MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI
Fabrizio Goria per "la Stampa"
La Cina ci prova, ma l'Italia rifiuta ancora una volta. Palazzo Chigi ha posto il veto, per la terza volta dal febbraio scorso, a un tentativo di acquisizione di attività strategiche da parte di Pechino. A questa tornata, è stata la volta di Zhejiang Jingsheng Mechanical, che voleva assumere il controllo della branca italiana di Applied materials, specializzata in chip. Ma il presidente del Consiglio Mario Draghi, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha sbarrato le porte.
ZHEJIANG JINGSHENG MECHANICAL
Utilizzando il Golden Power, lo speciale strumento giuridico per proteggere gli asset cruciali del Paese. A Olmi, meno dieci chilometri a Est della capitale della Marca trevisana, tirano un sospiro di sollievo. Ma quello maggiore forse lo sta tirando Roma. Il 18 novembre scorso, come riportato dai documenti di Zhejiang Jingsheng visionati dalla Reuters, Giorgetti aveva raccomandato di porre il veto sull'offerta per l'acquisto della divisione italiana di Applied materials.
Ora è arrivata la conferma. I semiconduttori e i wafer (le schede di chip, ndr) per pannelli solari non passeranno di mano. Quello di ieri è il terzo utilizzo del Golden power da febbraio a oggi da parte del governo Draghi, tutti con target la Cina. Prima su Syngenta, focalizzata nell'agricolo, e poi Shenzhen Invenland in aprile, altra impresa nel settore dei semiconduttori. Entrambe volevano entrare in compagnie italiane.
giancarlo giorgetti mario draghi
L'attuale regime, come sottolineato da fonti governative, potrebbe essere esteso fino alla fine del prossimo giugno. L'interesse principale è quello di proteggere gli interessi nazionali da "intromissioni autoritarie e opache" sui fronti più delicati dell'economia domestica.