Marco Conti per “Il Messaggero”
MARIO DRAGHI SORSEGGIA ACQUA
Le risorse disponibili sono limitate, Bruxelles non gradisce che si faccia nuovo debito e quindi «tassiamo una parte degli straordinari profitti che i produttori stanno facendo grazie all'aumento dei costi delle materie prime e distribuiamo questo denaro alle imprese e famiglie che si trovano in grande difficoltà». Al termine di una lunga giornata tutta impegnata a mettere a punto il decreto che aiuti cittadini e imprese a sostenere i rincari di energie, Mario Draghi si dice soddisfatto per l'unanimità tra i partiti e un po' meno per come sembra volersi muovere l'Europa perché «la crisi in Ucraina è una crisi europea e merita una risposta europea su tanti fronti» simile a quella data dopo la pandemia con il Pnrr, con la realizzazione di un apposito fondo.
MEME SULLA BENZINA
IL COSTO Soprattutto Draghi rivendica «l'intervento redistributivo» giudicando «equo» la tassazione del 10% degli extraprofitti «da un punto di vista di giustizia sociale» che «permette di evitare scostamenti di bilancio e di mantenere sotto controllo i conti pubblici». Con a fianco i ministri Franco e Cingolani e il sottosegretario Garofoli, Draghi spiega a tarda sera la trentina di articoli del decreto dopo una giornata complicata e una serie di riunioni tecniche e politiche concluse con il consiglio dei ministri. «In totale, le misure ammontano a 4,4 miliardi di euro», sostiene Draghi che ricorda anche «i 16 miliardi che abbiamo speso dalla scorsa estate per difendere gli italiani dall'aumento del costo dell'energia».
CARO BENZINA
Come annunciato c'è il taglio del costo dei carburanti per circa 25 centesimi a litro per un mese, il bonus sociale si amplia, alzando il tetto Isee da 8 a 12 mila euro, in modo da sollevare dai rincari di luce e gas circa 5,2 milioni di famiglie, contro i quattro attuali. «Aumentiamo i crediti d'imposta sul costo dell'energia e del gas a favore delle aziende energivore e gasivore - spiega il presidente del Consiglio - e ne istituiamo di nuovi per tutte le aziende che utilizzando elettricità e gas». Per le imprese c'è poi la possibilità di rateizzare (fino a un massimo di 24 rate mensili) le bollette relative ai consumi di maggio e giugno.
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Fondi anche per aiutare l'autotrasporto, l'agricoltura, e la pesca, così come viene rifinanziata la cassa integrazione per le aziende in difficoltà. Viene anche estesa la garanzia di Sace all'Ilva, «per consentire all'azienda di aumentare la produzione e sopperire alle carenze di acciaio nel Paese», sottolinea Draghi che ringrazia «in particolare» il ministro Giorgetti annunciando anche nuovi interventi sull'acciaieria. Si allarga il potere dell'esecutivo sulle aziende sensibili sotto il profilo della sicurezza e della difesa ampliando il Golden power con attenzione al cloud e al 5G.
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Vengono rafforzati i poteri di Arera (l'Autorità di regolazione per energia e reti) e del Garante per la Sorveglianza dei Prezzi, «perché possano rispettivamente conoscere i dettagli dei contratti di fornitura dei produttori e sanzionare fenomeni di speculazione». E fino alla fine del 2022 si potranno sospendere o prorogare le prestazioni previste dagli appalti pubblici in presenza di «variazioni in aumento dei prezzi di alcuni materiali da costruzione», rilevate dal Mims «ovvero gli aumenti eccezionali dei prezzi dei carburanti e dei prodotti energetici». Il decreto, sfornato in notturna per evitare immediati contraccolpi sui mercati, alla fine accontenta tutta la maggioranza.
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Ora Draghi aspetta che si muova l'Europa con misure importanti. Il timore, misto a consapevolezza, che i provvedimenti assunti dal consiglio dei ministri non siano gli ultimi si coglieva già ieri mattina al termine del vertice che Draghi ha organizzato a villa Madama con i colleghi di Spagna, Portogallo e Grecia. L'invasione dell'Ucraina sta facendo saltare ogni previsione e rischia di compromettere anche i programmi messi a punto dai Ventisette.
Draghi, con a fianco il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez, il primo ministro portoghese Antonio Costa e, in videocollegamento, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, lancia una sorta di appello ai Ventisette. «In passato, e oggi, abbiamo discusso di stoccaggi, di connessioni e funzionamento del mercato gas e dell'elettricità, abbiamo discusso dell'importanza di fare un decoupling, una separazione del mercato dell'energia elettrica da quello gas, abbiamo discusso della possibilità di avere un prezzo calmierato gas».
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Ecco - aggiunge - ora «dobbiamo anche convincere gli altri paesi del Consiglio europeo che hanno esigenze e strutture, e infrastrutture, molto complesse» perché «la sfida dell'energia va oltre l'emergenza della guerra». Quindi diversificare le fonti per sganciarsi da Mosca, ma nell'immediato un tetto europeo al prezzo del gas e acquisti comuni.
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