Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
DE LAURENTIIS
Mercato chiuso. La vacca grassa? Qualche dubbio? Aurelio de Laurentiis. Piazzando un ventinovenne con tendenza alla non sazietà alimentare e alla sazietà calcistica per una novantina di milioni ha siglato il capolavoro del secolo. Grandioso e adiposo bomber Gonzalo Higuain, ma destinato per tante ragioni a non ripetersi, inclusa quella che meglio non si può fare.
higuain con la pancetta
ADL replica in meglio l’impresa di Cavani e già sta in ipersalivazione al pensiero di rifare il botto, da qui a due anni, con il vanbasteniano (almeno nelle forme e nelle movenze) Milik. Polacco che non fa rima con Pacco. Allo stesso tempo, il Napoli infoltisce e ringiovanisce, dietro, in mezzo e davanti. Almeno sei ingressi di qualità. Le suggestioni più forti, Milik a parte? Diawara e Rog a centro campo. E si tiene anche Gabbiadini, il Barbablù del nostro pallone.
Se ADL è il sardanapalico sultano, la Juventus è la Signora Omicidi. Voglia di ammazzare tutto e tutti. All in. Cuadrado l’ultimo colpo e si fa sfilare all’ultimo secondo il non fondamentale Witsel. Vero che si svena per Higuain, ma vero anche che stanga l’avido Mourinho con la cessione straonerosa di un Pogba, per me, sopravvalutatissimo (dal punto di vista della plusvalenza, l’affare del millennio).
SPALLETTI
Higuain a parte, si mette in casa, una casa già extralusso, gente come Dani Alves, Pjanic, Benatia, titolari in qualunque club del pianeta e quel Pjaca, via Zagabria, fuoriclasse incombente. L’equivoco è che la Juve venda ogni anno i suoi pezzi migliori. Abbaglio! Il meglio di sé la Juve non lo vende, inclusa la barbosissima e ottusissima regola numero uno, che vincere è l’unica cosa che conta. Vinceranno anche quest’anno. Di sicuro, nel cortile di casa, ma forti opzioni anche per l’Europa. Sufficienza nemmeno stentata per la Roma, seconda o terza forza, più terza che seconda negli ultimi dieci, disastrati giorni.
Non riescono a mettere le mani su Wilshere, ma gli inglesi, salvo rarissime eccezioni (Platt, direi, ma nemmeno tanto), da noi non si ambientano e questo, ragazzo dotatissimo, si spezza come il tonno dei grissini. Spalletti si ritrova, nell’insieme, una Roma migliore dietro (anche se bisogna lavorare di bisturi anche feroce sulla testa di Manolas), solida a centrocampo (dove si aspetta ragionevolmente l’exploit di Paredes da accoppiare alla magnifica storia di Lazzaro-Strootman), invariata davanti, dove però scottano l’eterno mistero Dzeko e la perdita a gennaio di Salah (coppa d’Africa). Mercato che lascia l’organico debole e appeso a una speranza, che non si rompa nessuno di fondamentale, specie davanti.
de laurentiis rafting 2
I cinesi a Milano. L’Inter spende. Sulla carta sono botti veri, ma al momento non si vede uno straccio si squadra e in panchina si vede un olandese che studia, ma non si sa quanto suscettibile di apprendimento e, soprattutto, capace di trasferire quanto apprende.
URBANO CAIRO
Il Milan e Montella i soldi cinesi, li vedono, al momento col binocolo rovesciato oltre che rassegnato e un pizzico di pietas per Galliani, l’omerico re del sultano, costretto dalla sua branda di dolore a mendicare prestiti che non arrivano. La Fiorentina vende (bene), incassa, ma non fa squadra e Paulo Sousa allunga alle caviglie la sua malinconia di fondo. Molto bene il Torino, che si mette in porta un portiere notevolissimo, ripudiato da Guardiola per non saperci fare col piede, ma tra i migliori al mondo tra i pali. Per me, il Toro di Cairo e Mihajlovic quarta o quinta forza del campionato.
ARRIVO DI HIGUAIN A TORINO