Adriana Logroscino per il Corriere.it
mario draghi.
A questo punto si può davvero lasciar da parte qualche prudenza: i dati del monitoraggio settimanale consolidano la discesa della curva, avviata a fine agosto. Anche la ripresa post estiva e la riapertura delle scuole non stanno determinando temuti scossoni nel contagio. La prossima settimana arriveranno le indicazioni per ridurre la quarantena in caso di infezioni da Covid in classe.
Da sabato, in base all’ordinanza firmata ieri dal ministro per la Salute, Speranza, anche la Sicilia, come il resto del Paese, è in «zona bianca». E lunedì cadono i limiti di capienza di musei, teatri, cinema, sale da concerto, si ridimensionano quelli di stadi e palazzetti dello sport, riaprono le discoteche.
Mario Draghi 2
«Per merito dei vaccini la pandemia è sotto controllo, la fine è in vista. La cooperazione tra governi e imprese ha dimostrato di poter salvare vite umane», festeggia il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo all’international business summit B20. «Dobbiamo affrontare il protezionismo sui prodotti sanitari — prosegue — è essenziale per assicurarci gli strumenti per combattere questa pandemia e prevenirne di future».
E di vaccini, della loro «equa distribuzione» parla anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella , inaugurando i lavori della terza edizione della Conferenza ministeriale Italia-Africa. «Ci stiamo lasciando alle spalle il periodo più buio. Molto resta da fare. Nessuno può dire di esser fuori dall’emergenza fin quando non ne saremo tutti fuori, ciò vale soprattutto per l’Africa e l’Europa, che costituiscono un’unica regione unita, piuttosto che separata, dal Mediterraneo».
Sergio Mattarella
Basso l’Rt, il fattore di replicazione dell’infezione, che resta a 0,83, cioè «sotto la soglia epidemica». Bassa l’incidenza dei positivi sulla popolazione, 34 ogni centomila abitanti, ben al di sotto della soglia critica di 50, in diminuzione i posti letto occupati in terapia intensiva come negli altri reparti ospedalieri. Questa in sintesi la fotografia del report illustrato come ogni venerdì da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.
«Nella mappa europea si iniziano a vedere più zone verdi. Ma in Italia l’andamento della curva è molto controllato e in calo in tutte le fasce d’età, anche sotto i 12 anni». Rispetto all’età media, quella dei contagiati è sotto i 40 anni, dei ricoverati sopra i 60, di chi ricorre alla rianimazione 66 e delle vittime 88.
silvio brusaferro foto di bacco (3)
Che sia il tempo della fiducia e dell’allentamento delle misure di contrasto alla diffusione del Covid, lo testimonia anche un annuncio del direttore dell’Iss atteso da tempo: è in arrivo una rimodulazione dei tempi della quarantena in caso di contagi a scuola, anche attraverso l’uso mirato dei tamponi. «Un gruppo di lavoro che vede coinvolto l’Istituto superiore di sanità, il ministero della Salute, il ministero dell’Istruzione e le Regioni sta riflettendo — dice Brusaferro — e la prossima settimana fornirà suggerimenti e raccomandazioni che possano aiutare gli operatori scolastici, gli operatori di sanità pubblica delle aziende sanitarie e anche le famiglie a trovare una via di equilibrio per permettere la didattica in presenza in sicurezza».
silvio brusaferro gianni rezza
Solo un anno fa la ripresa autunnale, dopo un’estate di relativa tregua, aveva portato in Italia una seconda ondata di contagi alla quale si provava a porre rimedio con l’introduzione delle zone rosse: lockdown territoriali, ma che imponevano molte restrizioni. Un tempo che si può considerare finito. Oggi in Italia sono soltanto quattro le aree a rischio moderato: Valle d’Aosta, Basilicata, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano. «Ricordiamo che siamo ancora in pandemia, sebbene in questa fase riusciamo ad avere una circolazione piuttosto contenuta del virus — conclude Brusaferro —. Credo sia molto importante lavorare per una prospettiva di riapertura di tutte le attività».
SILVIO BRUSAFERRO
La politica si schiera senz’altro in questa direzione: dal ministro per la Cultura, Dario Franceschini, ai presidenti delle Regioni delle diverse appartenenze politiche - il leghista Massimiliano Fedriga, i pd Stefano Bonaccini e Nicola Zingaretti, il forzista Alberto Cirio - il coro è unanime: «L’Italia deve ripartire».
SPERANZA
Monica Guerzoni per il Corriere.it
ROBERTO SPERANZA
Mezzogiorno è passato da pochi minuti, Roberto Speranza appoggia la penna con cui ha siglato l’ultima ordinanza e risponde al Corriere : «Ho firmato, la Sicilia non è più gialla. Adesso tutta l’Italia è in zona bianca, abbiamo fatto un altro passo in avanti».
Un passo verso l’uscita dal tunnel, verso la fine delle restrizioni di questi infiniti venti mesi di lotta contro il Covid. Il ministro della Salute è sollevato, eppure controlla le emozioni e scandisce parole come «cautela e prudenza», le stesse che dal primo giorno di pandemia caratterizzano il suo vocabolario: «Nessuno nel mondo dice che ne siamo fuori, la lotta al virus è ancora una partita aperta e delicata», la pensa come Mattarella il ministro, che si è battuto al G20 per «vaccinare tutto il Pianeta». «Siamo ancora dentro questa sfida, non possiamo considerarla archiviata. Dobbiamo continuare su una linea di serietà».
vaccini in sicilia
Il Paese che piange 130 mila morti è adesso nella fascia più bassa di rischio e lunedì si torna al cinema, a teatro, allo stadio, senza più rispettare il metro di distanza. Siamo a una svolta?
«Gradualmente, va meglio. L’Italia bianca è una bella notizia, conferma che le decisioni messe in campo, a cominciare dal green pass, hanno avuto effetto».
Draghi vede all’orizzonte la fine della pandemia, lei no?
«Il presidente ha detto che il quadro è positivo e ha invitato alla cautela. Abbiamo davanti altre prove».
Il Paese è stremato, ha voglia di ripartire. E bisogna rilanciare l’economia. Temi che a Speranza non sfuggono, ma la sua tesi di fondo non cambia. La difesa delle vite umane viene prima di tutto e se non c’è la salute, non c’è nemmeno la ripresa economica: «La crescita del 6% la fai se metti il Paese in sicurezza dalla pandemia. Stiamo entrando nella quarta settimana dalla riapertura delle scuole, possiamo parlare di tenuta, ma per un bilancio degli effetti è presto».
vaccinazione sicilia
Ci sono ancora morti, ancora contagiati, però il quadro epidemiologico si è stabilizzato e l’analisi di Speranza parte dalla campagna vaccinale, che per lui è un successo anche se la tabella di marcia del generale Figliuolo ha qualche giorno di ritardo:
«Siamo all’85% di prime dosi e quasi all’80% di seconde, è un dato importante. E adesso, con cautela, partiamo con le terze dosi per chi ha più di 60 anni e ha completato il primo ciclo da almeno sei mesi». Numeri incoraggianti, perché «siamo tra i primi Paesi nel mondo, davanti a Germania, Francia e Gran Bretagna», ma di strada da fare ce n’è ancora. Milioni di italiani in età lavorativa non hanno mai varcato la soglia di un centro vaccinale e Speranza si appella ai medici di famiglia: «Tocca a loro convincere gli incerti. Ogni giorno, vaccino dopo vaccino, avremo uno scudo un po’ più forte per proteggerci dal virus e potremo continuare il nostro percorso di riaperture graduali».
LA TERZA DOSE DEL VACCINO ANTI-COVID
Da riaprire non c’è quasi più nulla. Il governo ha appena dato il via libera alla piena capienza dei luoghi della cultura, al 50% di ingressi nelle discoteche e al 75% di posti negli stadi. Numeri che sono andati oltre le indicazioni degli scienziati, i quali invitavano a non correre e adesso si sentono messi da parte.
Perché Draghi ha sconfessato il Cts? «Nessuna sconfessione», difende gli scienziati Speranza e ricorda che Salvini e gli esercenti delle discoteche spingevano per aprire già prima dell’estate: «Il Cts ha dato un via libera di fondo, poi in cabina di regia c’era chi voleva riaprire tutto e chi consigliava di attenersi agli scienziati». La mediazione del premier la convince?
«Draghi si è mosso di qualche punto percentuale rispetto al Cts, ma siamo ancora dentro un percorso di gradualità».
MATTEO SALVINI
Del leader della Lega il ministro non vorrebbe parlare, però basta chiedergli se è vero che le riaperture siano una sua vittoria per strappargli una battuta: «Salvini è un rumore di fondo, lascia il tempo che trova. Non mi sembra che sposti granché. Il Cts aveva già dato il via libera ad allargare e se dobbiamo fare una discussione su un 10% di posti in più o in meno su cinema e stadi io nemmeno mi siedo al tavolo».
L’inverno è in arrivo e Speranza non è ancora stanco di lanciare appelli: «Continuiamo a tenere l’attenzione alta, perché c’è l’incognita varianti». Ne arriveranno altre? «Prima che arrivassero l’Alfa e la Delta lo sapevamo? No. Ora abbiamo i vaccini e l’Rt è a 0,83. Ma in Gran Bretagna ci sono 40.000 casi al giorno e mille morti in Russia. Restiamo con i piedi per terra».