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    DUE DELLE 5 VITTIME DELLA STRAGE NEL CANTIERE DEL SUPERMERCATO DI FIRENZE ERANO IMMIGRATI IRREGOLARI? OLTRE ALL'ITALIANO LUIGI COCLITE, CI SONO TRE MAROCCHINI E UN TUNISINO, DI UNO DI LORO SI CERCA ANCORA IL CORPO - I REATI IPOTIZZATI SONO OMICIDIO COLPOSO PLURIMO E CROLLO COLPOSO. SULLA DINAMICA DELL’INCIDENTE C’È ANCORA MOLTO DA CHIARIRE. COSÌ COME SULLA CATENA DI APPALTI E SUBAPPALTI CHE HA PORTATO AL CANTIERE. IL CROLLO DELLA TRAVE IN CEMENTO ARMATO POTREBBE ESSERE STATO PROVOCATO DA UN…


     
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    Da corriere.it - Estratti

     

    crollo in un cantiere a firenze 2 crollo in un cantiere a firenze 2

    Mentre i vigili del fuoco stanno cercando di estrarre il corpo del quinto operaio sepolto fra le macerie dopo il crollo, avvenuto venerdì, di un pilone nel cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze, si cominciano a delineare le generalità delle vittime, oltre a Luigi Coclite, l'unico italiano della squadra di operai. Recuperati i corpi del tunisino Mohamed Toukabri, 54 anni, il marocchino Mohamed El Farhane, 24 anni, e il suo connazionale Taoufik Haidar, 43 anni. Manca ancora all'appello il corpo del marocchino Bouzekri Rahimi.

    LUIGI COCLITE LUIGI COCLITE

     

    La Procura, che indaga per omicidio colposo plurimo e crollo colposo, ha delegato tutti gli accertamenti sui quattro operai: due di loro sembrerebbero non essere in regola con i permessi di soggiorno. Un dato, questo, che se fosse confermato aprirebbe uno scenario investigativo nuovo. Uno dei marocchini avrebbe un precedente di polizia e le forze dell’ordine gli avrebbero contestato anche il reato di clandestinità.

     

    Il secondo operaio - un connazionale di 24 anni - avrebbe presentato una domanda internazionale di protezione che gli sarebbe stata rifiutata per «manifesta infondatezza». I due operai dovrebbero essere stati assunti da ditte del Sud che lavorano in subappalto nel cantiere.

     

    crollo in un cantiere a firenze 1 crollo in un cantiere a firenze 1

     

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    APPALTI, SUBAPPALTI ED ERRORI: L’INDAGINE SULLA STRAGE DEGLI OPERAI NEL CROLLO DEL SUPERMERCATO A FIRENZE

    Da open.online - Estratti

     

    L’indagine sulla strage degli operai nell’ex panificio militare destinato a diventare un supermercato Esselunga a Firenze parte da tre ipotesi. Il crollo della trave in cemento armato potrebbe essere stato provocato da un errore di progettazione, da uno nell’installazione o da un difetto di fabbrica.

     

    crollo in un cantiere a firenze 1 crollo in un cantiere a firenze 1

    Indagano i pubblici ministeri Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone. I reati ipotizzati sono omicidio colposo plurimo e crollo colposo. E sulla dinamica dell’incidente c’è ancora molto da chiarire. Così come sulla catena di appalti e subappalti che ha portato al cantiere. Secondo la prima ricostruzione all’appalto hanno lavorato 63 aziende. Quattro quelle impegnate ieri nel momento del disastro.

     

    La dinamica

    Secondo la prima ricostruzione al momento del crollo gli operai erano impegnati a sistemare la trave nella mensola. Si trovavano nel quarto piano della struttura. All’improvviso la trave ha ceduto. Provocando così i crolli a cascata del pilone e dei solai degli altri piani.

     

    crollo in un cantiere a firenze 3 crollo in un cantiere a firenze 3

    La trave è un prodotto industriale arrivato in cantiere già finito. Ci sarà un’analisi del materiale utilizzato. E si effettuerà una comparazione con quelle già montate. La prima vittima accertata del cantiere è Luigi Coclite, 60 anni. Lascia due figli, di 18 e 22 anni, impegnati nello sport e nel volontariato. Era originario di Montorio al Vomano (Teramo). Aveva mantenuto i legami col paese dove vivono la madre Italia e i fratelli, e dove tornava spesso. Era emigrato anche per amore, non solo per lavoro: Luigi Coclite aveva conosciuto la moglie livornese durante una gita nella costa toscana e si erano sposati nel 1999.

     

     

     

    Appalti e subappalti

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    Insieme avevano messo su una ditta per un periodo. Poi lui aveva trovato lavoro come autotrasportatore. Sotto la lente degli inquirenti finirà anche la catena di appalti e subappalti. E bisognerà anche capire se gli operai avevano un inquadramento professionale equiparato alle loro mansioni nel cantiere. Molte ditte inquadrano gli operai con contratti metalmeccanici e non edili. «Questo significa che non hanno avuto quella formazione specifica che serve per lavorare in un cantiere edile», dice Luca Vomero della Feneal Uil. La società committente dei lavori è La Villata Spa. Si tratta di un’immobiliare di investimento controllata da Esselunga e con sede a Milano.

     

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