Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
bernardeschi
L' Italia ha giocato bene e concluso poco, ha tenuto sempre la palla e il campo, la Polonia è stata ridotta a piccoli termini, Lewandowski non si è mai visto, ricordando a tutti che anche i grandi centravanti vanno serviti. Forse è questo che manca all' Italia, non un centravanti, ma chi davvero sappia servirlo. Pochi giocatori entrano in area, Insigne e Bernardeschi danno il pallone per riaverlo, pensano meno all' attaccante. Fa molte cose Barella che allarga sempre più lo spazio della sua zona di competenza. Con il suo gioco di prima, il suo senso delle posizioni e la sua sfacciataggine nei passaggi difficili, è diventato nettamente il più internazionale dei giocatori in campo.
Locatelli è molto bravo ma è opposto a Verratti. Ha un gioco più lungo, più vasto.
TOTTI DEL PIERO
Verratti è da raccordo corto oppure cerca lo spunto. Locatelli chiude meglio la zona media del campo, Verratti inventa di più e ieri non c' era. È comunque una piccola abbondanza. Questo per dire che ieri non mancavano tanti titolari, avevamo assenze di genere, ma nel complesso questa è l' Italia e questo mi sembra quanto davvero possa dare, non credo miglioreremo.
ciccio caputo
Siamo una buona Nazionale a cui manca il gioco sporco, Mancini ha insegnate la sua parte di calcio, quella alta, il resto devono metterlo le caratteristiche dei giocatori. Non può essere un caso che né Immobile né Belotti riescano a fare reparto mentre ci riesca forse Caputo che è un lavoratore in proprio dell' area. Per i nostri livelli interni giochiamo perfino troppo bene, diamo poche possibilità al caso di diventare occasioni, siamo troppo logici, un po' teleguidati dall' indiscutibile carisma di chi guida.
Però questo permette di stare in partita sempre, ci siamo meritati la speranza.
Abbiamo trovato anche un leader, Jorginho, di più largo uso di quando giocava con Sarri.
Andare in Inghilterra lo ha aiutato.
evani mancini
Abbiamo anche un uomo diverso nel gruppo che non fa tappezzeria. Penso a Vialli, alla sua voglia di vita mescolata alla storia e alla sua competenza. Il suo bacio al pallone che gli rimbalza davanti è stato un messaggio per tutta squadra. È una diversità che va oltre gli schemi e parla di calcio comune, quello di tutti noi e di tutti i campi.