Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI
La tragedia della Marmolada frena l'incontro chiarificatore tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. Il presidente M5S e il premier decidono di rinviare il faccia a faccia a domani pomeriggio. Il leader stellato, che ieri ha incontrato i suoi vice e i capigruppo, approfitta delle quarantotto ore in più per lavorare al documento che intende presentare a Draghi. Un testo in cui - a detta di fonti vicine ai vertici - stanno diventando sempre più centrali le parti «a sostegno di imprese e famiglie».
grillo draghi conte
Da ambienti stellati si intuisce che Conte sta ragionando in prospettiva, più che in termini di stretta urgenza politica. L'incontro con il premier avrà comunque una coda: in serata il leader del Movimento riferirà a deputati e senatori riuniti in un'assemblea congiunta.
La dilazione ha avuto però conseguenze inaspettate: strade e tempi del vertice finiscono per incrociare pericolosamente quelli del Dl Aiuti (il decreto contiene anche la norma sul termovalorizzatore di Roma contro cui gli stellati si stanno battendo), ora alla Camera, ma che deve essere approvato entro il 16 luglio.
GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI
Ieri non è stata posta la fiducia sul provvedimento, ma questo passaggio molto probabilmente accadrà oggi. Lo slittamento di un giorno è stato visto con sospetto dalle altre forze parlamentari, al punto che c'è chi ha sottolineato - come riferisce l'Adnkronos - un conflitto d'interesse da parte di Federico D'Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento: «Sta agevolando Conte». Il timing tra fiducia e summit Draghi-Conte rischia di sovrapporsi.
conte draghi grillo 4
Ieri i Cinque Stelle in Aula hanno attaccato. Il capogruppo Davide Crippa ha segnalato «quello che non funziona» nel contrasto al caro energia. L'ex ministro Riccardo Fraccaro difende il superbonus: «Bloccarlo, senza alternative, è una follia». La bagarre ha sfiorato l'incidente politico tra M5S e Pd quando il deputato Alberto Zolezzi ha definito l'assessore capitolino Sabrina Alfonsi «assessore a cosa nostra». Dopo la reazione veemente dei dem, Zolezzi si è scusato. La giornata è stata segnata anche dalla ricerca di una exit strategy rispetto al voto di fiducia. I Cinque Stelle hanno provato a mettere sul tavolo alcuni interventi.
MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE
C'è l'ipotesi di chiedere che la questione di fiducia venga posta per parti, evitando l'articolo 13 dove si trova la contestata norma sull'inceneritore a Roma. Difficile che altri gruppi però supportino la mossa. Si è ragionato a lungo tra gli stellati se astenersi sul testo che contiene la norma votando però la fiducia. Nodi che verranno sciolti nelle prossime ore. «Di certo non faremo sgambetti su un provvedimento che contiene aiuti preziosi per famiglie e imprese», assicurano nel Movimento. Intanto ieri gli stellati hanno annunciato una doppia votazione online tra gli iscritti - l'8 e il 12 - per decidere gli ultimi componenti del consiglio nazionale. Per i ruoli vacanti si sono candidati 265 militanti.