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    MEGLIO SOLDATINO DI BIDEN O CHIERICHETTO DI MACRON? DRAGHI STASERA A CENA CON IL PRESIDENTE FRANCESE: NEL MENU’ IL RILANCIO DEI NEGOZIATI TRA MOSCA E KIEV (CON IL TENTATIVO DI SGANCIARE GLI STATI UNITI DALLA LINEA OLTRANZISTA DI GRAN BRETAGNA E POLONIA ALL'INTERNO DELLA NATO) – MA ITALIA E PARIGI DEVONO CONFRONTARSI SUI MOLTI INTERESSI DIVERGENTI (COME NEL CASO DELLA LIBIA) - È DA WASHINGTON, NON DA PARIGI, CHE PASSA LA POSSIBILITÀ PER L'ITALIA DI RIACQUISIRE PESO NEL MEDITERRANEO…


     
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    Stefano Graziosi per “la Verità”

     

    mario draghi emmanuel macron versailles mario draghi emmanuel macron versailles

    I rapporti tra Roma e Parigi si rinsaldano, ma bisogna fare attenzione. È prevista per stasera una cena all'Eliseo tra Mario Draghi e il presidente francese, Emmanuel Macron. Il nostro premier sarà infatti a Parigi oggi e domani, per partecipare alla cerimonia di apertura della riunione a livello ministeriale del Consiglio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico: una riunione che sarà presieduta dall'Italia.

     

    Una grande rilevanza politica spetta comunque alla cena odierna tra i due leader; cena in cui, secondo l'Eliseo, si dovrebbe «discutere dell'agenda europea, soprattutto in merito al sostegno all'Ucraina e al rafforzamento dell'autonomia europea in materia di Difesa ed energia».

    emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3 emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3

     

    «Si tratterà anche di preparare», prosegue la nota ufficiale, «le scadenze della fine del mese che sono il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno, il vertice G7 a Elmau e il vertice della Nato a Madrid». Spazio sarà anche dato ai «legami che uniscono la Francia e l'Italia sul piano bilaterale» nel contesto del Trattato del Quirinale, siglato a Roma lo scorso novembre.

     

    Sul piano della crisi ucraina, è noto che, ormai da alcune settimane, Draghi sta giocando di sponda con Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, per cercare di rilanciare i negoziati tra Mosca e Kiev e controbilanciare la linea maggiormente proattiva di Londra e Varsavia all'interno della Nato. In altre parole, Roma, Parigi e Berlino stanno cercando di sganciare, almeno parzialmente, la Casa Bianca dalle posizioni di Downing Street.

    MARIO DRAGHI - BORIS JOHNSON - EMMANUEL MACRON MARIO DRAGHI - BORIS JOHNSON - EMMANUEL MACRON

     

    Come abbiamo già notato su queste colonne nel recente passato, tali dinamiche hanno un duplice aspetto. Se da una parte è più che comprensibile cercare di rilanciare le trattative diplomatiche in nome di una de-escalation, dall'altra Draghi deve fare estrema attenzione a evitare che l'inquilino dell'Eliseo cerchi di subordinare questa strategia alle mire nazionalistiche francesi. Non è del resto un mistero che Parigi consideri Bruxelles un amplificatore dei propri interessi, nutrendo ambizioni di egemonia politica in Europa.

     

    Sotto questo aspetto, è bene che il nostro premier vigili anche per quanto riguarda il Trattato del Quirinale. In astratto, non è certo un male rafforzare la cooperazione tra Roma e Parigi. Bisogna tuttavia capire in che modo ciò avverrà.

     

    Anche perché, soprattutto su determinate questioni, le due capitali portano avanti interessi divergenti. Si pensi solo alla Libia e, più in generale, al Mediterraneo: dossier su cui il testo del Trattato resta un po' troppo vago e rispetto a cui è invece bene che il premier presti grande attenzione.

    draghi biden macron draghi biden macron

     

    In Libia, Parigi ha già ampiamente mostrato di condurre una politica non certo amichevole nei confronti del nostro Paese, spalleggiando nel recente passato il generale Khalifa Haftar: controversa figura, a sua volta sostenuta dal Cremlino.

     

    Tra l'altro, un avvicinamento eccessivo alla Francia porterebbe con sé il rischio di una subordinazione politica e industriale, oltre a quello di indebolire i nostri rapporti con l'anglosfera: un'anglosfera che, pur non godendo oggi di ottima salute a causa della debole leadership di Joe Biden, resta comunque il miglior bilanciamento di cui disponiamo nei confronti dell'asse francotedesco. È da Washington, non da Parigi, che passa la possibilità per Roma di riacquisire peso nel Mediterraneo.

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