Ilario Lombardo per “La Stampa”
mario draghi.
Uno dopo l'altro a Kiev ci stanno andando tutti. Gli ultimi sono stati, l'altro ieri, il premier spagnolo Pedro Sanchez e la collega danese Mette Frederiksen. Mario Draghi avrebbe rischiato di rimanere uno dei pochi leader europei a non volare nella capitale ucraina per portare anche fisicamente il proprio sostegno al presidente Volodymyr Zelensky. E così dopo due giorni di risposte perplesse e di cautela sull'agenda, a Palazzo Chigi hanno finalmente rivelato che la pianificazione del viaggio è partita.
volodymyr zelensky mette fredriksen pedro sanchez
Il presidente del Consiglio andrà a Kiev. Ancora non si conoscono i dettagli, a cominciare dalla data. Ci sono diversi aspetti di sicurezza che vanno analizzati prima di indicare un giorno. Molto dipende dall'andamento della guerra e dalla geografia del conflitto.
Le riaperture delle ambasciate a Kiev, tra le prime quella italiana, lasciano sperare in una relativa tranquillità, ma i recenti bombardamenti arrivati fino a Leopoli, al confine orientale - quello in teoria meno aggredito dalle truppe e dai missili russi -, sono la prova che nulla va sottovalutato.
mario draghi IN ALGERIA
Per capire quando andare, innanzitutto Draghi deve negativizzarsi. Il premier è ancora a casa, in Umbria, a Città della Pieve, con il Covid. A quel punto deciderà se volare in Ucraina prima del 3 maggio, giorno in cui è atteso a Strasburgo per il discorso davanti all'assemblea plenaria del Parlamento europeo, o subito dopo, prima di partire per gli Stati Uniti, dove sarà tra il 10 e il 12 maggio, con tappa a Washington e a New York.
joe biden mario draghi
A Kiev, Draghi avrà l'occasione di discutere faccia a faccia con Zelensky delle reali volontà degli ucraini e di quali margini concreti lasciare alle quasi inesistenti trattative con la Russia. Finora l'Italia non si è sottratta alla richiesta di aiuti: sta mandando armi utili alla resistenza ucraina, e partecipa alle sanzioni decise in ambito europeo che puntano a indebolire Vladimir Putin ma che al momento evitano di toccare le forniture russe di gas. Zelensky chiede il bando totale dell'energia comprata da Mosca e vuole mezzi militari più pesanti.
Gli Usa e il Regno Unito sono pronti, la Germania tentenna, l'Italia deciderà nei prossimi giorni. Cosa può fare il governo Draghi di più? Sarà di questo che parleranno i due leader. Ma è un interrogativo su cui è già al lavoro la diplomazia italiana. Negli ultimi giorni si sono intensificati i contatti ad alto livello governativo con la Turchia.
putin erdogan gustano un cornetto
Ankara vuole coinvolgere Roma in un processo che, nelle intenzioni del presidente Recep Tayyip Erdogan, porti a una conferenza di pace. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ne ha parlato con il suo omologo Mevlüt Çavusoglu. I turchi chiedono un ammorbidimento dei toni nel fronte occidentale, e sperano che l'Europa si svincoli dalla strategia di Stati Uniti e Regno Unito rivolta, secondo la loro interpretazione, al chiaro obiettivo di deporre Putin più che al raggiungimento del cessate il fuoco.
mario draghi e luigi di maio alla camera
Al tavolo della conferenza Erdogan vuole far sedere altri Stati garanti, in grado di interloquire con entrambe le parti. Il canale della diplomazia, alla Farnesina, resta aperto con Mosca. A fine marzo Draghi ha svelato come tanto l'Ucraina quanto la Russia abbiano chiesto all'Italia di mantenere un ruolo di mediazione. Succedeva appena un mese fa. Sembra passata un'eternità.