Luca Monticelli per “La Stampa”
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L'Europa stacca il primo assegno da 24,9 miliardi all'Italia. È il bonifico di ferragosto del Piano nazionale di ripresa e resilienza che arriva sui conti dello Stato. L'anticipo vale il 13% dei 191,5 miliardi previsti entro il 2026.
«Un'erogazione di fondi che avvia il rilancio per fare del Paese un motore di crescita per l'intera Europa», dice la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. «Un esborso in tempi record», aggiunge il commissario al Bilancio, Johannes Hahn. L'Italia, infatti, è il quinto Stato membro a ricevere il prefinanziamento, ad un mese esatto dal via libera all'Ecofin del 13 luglio.
mario draghi marta cartabia 1
Per il premier Mario Draghi la sfida ora è proseguire con le riforme, partendo dalla legge sulla concorrenza e il fisco, slittate a settembre. L'Italia beneficia della somma più alta nell'Unione e «l'assegnazione di queste ingenti risorse richiama tutti noi al senso di responsabilità nei confronti degli impegni presi verso noi stessi, verso il nostro futuro e verso l'Europa», ricorda Draghi.
MARIO DRAGHI
«Vogliamo una ripresa duratura, equa e sostenibile: dobbiamo perciò spendere in maniera efficiente e onesta», aggiunge il presidente del Consiglio. Renato Brunetta, ministro della Pa, parla di «grande giorno: abbiamo onorato gli impegni con l'Ue, l'Italia torna ad essere credibile».
Secondo le stime, gli investimenti finanziati dal programma Next Generation dovrebbero aiutare il pil italiano a crescere del 4,2% nel 2021 e a raggiungere il 4,4% nel 2022, quando il piano comincerà a dare i suoi frutti.
Sedici miliardi in prestito
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I 25 miliardi del bonifico sono così distribuiti: quasi 9 miliardi gli aiuti a fondo perduto e circa 16 i prestiti.
I pagamenti del rimanente 87% affluiranno nelle casse del Tesoro in base al completamento dei target fissati. La seconda tranche potrebbe essere incassata in autunno. «Lasciare in eredità un Paese migliore: questo è l'impegno che il governo intende portare avanti attraverso la collaborazione e il confronto con tutte le parti interessate», è il commento del Mef.
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Proprio per assicurare il raggiungimento degli obiettivi nei tempi previsti, il ministero guidato da Daniele Franco e quello della Funzione pubblica annunciano il concorso per reperire 500 controllori: serviranno a verificare la correttezza degli investimenti. Saranno destinati alle strutture di monitoraggio e rendicontazione delle amministrazioni coinvolte. Si cercano profili economici, giuridici, matematici e ingegneri da assumere per almeno tre anni.
La maratona
Il prefinanziamento di Bruxelles segna però l'inizio di una maratona, non sarà facile rispettare la tabella di marcia concordata con la Commissione europea. Il primo sprint toccherà ai 106 progetti indicati dall'esecutivo come il motore della fase uno. Gli interventi vanno dalla cybersecurity alla messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, fino all'internazionalizzazione delle Pmi e agli investimenti di Transizione 4.0. Poi c'è il superbonus, il potenziamento tecnologico della sanità e l'Alta velocità.
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Tanti i progetti inseriti già in via di realizzazione, come l'infrastruttura del Terzo Valico e l'efficientamento energetico dei Comuni. Bisogna spendere tutto e bene, senza dimenticare le riforme: nella road map messa a punto da Palazzo Chigi e inviata ai ministeri se ne contano 23 da adottare entro dicembre. L'occasione per l'Italia è «irripetibile», ribadisce il commissario Paolo Gentiloni, la strada per portare il Paese nel futuro, però, è ancora lunga.
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