Antonio Dipollina per la Repubblica
de andre' marinelli
Magari fino alla messa in onda si continuerà a storcere il naso solo all' idea. Poi a febbraio su Rai1 - e prima al cinema - tutti potranno vedere Fabrizio De André- Principe libero, miniserie presentata ieri a Milano a una platea pronta a molti distinguo e altro. Il punto è che quando Luca Marinelli va in scena e canta - lui, Marinelli - Canzone dell' amore perduto e c' è Dori Ghezzi (ossia Valentina Bellè che la interpreta) fuori dalla Bussola di Viareggio e non entra perché in realtà sta entrando dirompente nella vita di Faber, si sente la commozione tutto intorno e sarà la prima che incontri per strada.
de andre' dori ghezzi
Perché il film-tv, diretto da Luca Facchini e interpretato da una minifactory dove non spiccano nomi ultrafamosi acchiappa-pubblico, tenta l' impresa impossibile e ci va davvero vicino. Con Dori Ghezzi, quella vera, a sorvegliare il lavoro, a tenere conto che in fondo, alla fine, bisogna però piacere al grande pubblico televisivo. Ma c' era Marinelli che premeva, idealmente, solo per il fatto di esistere: De André può essere solo lui, per complessione psicofisica e bravura, anche a cantare e poi sì, in effetti non ha l' accento genovese (ma nemmeno romanesco nell' occasione, non esageriamo). E la polemica già in atto stuzzica assai Dori, che risponde piccata: l' accento non ce l' aveva nemmeno Faber che coi dialetti ci giocava ed è uomo dell' universo. E chiude, Dori: «Questo film piacerà a chi Fabrizio lo conosceva davvero e magari deluderà chi lo ha solo immaginato».
Dentro ci sono quarant' anni di vita (in tre ore) si arriva al rapimento in Sardegna, in un susseguirsi di emozioni, alcol e tabacco, con le canzoni sullo sfondo e un tono che non eccede mai, che non potrà far contenti tutti ma pazienza.
Principe libero sarà in 300 sale cinematografiche (circuito Nexo) martedì e mercoledì prossimi.
Poi su Rai1 il 13 e 14 febbraio, in un dopo Sanremo che, a quanto viene annunciato per ora, è pressoché sbalorditivo: si viene dalla settimana del festival, il lunedì va un episodio inedito di Montalbano e a seguire le due serate De André.
2. QUELLE NOTTI DI WHISKY E UMANITA’
de andre'
Marinella Venegoni per la Stampa
Chiamarsi Marinella fu un biglietto da visita sorridente per ottenere l' attenzione speciale di Fabrizio De André e Dori Ghezzi. Del resto negli '80 gli artisti ancora trattavano i giornalisti come esseri umani, non c' erano muri di uffici stampa a premiare i più condiscendenti.
La coppia era particolarmente sensibile, attenta a tutti. Davvero persone meravigliose, generose: con loro, problematiche umane e artistiche si intrecciavano con naturalezza, in cene dopo concerto che tiravano le ore piccole. Ma per Fabrizio, in un lungo periodo iniziale, imperversò anche la problematica pre-concerto: nella ricostruzione dell' artista tormentato, l' accuratezza del film in uscita fa quasi coincidere una scena con un mio ricordo netto, di una pomeriggio d' estate su una piazza di Chiavari.
de andre'
Ero corsa a raccogliere un' intervista con l' artista, da unire poi alla recensione del concerto. Lui e Dori mi accolsero con la consueta simpatia, su una roulotte a bordo palco. Il dialogo, feci caso, veniva sottolineato dall' assunzione del suo whisky preferito in piccole ma implacabili dosi. Si fece notte che la bottiglia era vuota, e lui disse: «Ma lo sai che intanto, cosa credi, magari quando esco dalla roulotte io sul palco non ci salgo proprio e vado a casa?».
de andre' marinelli
«Se continui a bere, per forza», gli risposi. Si alzò di scatto, senza più parlare, senza salutarmi. Scese e lo rividi sul palco in un concerto magnifico. Il rigore che aveva nelle ossa lo consumava. Ogni processo creativo era per Fabrizio De André intriso di tensione assoluta; però dalle sue fibre di Uomo usciva sempre (almeno nella mia memoria di Marinella) il momento sorridente, della simpatia, dell' umanità: poteva intrattenerti per mezz' ora a parlarti di che bravo artista fosse suo figlio Cristiano; ne elencava le opere, i titoli, e insisteva più volte: «È più bravo di me, fidati». Durante il tour di Anime salve era estasiato dalla voce delle sue donne, Dori e la figlia Luvi. Un giorno, il discorso cadde sul sequestro e su Dori; mi raccontò di aver scoperto solo in quel frangente l' esistenza della ceretta: «A un certo punto l' ho vista con i baffi», rise.
Marinella Venegoni
Negli ultimi anni del secolo XX, se si arrivava prima di un concerto e si veniva introdotti nel backstage, la compagnia intorno a un tavolone con la tovaglia a quadretti contava per certo, con la coppia, anche Nanda Pivano e Grillo: ancora comico, un po' smarrito, alla ricerca di una nuova strada.
Fabrizio lo guardava con tenerezza, come un fratello minore che stava scalando i sentieri dell' anarchia. Se Fabrizio fosse ancora vivo, Grillo avrebbe avuto un altro futuro.
DORI GHEZZI E DAGO DORI GHEZZI