• Dagospia

    DUE ANNI DI GUERRA DOVEVANO RIDURRE I RUSSI A MENDICANTI. E INVECE L’ECONOMIA DI MOSCA VIAGGIA A PASSO DI MARCIA – IL PIL RUSSO NEL 2024 CRESCERÀ DEL 2,6%, MENTRE LA ZONA EURO ARRANCA ALLO 0,9% - CERTO, È TUTTO MERITO DELL’INDUSTRIA BELLICA, CHE LAVORA A PIENO REGIME E “DOPA” LE STATISTICHE, MA È UN FATTO CHE LE SANZIONI-BOOMERANG DELL’OCCIDENTE NON SIANO SERVITE A NIENTE: PUTIN HA TROVATO ALTRI CLIENTI PER LE SUE MATERIE PRIME (CINA E INDIA). E L’ECONOMIA REALE ARRANCA…


     
    Guarda la fotogallery

    Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”

     

    putin on fire putin on fire

    A due anni dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, la Russia ingrana la marcia e sembra vedere più che raddoppiate le stime sulla crescita, con il Fondo monetario internazionale che calcola per il 2024 un Pil in aumento del 2,6% (ben più del valore della zona euro, fermo allo 0,9%), rispetto all'1,1% di ottobre. Numeri "dopati" dall'imponente spesa pubblica per l'industria bellica, controbatte Bruxelles, e che hanno trasformato i conti del gigante russo in un classico esempio di economia di guerra.

     

    Ma che, perlomeno per il momento, hanno attenuato, in concreto, l'impatto atteso dalle massicce sanzioni introdotte negli ultimi 24 mesi dall'Occidente, nell'intento di prosciugare i canali di finanziamento dell'offensiva militare.

     

    VLADIMIR PUTIN BRINDA CON I SOLDATI VLADIMIR PUTIN BRINDA CON I SOLDATI

    Oltre a bloccare l'accesso ai porti e allo spazio aereo Ue a navi e velivoli russi, le restrizioni hanno congelato 300 miliardi di asset della Banca centrale russa nell'Ue e nei Paesi del G7 e 21,5 miliardi di euro di asset di personalità legate al Cremlino, fiaccato il rublo oggi "rianimato" artificialmente da Mosca e bloccato il 58% dell'export pre-bellico Ue verso la Russia e il 61% dell'import, si legge in una ricognizione della Commissione Ue pubblicata alla vigilia dei due anni dallo scoppio della guerra.

     

    rubli in fiamme rubli in fiamme

    Ma Mosca, in varie circostanze, è riuscita comunque a eludere o limitare l'impatto delle misure. Non lo ha fatto da sola, beninteso: mentre Iran e Corea del Nord riforniscono il Paese di armi, Cina e India, insieme alle economie dell'Asia Centrale (dal Kazakistan all'Armenia) sono le principali indiziate che hanno dato una mano nell'opera di aggiramento delle limitazioni. Sostituendosi alle importazioni del Vecchio continente e accettando di ri-orientare l'export russo bloccato dalle sanzioni in direzione dei mercati asiatici, a cominciare da risorse chiave per il Cremlino come petrolio e gas.

     

    VLADIMIR PUTIN - PATRIMONIO E RUBLI VLADIMIR PUTIN - PATRIMONIO E RUBLI

    Il giro d'affari russo verso l'Asia ha fatto numeri da capogiro nell'anno appena trascorso: il continente rappresenta oggi, secondo i dati delle dogane russe, rispettivamente il 72% e il 68% di export e import. Tanto che il nuovo pacchetto di restrizioni adottato ieri dai governi dell'Unione europea - è il tredicesimo - prende di mira, per la prima volta, pure entità straniere: quattro aziende cinesi, e una ciascuna per India, Kazakistan, Serbia, Thailandia, Turchia e Sri Lanka.

     

    vladimir putin soldato immagine creata con midjourney 6 vladimir putin soldato immagine creata con midjourney 6

    […] Ma, al di là delle mosse di riposizionamento geo-economico, per Bruxelles dietro la postura russa c'è un gigante dai piedi d'argilla. Secondo la Commissione Ue, infatti, la crescita della Russia sarebbe solo un'illusione ottica.

     

    «C'è sulla carta, ma uno sguardo più attento rivela che ciò è dovuto al significativo aumento delle spese militari», da sole pari «al 6% del Pil nel 2024 (cioè a 109 miliardi di euro)», e che quest'anno rappresenteranno un terzo del bilancio statale complessivo.

     

    Insomma, la Russia è diventata un'economia di guerra isolata internazionalmente, scrive l'esecutivo europeo. Nel report diffuso ieri si conferma la lettura sviluppata da molti esperti: proprio la guerra è diventata un fattore chiave per espandere gli stimoli fiscali e sostenere, falsandone l'effettiva percezione, la crescita di una Russia all'apparenza forte ma in strutturale degrado. Nel 2023, Mosca ha aumentato il suo intervento nell'economia di 30 miliardi di euro, pur senza dover fare eccessivo deficit: se un incremento del 35% della manifattura di carri armati, munizioni e fighter, al pari dei salari dei soldati e degli indennizzi per morti e feriti contribuiscono tutti a gonfiare il Pil del Paese, nel frattempo le linee di produzione dell'industria civile rimangono ferme, e gli operai sono chiamati al fronte nonostante la carenza di manodopera.

    LA SITUAZIONE DELL ECONOMIA RUSSA LA SITUAZIONE DELL ECONOMIA RUSSA

     

     E l'economia reale arranca. Proprio a causa dell'elevata spesa pubblica, l'inflazione rimane su un allarmante 7,4%; e ciò benché la Banca centrale si sia trovata costretta ad aumentare i tassi d'interesse al 16% (quattro volte quelli Ue) per tenere a bada il carovita. Sullo sfondo di una guerra che - economicamente - Mosca non si può permettere di vincere, concordano gli analisti, ma solo di tirare per le lunghe.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport