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    ACQUE INSANGUINATE – DUE TURISTI FRANCO-MAROCCHINI SONO STATI UCCISI DALLA GUARDIA COSTIERA ALGERINA DOPO CHE AVEVANO INVOLONTARIAMENTE SCONFINATO NELLE ACQUE ALGERINE, LUNGO LA COSTA AL CONFINE CON IL MAROCCO – UN TERZO UOMO È STATO ARRESTATO. IL FRATELLO DI UNA DELLE VITTIME RACCONTA: “CI ERAVAMO PERSI. SI È AVVICINATO UN GOMMONE…” – L’EPISODIO ARRIVA IN UN CONTESTO DI FORTI TENSIONI TRA ALGERIA E MAROCCO


     
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    Estratto dell'articolo di Stefano Montefiori per www.corriere.it

     

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    Due franco-marocchini in vacanza sono stati uccisi dalla guardia costiera dell’Algeria la sera di martedì 29 agosto dopo avere sconfinato involontariamente, con la moto d’acqua, nelle acque algerine. Bilal Kissi e Abdelali Mechouer si erano persi in mare con i loro jet-ski vicino alla città costiera marocchina di Saïdia, nel Nord-est del Paese, vicino al confine con l’Algeria.

     

    Un terzo uomo, anche lui franco-marocchino, Smaïl Snabé, è stato arrestato dai funzionari algerini e condotto mercoledì davanti a un giudice.

     

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    […]  la testimonianza di Mohamed Kissi, fratello maggiore di Bilal, che si trovava con lui […] «Martedì abbiamo preso le nostre moto d’acqua e siamo partiti verso Cap de l’eau. Siamo scesi a Sid El Bachir, dove abbiamo mangiato del pesce, prima di tornare indietro. Verso le 17.30 ci siamo persi. Abbiamo finito la benzina per le moto d’acqua e siamo andati alla deriva. Senza saperlo abbiamo sconfinato nelle acque algerine».

     

    A un certo punto un gommone della guardia costiera algerina si è avvicinato ai quattro uomini in difficoltà. Mohamed Kissi racconta che suo fratello Bilal, che si trovava su un’altra moto d’acqua, ha scambiato qualche parola con i soldati algerini, e poi gli ha fatto un gesto con il braccio, indicando l’ovest, «per indicarmi la direzione di Saïdia, da dove eravamo partiti». I quattro uomini pensavano di avere scampato il pericolo e stavano cercando di tornare indietro quando sono cominciati gli spari.

     

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    Bilal Kissi, 29 anni, è stato ferito a morte, così come il suo amico Abdelali Mechouer, 40 anni. Una seconda moto d’acqua è stata speronata intenzionalmente dal gommone della guardia costiera algerina e Smaïl Snabé è stato ferito da un proiettile ed è tuttora detenuto in Algeria. Mohamed Kissi aggiunge di aver nuotato con tutte le sue forze verso la costa del Marocco, fino a incontrare una pattuglia della gendarmeria marocchina che stava cercando i quattro uomini scomparsi e che lo ha tratto in salvo.

     

    Alla domanda se l’esercito algerino sapesse di avere a che fare con dei civili, Mohamed Kissi ha risposto «Sì, hanno visto che eravamo disarmati, mio fratello ha parlato con loro eppure hanno sparato».

     

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    Questo dramma arriva in un contesto di forti e durature tensioni tra Algeria e Marocco, potenze rivali quanto al territorio conteso del Sahara occidentale. Le frontiere tra i due Paesi sono chiuse dal 1994 e Algeri ha interrotto le relazioni diplomatiche con il Marocco nell’agosto 2021, accusando Rabat di «atti ostili», una decisione che Rabat considera «completamente ingiustificata».

     

    Il recente riconoscimento da parte di Israele della «sovranità marocchina» sul Sahara occidentale ha ulteriormente inasprito le tensioni con Algeri, che denuncia «manovre straniere».

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