mario draghi.
Tenere in piedi la struttura e le norme per il contrasto del Covid, senza più prorogare lo stato d'emergenza. È l'ipotesi allo studio del governo, in vista della decisione che Mario Draghi dovrà prendere intorno al 20 dicembre.
A fine anno scade infatti lo stato di emergenza e l'esecutivo è di fronte a un bivio: varare un decreto per una nuova proroga, a due anni dall'inizio della pandemia, o scegliere la via della legislazione ordinaria, disciplinando con norme ad hoc la struttura di mobilitazione sanitaria e tutte le misure legate allo stato d'emergenza. Ad oggi l'orientamento prevalente sarebbe quello di evitare la proroga: lo stesso premier l'aveva definita una «strada di buonsenso», precisando però che si farà quel che serve.
il generale Francesco Figliuolo e roberto speranza
Se, insomma, il lavoro degli uffici legislativi si chiuderà con una fumata nera, la proroga sarà inevitabile. Non è un passaggio semplice, lo stato di emergenza si porta dietro tutta una serie di norme che dal 2020 regolano la vita degli italiani: dall'obbligo di mascherine al distanziamento, dai protocolli sul lavoro allo smart working, dal ruolo e le funzioni del commissario per l'emergenza fino all'obbligo del Super Green pass.
francesco paolo figliuolo
Se finisce lo stato d'emergenza, decade tutta una serie di norme collegate, a partire dalla struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo e le ordinanze da essa adottate. Una delle soluzioni, per la fase 2 della pandemia, potrebbe essere quella di affidare alla Protezione civile i compiti che oggi sono del commissario (in questo scenario, c'è chi ipotizza una promozione di Figliuolo alla guida del Comando operativo di vertice interforze).
renato brunetta mario draghi
Un'altra ipotesi potrebbe essere istituire a Palazzo Chigi una struttura di missione ad hoc. Ma si tratta di possibilità di non facile realizzazione, tant' è che c'è chi ritiene ancora la via maestra approvare una proroga breve dell'emergenza, magari 3 di mesi.
I ministri del centrodestra insistono però perché Draghi ponga fine allo stato di emergenza: «Ci sta pensando, rinnovarlo darebbe un segnale sbagliato», dice Renato Brunetta. In più, osservano fonti parlamentari, se il governo approvasse a fine dicembre un decreto per la proroga, convertirlo non sarebbe facile a gennaio, quando si vota per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Dunque la spinta è inserire tutte le norme legate all'emergenza nel decreto Milleproroghe, che il governo dovrebbe varare entro le prossime due settimane. Ma nessuna scelta a palazzo Chigi è ancora compiuta.
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