salvo nei porti italiani, intendeva i migranti, e non solo i profughi. Un segnale di apertura vero, insieme alla proposta di un meccanismo "temporaneo ma stabile" di redistribuzione tra Paesi "volenterosi".
Tuttavia, per non creare incentivi ad attraversare il Mediterraneo, il ministro dell' Interno intende rendere il tutto stabile ma ancora flessibile. «Nel caso i migranti dovessero aumentare improvvisamente, la redistribuzione deve essere modificabile», spiega una fonte governativa. Insomma, non del tutto automatica.
SALVINI SEEHOFER
I segnali di apertura arrivati già nei giorni scorsi da Seehofer sono il sintomo che la Germania ha imparato una lezione, dal lungo anno di autoisolamento dell' Italia giallo-verde. Un anno in cui i migranti erano diventati il principale argomento di propaganda della Lega e Francia e Germania i nemici dichiarati di Matteo Salvini.
Non a caso, a giuramento ancora fresco del Conte 2, la prima telefonata a Roma è arrivata all' indirizzo di Luciana Lamorgese dal suo omologo tedesco. Aiutare l'Italia, Paese più esposto ai flussi migratori, e favorire una soluzione europea sono diventate priorità, per Merkel. Anche mediando con la Francia, che si è mostrata finora più rigida.
conte lamorgese
Il lungo incontro di ieri a Berlino tra Lamorgese e Seehofer, cominciato nel pomeriggio e protrattosi fino a cena, è la prima tappa di un percorso che guarda al vertice europeo di Malta e nel lungo termine a una ridefinizione, anche con la sponda di-Von der Leyen, degli accordi di Dublino, dei meccanismi di redistribuzione dei migranti e di un riavvio della missione navale Sophia con un obiettivo politico definito.
von der leyen
Al termine del bilaterale, un comunicato ha dato conto di un incontro "proficuo, in uno spirito di rinnovata collaborazione tra Italia e Germania". Ma alla vigilia della riunione, fonti diplomatiche sottolineavano che il famoso accordo bilaterale sui ricollocamenti, pronto dall'autunno del 2018 e mai firmato da Matteo Salvini, continua ad essere "all'ordine del giorno". Non si tratta di numeri enormi, ma in termini politici, Seehofer vorrebbe presentare l' accordo il prima possibile. Per l' Italia è una tappa da considerare in subordine alla sospirata riforma di Dublino. Ma intanto un dialogo Roma- Berlino interrotto brutalmente dalla parentesi salviniana, è ripreso ieri in un clima di ritrovata fiducia.