antonio pappalardo
Si chiama Antonio Pappalardo, come l’ex generale dei Carabinieri protagonista delle “battaglie” utopiche (non per la riuscita, ma per le velleità) prima contro la mascherina, poi contro i vaccini e ora contro i Green Pass. Ma non c’entra solamente l’omonimia, visto che i temi e la dialettica utilizzata da un alto funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia nei confronti di Mario Draghi sembrano essere ancora più gravi rispetto a quelli folkloristici utilizzati dal leader dei gilet arancioni.
Antonio Pappalardo, l’alto funzionario del Ministero della Giustizia che insulta Draghi
draghi
“Tante persone prima o poi si accorgeranno del gioco che stanno facendo sulla loro pelle e manderanno a quel paese questo governo di delinquenti, come giustamente lo chiama il senatore Paragone, capeggiato dal vile affarista Mario Draghi come lo chiamava il presidente emerito Francesco Cossiga”. Questo il pensiero principale contenuto negli oltre 3 minuti di diretta social pubblicati da Antonio Pappalardo lo scorso 21 ottobre. Ma tra i suoi concetti ci sono anche quelli di “apartheid italiano” e insulti vari a Luciana Lamorgese e Roberto Speranza.
antonio pappalardo
Uno uomo dello Stato, dunque, che insulta liberamente i ministri e il capo del governo. E lo fa utilizzando come sponda il pensiero di Gianluigi Paragone – tanto da candidarsi con ItalExit alle ultime elezioni per il consiglio comunale di Torino, non venendo eletto -, uno dei grandi protagonisti politici della battaglia contro la certificazione verde (ma anche contro il vaccino e tutte le limitazioni per limitare la diffusione della pandemia). Perché Antonio Pappalardo è un alto funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia, con il ruolo capocentro per la giustizia minorile di Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e provincia di Massa Carrara. Un “negazionista” di Stato che sostiene come i dati epidemiologici in Italia siano truccati e che gli esperti (e anche i ministri) abbiano mentito su questa pandemia da Covid.
mario draghi alla camera mario draghi al senato