Luca Beatrice per “Libero quotidiano”
gian maria tosatti
Faccio mia un'espressione del critico letterario Filippo La Porta: oggi tutti usano Pasolini per darsi ragione, mentre lui sapeva di avere torto. Aleggia, non potrebbe essere diversamente nell'anno del centenario, l'anima del poeta fin dal titolo Storia della notte e destino delle comete nel mega progetto che Gian Maria Tosatti esporrà al prossimo Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Eugenio Viola.
Per la prima volta da quando detto Padiglione nazionale è stato estromesso, poi decentralizzato al fondo delle Corderie dell'Arsenale, la scelta è caduta su un solo artista in uno spazio davvero immenso. In parecchi hanno storto il naso per un'esibizione così muscolare, che include nel 2022 la mostra personale all'Hangar Bicocca di Milano e la direzione alla Quadriennale di Roma.
LUCA BEATRICE
Le tante occasioni professionali e gli incarichi non dovrebbero distrarre il quarantaduenne artista romano, sufficientemente dotato di hybris per non perdere la bussola. Il suo ruolo è assimilabile a quello di un Draghi, uomo solo al comando e va bene così.
Questa gigantesca installazione si propone, sulla carta, come un saggio visivo sulle contraddizioni del nostro tempo: uomo vs natura; sviluppo sostenibile e territorio; etica e profitto, narrati attraverso la metafora dell'ascesa e del declino del sogno italiano. L'operazione costa circa 2 milioni di euro: 600 li mette il Ministero dei Beni Culturali, gli altri arrivano da finanziatori privati -San Lorenzo e Valentino main sponsor- sponsor tecnici, più mecenati, fondazioni e collezionisti.
TOSATTI VIOLA
Alla faccia del declino italiano e occidentale, lamentato dall'artista durante la conferenza stampa! Ben pochi Paesi potrebbero permettersi di spendere così tanti soldi per un'opera, neppure ai tempi di Cattelan ne sono stati investiti in tal quantità. Però soggiace il moralismo, realizzo un intervento costoso ma politico, punto il dito contro questa società ormai stanca che per discolparsi mi ha riempito il portafoglio.
Gian Maria Tosatti, sulla cui bravura non dubito e che certo non critico preventivamente perché sarebbe sciocco, mi ricorda quelli che hanno scelto di andare in vacanza nei primi giorni di agosto e si infuriano perché in autostrada c'è traffico. È dentro il sistema, riverito come un pascià e stimato come un filosofo, ma deve sentire l'odore di marcio e spiegarci come è andata.
PADIGLIONE ITALIA TOSATTI
Certo, è sempre meglio la posizione critica rispetto a un'arte di regime, però a Tosatti bisogna ricordare -come ha osservato l'acuto Luca Rossi sul suo blog che il nostro è ancora il miglior mondo possibile. Sennò chi te li dava tutti 'sti soldi? E aggiungo, siamo sicuri che il suo gigantesco Destino delle comete non impatti in alcun modo sull'ambiente? Che tutto coinciderà perfettamente con l'intenzione etica, quando alla fine le opinioni saranno come sempre e soltanto di natura estetica?
eugenio viola gian maria tosatti piero tomassoni