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    RETROSCENA - LA GRANCASSA SULLA TASSA - DRAGHI SI E' INCAZZATO CON LETTA PER LA PROPOSTA SULLA TASSA DI SUCCESSIONE SOPRATTUTTO PERCHÉ È ARRIVATA NELLO STESSO GIORNO DELLA SUA CONFERENZA STAMPA, COINCIDENZA CHE LO HA ESPOSTO ALLE DOMANDE DEI GIORNALISTI SUL TEMA - LE CRITICHE DI "BASE RIFORMISTA" ESPOSTE A MEZZO DEL LOTTIANO VINCENZO DE LUCA - MA NEI SONDAGGI LA TASSA PROPOSTA NON DISPIACE…


     
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    1 - DAGOREPORT

    ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

    Giro di telefonate, discussioni, sussurri in camera caritatis: la proposta di Enrico Letta su una tassa di successione per i patrimoni superiori ai 5 milioni di euro ha fatto sì incazzare Draghi ma ha anche smosso il dibattito politico.

     

    In molti hanno commentato: "Il discorso è corretto ma la tempistica è totalmente sbagliata". Non è di questo parere Vincenzo De Luca, vicino agli ex renziani di "Base Riformista" (Lotti), che ha bocciato senza appello l'idea: "E' inaccettabile, sia dal punto di vista economico perché sono entrate banali; sia dal punto di vista politico perché è un atto di autolesionismo che crea un clima di diffidenza e una barriera nel rapporto con il ceto medio produttivo".

     

    Va detto che a prescindere dalla bontà dell'idea di Enrichetto, l'Italia è agli ultimi posti in Europa per l'imposta sulle eredità. In Francia la tassa c’è con aliquote che partono dal 5% (fino a 8mila euro circa di patrimonio) per arrivare al 45% (oltre 1,8 milioni di euro).

     

    draghi letta 1 draghi letta 1

    SuperMario non ha gradito la sparata di Letta (rimbalzata dall'intervista concessa a Gramellini per "Sette") soprattutto perché è arrivata nello stesso giorno della sua conferenza stampa, coincidenza che lo ha esposto alle domande dei giornalisti sul tema e lo ha obbligato a buttare la palla in tribuna: "La Commissione non si è ancora insediata. posso dire che progressività va preservata" (niente flat tax voluta da Salvini) e che “Non è tempo per politiche restrittive". Draghi, che vuole alleggerire il carico fiscale sul martoriato ceto medio, è convinto che una riforma fiscale organica debba arrivare dal Parlamento e non dal governo.

     

    Avviso ai navigati: la proposta di Letta non è dispiaciuta ai cittadini, sempre più alla ricerca di equità sociale dopo la mazzata economica inflitta dalla pandemia. I sondaggi hanno registrato "gradimento" sulla tassa di successione lanciata da Enrichetto. Del resto, anche se venisse votata dal Parlamento, l'Italia resterebbe sempre il fanalino di coda dei paesi europei…

    draghi letta draghi letta

     

    2 - LETTA: "FISCO, SERVE UNA RIFORMA COMPLESSIVA"

    Alessandro Di Matteo per “La Stampa”

     

    Assicura che non intende «mollare», ma di fatto adesso Enrico Letta manda messaggi rassicuranti a Mario Draghi. Il leader Pd va in tv da Fabio Fazio per spiegare la sua proposta di aumentare le tasse sulle eredità multimilionarie per finanziare una «dote» da assegnare ai diciottenni e, pur tenendo il punto, usa parole dialoganti.

     

    VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

    Del resto, Letta sa bene che la sua idea non solo ha scatenato le critiche di Matteo Salvini e del centrodestra, cosa ampiamente prevista, ma è stata accolta con freddezza anche dagli alleati del Movimento 5 stelle e persino dal segretario della Cgil Maurizio Landini, oltre ad essere archiviata rapidamente dallo stesso Draghi. Né al segretario deve essere sfuggito il silenzio di parecchi dei big Pd, a cominciare dai ministri.

     

    Il solo Andrea Orlando ha commentato, limitandosi a dire che «il Pd in Parlamento farà bene a condurre una battaglia affinché ci sia un fisco che aiuti chi ha meno».

    ENRICO LETTA MARIO DRAGHI ENRICO LETTA MARIO DRAGHI

     

    Letta, ovviamente, non fa passi indietro - dice, appunto, «io non mollo» - ma chiarisce alcuni passaggi per rassicurare chi teme per la tenuta della maggioranza e chi, anche nel suo partito, è preoccupato per la reazione del ceto medio: «Non voglio creare problemi a Draghi». E ancora, «questo intervento deve entrare in una riforma più complessiva, di questo abbiamo parlato con Draghi».

     

    DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

    Letta poi si sforza di rassicurare il ceto medio spaventato: «Questa riforma non riguarderà praticamente nessuno di voi che state ascoltando. Parliamo dell' 1% degli italiani.

    L' aliquota del 20% scatterà sulla parte eccedente i 5 milioni di euro. Non sto parlando di tassare le successioni del ceto medio!». Il leader Pd va anche oltre, precisa che l' operazione è stata pensata allo scopo di aiutare i giovani e quello deve essere l' obiettivo da mantenere: «La reazione che ho avuto è stato un florilegio di "ci vuole ben altro" (per aiutare i giovani, ndr). A me va benissimo, mettete altre soluzioni».

     

    andrea orlando andrea orlando

    Peraltro, anche Salvini sembra mandare segnali di distensione al premier. Certo, il leader della Lega non rinuncia ad attaccare Letta sul fisco dicendo che «il Pd sarà meglio chiamarlo da ora in poi il Pdt, il Partito delle tasse». Poi, però, toglie dal tavolo la "flat-tax" una delle potenziali "mine" sul percorso di quella riforma organica del fisco che Draghi ha in cantiere. «Ci arriveremo - spiega - siamo pazienti e cocciuti. Magari non ci arriveremo ora, con Conte, Grillo e Letta, ma prepariamo il terreno mattoncino dopo mattoncino».

     

    Intanto, Letta spende anche qualche parola per ribadire la mano tesa a Giuseppe Conte e a M5s, nonostante la corsa separata di Pd e 5 stelle a Roma, Torino e Milano: «Il mio interlocutore è Conte, abbiamo un rapporto molto positivo. Ho un giudizio positivo del secondo governo Conte. Il M5s si è evoluto e noi dobbiamo accompagnare bene questa evoluzione».

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