Da il “Fatto Quotidiano”
500 EURO
La Ue è pronta a “far guerra” contro le banconote da 500 euro usate dai terroristi. E in questo potrebbe avere un alleato non da poco: la Banca centrale europea guidata da Mario Draghi.
Mentre il governo italiano ha alzato l’uso al tetto del contante (da mille a tremila euro) senza obbligo di tracciare i pagamenti, secondo il Financial Times, la Commissione europea presenterà oggi una proposta per chiedere di indagare sull’alto numero sospetto di bigliettoni viola in circolazione, per cercare di soffocare così il finanziamento illecito alle attività terroristiche.
“L'uso di banconote ad alta denominazione, in particolare quella da 500 euro, è un problema riportato dalle autorità giudiziarie”, si legge nel testo visto dal quotidiano inglese, in quanto “c'è forte domanda tra gli elementi criminali dovuta al loro alto valore e basso volume”.
RENZI 500 EURO
La Commissione Ue intende lavorare con Europol, ma è la Bce ad avere l'esclusivo controllo su monete e banconote in circolazione. Ieri Mario Draghi, davanti al Parlamento Ue, ha assicurato che l'istituzione sta studiando il problema ma che non è ancora stata presa nessuna decisione: “Vogliamo apportare dei cambiamenti - ha assicurato - e siamo determinati a non rendere la vita facile ai criminali”.
La cartamoneta in euro è disponibile anche in tagli da 200 e 500 euro, a differenza del dollaro, il cui taglio massimo è 100 dollari. Le banconote da 500 euro prestano ovviamente il fianco alle attività di riciclaggio: in una valigetta ventiquattro ore possono essere trasportati fino a 6 milioni di euro in contanti.
Stando ad un rapporto della Fondazione Icsa citato dal Sole 24 Or e, in Italia 4 banconote da 500 euro su 5 sono concentrate al confine italo-svizzero, nel Triveneto e nella provincia di Forlì (confina con la Repubblica di San Marino), le tre principali via di fuga dei capitali verso l’estero.
DRAGHI 500 EURO
Al centro dell’annuale relazione al Parlamento Ue sul bilancio della Banca centrale europea tenuto Mario Draghi c’erano però i temi che stanno scuotendo il sistema bancario italiano. Draghi ha di fatto risposto alle richieste - avanzate la scorsa settimana dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco - di rivedere (o meglio rinviare) il b a il - i n, il nuovo meccanismo che fa pagare le crisi bancarie in primis ad azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra i 100 mila euro, per attenuarne l’impatto.
ignazio visco mario draghi
L’Ue ha già fatto sapere - tramite le solite “fonti anonime”- che non se ne parla proprio. Serve una sua applicazione “coerente” con l’architettura dell’Unione Bancaria, finora attuata a metà con la supervisione e la risoluzione unica, ha spiegato invece Draghi. Serve, cioè, che venga completata con il terzo pilastro, ossia l'assicurazione comune europea sui depositi (Edis) - come chiede anche il governo italiano - ma su cui la Germania si è messa di traverso.
Draghi ha poi ricordato che “l'inflazione è più bassa delle attese”e questo spingerà la Bce “ad agire a marzo”, probabilmente allentando ulteriormente i limiti agli acquisti fatti attraverso il Quantitative easing. Ieri le Borse europee hanno chiuso in calo (il prezzo del greggio è crollato del 6%), con Milano (-0,9%) che ha visto il tonfo di Mps e le buone performance di Bpm e Banco Popolare, in vista della possibile fusione.
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