Amedeo La Mattina per la Stampa
BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA
«Non ci ha consentito di fare un governo con i 5 Stelle e ora si becca le elezioni a luglio. Vediamo quanto prende Forza Italia». Matteo Salvini è furioso con Silvio Berlusconi. Non ha avuto la forza, la voglia (c' è chi dice il coraggio) di rompere con l' alleato azzurro che ha avuto la furbizia di allinearsi, obtorto collo, alla linea della Lega e di Fratelli d' Italia. L' ex Cavaliere ha capito che sarebbe finito fuori gioco e avrebbe dato al leader leghista l' assist per giustificare la rottura e un accordo di governo con Luigi Di Maio.
Così Salvini è rimasto impigliato nella tela di ragno e non gli è rimasto altro da fare che smarcarsi sulla data del voto. Sceso dal Quirinale ha incontrato i 5 Stelle per concordare elezioni a luglio e la bocciatura di qualunque proposta del presidente della Repubblica. Berlusconi ha fatto la contromossa («l' estate non aiuta, meglio l' autunno»), ma Salvini e Meloni hanno tirato dritti: non credono al governo neutrale del capo dello Stato.
BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE
«Per carità - afferma il leader del Carroccio - serve un governo coraggioso. Non c' è tempo da perdere, non esistono governi tecnici alla Monti. Contiamo che Berlusconi mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l' Italia da soli». In sostanza aspetta di capire se l' ex premier farà votare i suoi parlamentari a favore del premier incaricato dal Quirinale.
Mossa falsa che Berlusconi non farà perchè si troverebbe da solo in campagna elettorale. In ogni caso la coalizione arriverà alle urne in una pessima condizione. I rapporti sono ai minimi termini. Salvini ha cercato in tutti i modi di convincere il leader d Forza Italia a fare un passo di lato, con tutte le garanzie del caso, consentendo la nascita di un esecutivo M5S-Lega- Fdi. Un via libera per evitare il voto. Ci ha provato al vertice di domenica sera e ieri mattina prima di salire al Quirinale.
berlusconi salvini di maio
Era disposto a indicare ministri d' area dello stesso Berlusconi. A fare un governo politico ma con molti ministri tecnici riconducibili al centrodestra. Era pronto, lo stesso Salvini, a non entrare nel governo. Aveva anche fatto presente che Di Maio non solo aveva ceduto sulla sua premiership ma era disposto a votare un esecutivo guidato da un esponente della Lega. Non c' è stato nulla da fare: l' ex Cavaliere non ha ceduto e ha rilanciato l' ipotesi, condivisa dalla Meloni, dell' incarico a una personalità del centrodestra che avrebbe dovuto cercarsi i voti in Parlamento.
Alla fine è stato questo l' unico accordo trovato al vertice di Palazzo Grazioli, ma quando i tre leader si sono accomodati nel divano di fronte a Mattarella non avevano una soluzione politica da proporre.
DI MAIO SALVINI MATTARELLA
La tensione rimane forte. Salvini accusa Berlusconi di essere il vero responsabile della corsa al voto di luglio. «Se ne assumerà la responsabilità fino in fondo - ha spiegato ai suoi - anche quando andremo a formare le liste». E infatti la Lega si prepara a chiedere una quantità di collegi uninominali pari alle percentuali che emergono dai sondaggi. Non è un caso che il capo leghista ieri abbia detto di volere una Lega al 25%. «Così finiscono i balletti».
A Bellerio pensano che Forza Italia verrà ridotta attorno al 10% e cominciano a fare un po' di conti. I leghisti vorranno i circa 30 collegi, tra Camera e Senato, che erano andati alla terza gamba di Noi con l' Italia. Oltre a quelli che erano stati persi dal centrodestra per pochi voti nelle elezioni del 4 marzo, nella speranza di poterli conquistare questa volta. E siamo attorno a 70 collegi, tutti concentrati al sud tra l' altro. Ma chiederanno altro, un conto salato per Silvio.
luigi di maio berlusconi salvini meloni
Salvini vuole ridurre al lumicino Berlusconi, avere il dominio del centrodestra, governare senza chiedere niente a nessuno. Se non dovesse avere la maggioranza autonoma, potrebbe fare in futuro l' alleanza con i 5 Stelle. Berlusconi, a quel punto, non avrebbe più la forza di mettersi di traverso.