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    DRUSILLA FOER A LUCI ROSSE SU “OGGI”: “IL SESSO? NE HO FATTO MOLTISSIMO, HO BATTUTO QUALSIASI MEDIA. MA SE ANCHE NON NE FACESSI PIÙ, SAREI A POSTO” - “L’AMORE È CAMBIATO DURANTE GLI ANNI. ADESSO MI GODO LA GESTIONE LIBERA DEL MIO TEMPO, SENZA IL DESIDERIO DI STARE CON QUALCUNO. SONO SINGLE" – ‘’L'ANZIANA SOUBRETTE’’, COME AMA DEFINIRSI, DICHIARA ‘’TRA I 40 E I 70 ANNI’’ ED È APPARSA PER LA PRIMA VOLTA SU YOUTUBE NEL 2011. IL SUO ALTER EGO GIANLUCA GORI, FIORENTINO, DI ANNI NE HA INVECE 55


     
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    Michela Auriti per “Oggi”

     

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    La prima comune curiosità è quella di etichettarla: chi è Drusilla? Diciamo prima cosa non è: non un travestito - termine peraltro fuori moda non una trans e nemmeno una drag queen.

     

    Drusilla Foer nasce dalla creatività dell'attore e regista teatrale Gianluca Gori, dunque è un personaggio. Ma anche oltre, se Vincenzo Mollica ha giustamente notato che «è stata inventata una persona».

     

    C’è più lealtà e sincerità in questa maschera che altrove, più profondità. Drusilla, ironica, ti fa vedere le cose sotto un'altra prospettiva. Al punto che la curiosità sulla sua vera natura sfuma nella sostanza universale che è, semplicemente, quella umana.

     

    Al timone di L'Almanacco del giorno dopo (fino al 13 gennaio nel preserale di Rai 2), l'artista si presta a qualche ragionamento sull'anno che verrà e i temi che le stanno più a cuore. Parla anche molto di sé Illuminando ora il personaggio, più spesso la reale identità. Drusilla dichiara «tra i 40 e i 70 anni» ed è apparsa per la prima volta su YouTube nel 2011. Il suo alter ego Gianluca Gori, fiorentino, di anni ne ha invece 55.

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    Drusilla, cosa prevede per i diritti civili? Con il nuovo governo potrebbe soffiare un vento...

    «... di regressione. Siamo l'ultima nazione in Europa ad avere certe chiusure, quindi un'involuzione o una disattenzione rispetto a questi temi è un fatto di inciviltà. Ognuno può sostenere la propria opinione, ma è giusto che tutti abbiano la possibilità di scegliere.

     

    Qualora non si predispongano, nella Costituzione, voci che permettano libertà di espressione della propria sfera affettiva e sessuale si è in un Paese non libero e incivile.

     

    COPERTINA OGGI - 29 DICEMBRE 2022 COPERTINA OGGI - 29 DICEMBRE 2022

    Detto ciò, se il popolo ha eletto questo governo, vuol dire che ha dato fiducia a quel tipo di pensiero. Io aspetto di vedere. Se dovesse venire meno la volontà di portare civiltà, invito tutti a scendere in piazza e a fare molto casino. Dopo però, non prima».

     

    Si avvertono rumori di fondo sul diritto all'aborto. Perché la società continua ad avercela con le donne, con la loro libertà ad autodeterminarsi?

    «L'aborto è un tema che mi turba. Non saprei dire se sono favorevole oppure no, ma certamente dev'esserci la libertà di farlo. La libertà è soggettiva, quindi non si può privilegiare il divieto rispetto a una scelta, laddove ci sia rispetto per se stessi e per gli altri.

     

    Non si può oggettivare una morale comune. C’è un errore secolare, una narrazione che vede la donna un passo indietro all'uomo. Bisogna scalzarla. Il mondo femminile ha pari dignità e potenzialità rispetto a quello maschile. Nessuno fa a gara con nessuno, c'è spazio per tutti».

     

    Ha detto: «Vorrei essere la paladina di tutti coloro che, per qualsiasi motivo, sono tenuti ai margini». Che cosa veramente irrita la sua sensibilità?

    «Ogni volta che c'è un recinto culturale rispetto a qualcosa. Per esempio poca libertà editoriale o artistica. L'omologazione del pensiero mi disturba, soprattutto quando è usata in funzione di un potere. Rende un popolo più vulnerabile, più gestibile».

     

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    Il suo amico Gianluca Gori, che le presta corpo e voce, la pensa come lei? Che rapporto avete?

    «Siamo d'accordo su quasi tutto. Anzi, tolga il quasi: su tutto. Abbiamo la stessa calligrafia, la stessa visione della libertà, ma lui ha più volontà di me. È stato fotografo, pittore, molte cose. Però non so cosa ora faccia, tendo a non frequentarlo».

     

    Quando è nata l'illuminazione di Drusilla?

    «Una decina d'anni fa, mi pare. Tutte le cose che mi piacciono, a un certo punto si sono infilate in un imbuto: la scrittura, la rappresentazione, la musica, il teatro. Poi l'incontro con Franco Godi (compositore e produttore discografico, ndr) mi ha responsabilizzato. Ha responsabilizzato il personaggio».

     

    Drusilla, lei ha avuto un anno impegnativo. L’esplosione dopo la partecipazione a Sanremo e ora la chiamano dappertutto, in teatro, al cinema, in tv. Il successo la sta stancando?

    «Non è che stanchi il successo, cosa assai piacevole... Stanca il lavoro, mia cara! È consequenziale. Vorrei lavorare un po' meno, farmi una bella vacanza. Occuparmi degli interessi, ispirarmi, dormire. Ricaricare i pensieri, rinfrescare qualche convinzione».

     

    È vero che lei pensa di non essere mai all'altezza?

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    «Si. Ho una sorta di pudore, perché sento la responsabilità verso le occasioni che mi propongono. Preferisco partire di rimessa per poi stupirmi. Ma penso che, quando uno fa il proprio lavoro con integrità e lealtà, alla fine ha quello che si merita».

     

    Drusilla è arrivata al successo un po' tardi. Perché l'Italia non è meritocratica e non si è accorta di lei?

    «No, semplicemente perché ha iniziato a lavorare tardi! Sulle spalle di uno che ha lavorato sodo tutta la vita».

     

    Ah ecco: «l'anziana soubrette», come ama definirsi, è anche un po' sanguisuga.

    «Ma si, un pochino. D'altra parte, una donna tale non potrebbe essere altrimenti».

     

    Questa preponderanza di Drusilla affatica l'amico Gianluca?

    «Ripeto: io tendo a non frequentarlo. Però sì, immagino di si. È un lavoro molto fisico e molto di pensiero, impegna tutto».

     

    Posso chiederle se le manca un figlio?

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    «Ora no. Ma ci ho pensato quando ero molto giovane. Mi sarebbe piaciuto diventare genitore. Poi ho trovato luoghi per me più convincenti, più leali».

     

    E’ felice?

    «Sono una persona molto grata e la gratitudine è un bel sentimento. Insomma ho avuto moltissimo e non solo ora».

     

    Origini toscane, di ottima famiglia. Com'è stata la giovinezza di Drusilla?

    «Ricolma di affetto, di sollecitazioni alla curiosità e all'arte. Piena di libertà di andare verso ciò da cui si è attratti. Famiglia borghese con una grande fattoria a Siena, ma non è che si andava a zappare».

     

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    In un'intervista le hanno citato Hervé Foer, il marito scomparso di Drusilla (anche questo parte del personaggio creato da Gori, ndr) e lei ha detto: «È tutto quello che avrei voluto avere».

    «La risposta perfetta, la sola che ho deciso di dare. Ha molte chiavi di lettura».

     

    C'è stato un momento di commozione.

    «Sono un'artista leale».

     

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    Che posto occupa l'amore nella sua vita?

    «È cambiato durante gli anni. Adesso mi godo la gestione libera del mio tempo, senza il desiderio di stare con qualcuno. Sono single, si».

     

    E il sesso?

    «Ne ho fatto moltissimo, ho battuto qualsiasi media. Ora meno. Ma se anche non ne facessi più, sarei a posto».

     

    Divagazione. Noto una sottile fede d'oro all'anulare di Drusilla e, sopra, un'altra più spessa con un brillantino. Lei spiega: «La prima non so di chi sia, è scomparsa l'incisione all'interno. L'ho trovata in casa. Potrebbe anche essere di un uomo, perché in famiglia gli uomini avevano le dita magre. L'altra è l'anello di fidanzamento che la mia mamma diede al mio babbo».

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    Drusilla, lei è assolutamente trasversale: mette d'accordo tutti, senza distinzione di genere e di età. Come se lo spiega?

    «Non mi chiedo mai perché piaccio, piuttosto m'interrogo quando non piaccio. Io m'interesso a chiunque, che sia un bambino, una borghese, un assistente sociale, un pusher. C'è sempre qualcosa di valore in una persona.

     

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    E il grande dono che ho avuto nella mia educazione, andare oltre il primo impatto. Ma ci sono cose che non perdono: la tirchieria e la furbizia, il classismo. Però non ho pregiudizi e sono disposta a cambiare opinione (Nel monologo a Sanremo diceva: «L'atto più rivoluzionario che si possa fare è l'ascolto, per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo convenzioni, ndr). Amo le persone piene di inciampi, di luminosità. E mi piacciono molto le contraddizioni».

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    Bè, lei è una contraddizione vivente.

    «Un po' si. Ma non in quello che faccio».

     

    Il successo le ha dato alla testa?

    «Macché, mi sento sempre in colpa. Quando sono stata al festival di Venezia, mi hanno dato due carabinieri per muovermi: pensavo fossero tutti pazzi! La celebrità non è una mia tensione, alla mia età ambisco a fare le cose bene e che abbiano un senso. Ancora oggi sul lavoro mi chiamano Drusilla Führer».

     

    E se tutto dovesse finire, anche in Rai, ce l'ha un piano B?

    «Si, so fare tante cose. Autorato, regia, e se non è tv è teatro. M'invento un altro lavoro: magari in un bar e senza difficoltà. Ne ho fatti tanti, sa? E poi io vivo con poco. Mi compro un maglione l'anno ma di ottima qualità. Metto quello che ho. Già mi è sembrata una follia farmi sei vestiti per Sanremo che poi non indosso più. È una cosa che mi innervosisce».

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    Come sarà il suo 2023?

    «Uscirà un mio disco di inediti, molti donati da musicisti come Mogol, Tricarico, Mariella Nava, Renzo Rubino, Pacifico, Pino Donaggio. Forse un po' di cinema e poi come sempre teatro. Spero che rimanga del tempo per me e per gli altri. Vorrei una vita un po' più normale. Ma sono tanto fortunata».

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    Si è fatta qualche amicizia nel mondo dello spettacolo?

    «Pino Strabioli lo frequento da sempre e voglio molto bene a Piero Chiambretti. Ho un rapporto affettuoso con Ornella Vanoni e Valentina Persia, che è diretta e fragile come me».

     

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    Ha accennato ora alla sua fragilità. Ci sono momenti in cui Drusilla va consolata?

    «Non aspetto la consolazione, ma mi piace la protezione. Le persone con cui lavoro, il mio team, mi proteggono tutti».

     

    Perdoni la domanda: lei ha mai avuto periodi cupi, è mai andata dallo psicologo?

    «Ma certo! Allo stesso modo in cui si va dal parrucchiere. Ci sono stati momenti di grande confusione nella mia testa».

     

    E ci va ancora oggi?

    «No, basta. Ormai si fa con quello che si ha».

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