Andrea Rolla
Trentadue anni, la passione per lo sport e un calvario ospedaliero costato, tra l'altro, un improvviso stop alla carriera di Andrea Rolla, il campione di nuoto che dopo aver accumulato medaglie d'oro, di argento e di bronzo ha avuto anche il piacere di partecipare alle Olimpiadi.
È tutto scritto negli atti che raccontano di come due fisioterapisti siano finiti a processo per aver effettuato procedure che, secondo l'accusa rappresentata dal pm Mario Pesci, dovevano essere effettuate da un medico. E invece un dottore non è mai stato interpellato.
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Così Rolla è finito all'ospedale San Camillo Forlanini, dove è stato intubato e curato. I due fisioterapisti invece sono stati denunciati e adesso si difendono in aula dall'accusa di "esercizio abusivo della professione", in un processo penale celebrato tra i corridoi del tribunale di piazzale Clodio.
Gli imputati sono due professionisti di uno studio della Capitale: un romano di 36 anni e il collega bolognese, di 42 anni. È ai due fisioterapisti che il velocista campano si era rivolto quando risentiva di un dolore alla spalla. Era il novembre del 2014. E Rolla, a quei tempi, era reduce da una sfilza di vittorie: un oro alle Universiadi di Belgrado del 2009, un bronzo ai Giochi del Mediterraneo, un oro agli Europei del 2011 e un altro a quelli dell'anno dopo, dove ha portato a casa anche una medaglia di argento.
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Due anni prima che bussasse alla porta dello studio fisioterapico, il ragazzo ha partecipato anche alle Olimpiadi di Londra. Poi la disavventura: «Un incidente con aghi e aghetti e si è sgonfiato un polmone. Ero andato a risolvere un problemino alla spalla e sono uscito con un problema più grosso», semplificava tempo fa il campione davanti alle telecamere di Swimbiz, quotidiano di informazione sportiva.
Invece il burocratico linguaggio del capo d'imputazione la racconta così: «Cooperando nella produzione dell'evento nell'esercizio della professione sanitaria di fisioterapisti ed effettuando prestazioni rientranti in quella medica senza aver conseguito il prescritto titolo abilitativo dello Stato e senza essere comunque in possesso delle necessarie cognizioni tecnico scientifiche () in mancanza di precedente valutazione medica diagnosticavano», nel novembre 2014, «al paziente Andrea Rolla, nuotatore professionista, il quale lamentava dolori a una spalla sinistra, una contrattura muscolare in zona scapolare e, per imperizia, ponevano erroneamente indicazione di un trattamento mediante manipolazione del tipo trust muscolare, non adatta in caso del Rolla».
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Lo curano inserendo alcuni aghi, ma provocano, secondo il pm, un pneumotorace. Il campione aveva provato a far presente che quel trattamento provocava dolore. E aveva ribadito il concetto anche quando i sudori freddi avevano preso il sopravvento. Ma nessuno aveva chiamato un dottore. Così la vittima ha bussato alla porta del San Camillo, dove ha subito il «posizionamento di un tubo di drenaggio nel cavo pleurico». Quindi la denuncia. E il processo in corso.
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