Dagoreport
MARIO DRAGHI
A poco più di 40 giorni dalla prima votazione per il nuovo presidente della Repubblica, Mario Draghi è in cul de sac: ha una voglia matta di salire al Quirinale ma il mondo finanziario internazionale, attraverso il megafono del "Financial Times", gli ha fatto capire che non deve muoversi da palazzo Chigi. C'è la matassa del Pnrr da sbrogliare.
Messaggio che, in salsa nazionale, gli aveva già recapitato anche l'ultimo banchiere di Sistema, Carlo Messina, ad di Intesa: "Rimanendo al suo posto può fare il bene del nostro Paese".
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Mariopio è combattuto, diviso. Conosce i meccanismi e il linguaggio in codice del Sistema. Sa anche che, per un establishment che lo vede come "garante" dell'Italia dalla sala di comando della presidenza del Consiglio, un trasloco al Colle sarebbe indigesto. Aggiungere che i leader dei partiti, da Letta a Berlusconi, da Conte a Renzi, si sono più volte espressi a favore di di Mariopio fino alla scadenza della legislatura del 2023.
E poi c'è il Covid. Oggi sono stati registrati 20.497 contagi, mai così alti da aprile, e 118 morti. Se la situazione sanitaria dovesse peggiorare, con lo stato d'emergenza prolungato fino a marzo o aprile, l'Italia si potrebbe permettere di cambiare presidente del Consiglio?
EDITORIALE DEL FINANCIAL TIMES SU DRAGHI AL QUIRINALE
Senza contare lo scetticismo che agita le cancellerie di Francia e Germania. Il neo-Cancelliere, Scholz, durante la visita all'Eliseo, ha avuto modo di confrontarsi con Macron sul dossier Italia. Il leader tedesco ha riconosciuto la necessità di coinvolgere Roma in una guida a tre dell'Europa, insieme a Berlino e Parigi. Ha elogiato il Trattato del Quirinale, firmato da Macron e Draghi, ma poi - alludendo a un simile accordo tra Germania e Italia - ha borbottato: "Con chi firmo io se Draghi lascia la guida del governo?".
MARIO DRAGHI PERSONA PIU' POTENTE D'EUROPA PER POLITICO.EU
Macron ha sospirato: "Decide il parlamento italiano". Ma il portaborsette di Brigitte conosce già la verità. All'ultimo G20 a Roma, Mariopio ha confidato al presidente francese il suo desiderio di salire al Colle. "E' un fatto gravissimo", avrebbe confidato Macron all'ambasciatore francese in Italia, Christian Masset, mostrando tutta la sua contrarietà.
La benzina sul fuoco che fa divampare le ambizioni di Draghi è il suo entourage. Da Paola Ansuini in su, tutti accarezzano il sogno di un comodo settennato spaparanzati nei saloni damascati del Quirinale. E non fanno nulla per dissuadere Mariopio, anzi. E qualche "addetto ai livori" di stanza a Bruxelles già mormora: se Draghi non fosse più presidente del Consiglio, perché l'Unione europea dovrebbe fare altri regali all'Italia, ad esempio concedendo una proroga sulla vendita di Mps?
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