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    DUELLO AL CASELLO – SVOLTA NELLO SCONTRO GIUDIZIARIO PER IL CONTROLLO DELL'AUTOSTRADA DEI FIORI CHE PORTA IN FRANCIA. BANCA BPER FA CAUSA AL COLOSSO ASTM DEL GRUPPO GAVIO, CHE NEL 2019 AVEVA OTTENUTO LA CONCESSIONE, E A 18 MEMBRI DEL CDA E DEL COLLEGIO SINDACALE DI AUTOFIORI, PER LA SCELTA DI DISERTARE LA GARA – BPER, CHE NEL 2022 HA RILEVATO IL 20% DELLE QUOTE DI AUTOFIORI, È CONVINTO CHE LA DECISIONE DI NON PARTECIPARE AL BANDO SIA STATA “ETERODIRETTA” DALL’AZIONISTA DI MAGGIORANZA GAVIO, PER LASCIARE CAMPO LIBERO ALLA SUA CAPOGRUPPO ASTM – L'AUTOSTRADA DEI FIORI GARANTISCE ENTRATE PER 150 MILIONI L'ANNO...


     
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    Estratto dell’articolo di Marco Preve per https://genova.repubblica.it/

     

    AUTOSTRADA DEI FIORI AUTOSTRADA DEI FIORI

    La guerra dell’Autofiori è a una svolta: due denunce penali, una delle quali ipotizza reati da parte di alti dirigenti del Ministero delle Infrastrutture, un’indagine della Corte dei Conti, una causa civile pe runa richiesta di risarcimento, e, di recente, le motivazioni dell’archiviazione di una querela che potrebbero rivelarsi decisive in uno scontro giudiziario che vale centinaia di milioni di euro.

     

    La gara

    GRUPPO GAVIO GRUPPO GAVIO

    Nel 2019 viene bandita la gara per tre concessioni autostradali in scadenza nel 2021: sono le tratte Al2 Sestri Levante-Livorno, All-Al2 Viareggio-Lucca con Al5 diramazione per La Spezia e, infine, A10 Savona -Ventimiglia, valore complessivo due miliardi e mezzo. Vince la gara la società Itinera controllata dal colosso Astm del Gruppo Gavio: 11 anni e 6 mesi di concessione per 74,5 milioni di euro. L’A10 garantisce 150 milioni all’anno ma il cda di Autofiori decide di non partecipare alla gara.

     

    Socio di maggioranza è Gavio, poi Camere di Commercio di Savona- Imperia e di Genova, Comune di Ventimiglia e, con il 20%, Carige (circa 200 milioni il valore delle quote), tutti rappresentati in cda. Quando nel 2022 Bper acquisisce Carige si accorge che l’unico asset remunerativo, le quote in A10, è andato perso.

     

    Ex Carige fa causa

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    A inizio del 2023 parte l’attacco. Bper, con gli avvocati Alessandro Poggio, Lodovico Cancarini e Martina Codo, cita, per una richiesta di risarcimento danni da quantificare in seguito, cinque società del Gruppo Gavio e 18 persone per ruoli in cda e collegio sindacale di Autofiori (due sono nel frattempo decedute) per «abuso di attività di direzione e coordinamento» perché la scelta «dell’organo amministrativo della società Autofiori di non partecipare alla gara sarebbe stata contraria all’interesse sociale, cagionando gravi pregiudizi al patrimonio sociale».

     

    Un Cda eterodiretto

     

    bper. bper.

    Soprattutto, secondo Bper «la scelta del cda Autofiori di non partecipare alla Gara per la Nuova Concessione non è stata autonoma ma è stata eterodiretta dalla capogruppo Astm al fine di far prevalere un interesse extrasociale». Una decisione che sarebbe stata « ingiustificata, irrazionale, contraria ai principi di corretta gestione societaria».

     

    La causa pende davanti al giudice Emanuela Giordano. Autofiori si è fino ad oggi difesa sostenendo la tesi che, in quanto progettista della tratta non avrebbe potuto partecipare alla gara e poi per via degli indennizzi che avrebbe dovuto versare, come prevede la legge, ai concessionari uscenti. […]

     

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    Due sono le denunce penali depositate per la stessa vicenda. La prima, consegnata alla procura di Imperia è sempre di Bper, ed era nei confronti degli stessi soggetti citati civilmente. Di recente, il pm titolare del fascicolo, Lorenzo Fornace, dopo aver svolto approfondite indagini ed aver interrogato molti dei soggetti coinvolti, ha chiesto l’archiviazione che è stata accolta dal gip senza che Bper facesse opposizione. Ma, pur non ravvisando reati penali, l’archiviazione contiene severe considerazioni del pm nei confronti di diversi esponenti del cda Autofiori per quel che riguarda gli aspetti civilistici. […]

     

    Le risposte del Gruppo Gavio

     

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    I portavoce del gruppo Gavio Astm forniscono questi chiarimenti: «La procedura di subentro in una concessione è articolata e complessa e viene condotta, con le relative tempistiche, dal Ministero delle Infrastrutture e non dal Concessionario uscente o da quello subentrante.

     

    Gli interventi realizzati (o attualmente in corso) dopo la scadenza della concessione sono quelli già presenti nel Piano Finanziario della Concessionaria uscente; lavori urgenti condizionati dall’esigenza di garantire la sicurezza agli utenti finali dell’infrastruttura; il Concessionario uscente rimane nella fase transitoria responsabile e gestore di un pubblico servizio.

     

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    Non c’è nessun vantaggio, dunque, per i soggetti coinvolti in tale fase. Non esiste nessun “onere aggiuntivo” per lo Stato e soprattutto per gli utenti finali in termini di tariffe. In termini di tariffe applicate per quanto riguarda il concessionario subentrante, lo stesso bando di gara ha stabilito che le tariffe applicabili restino comunque costanti e invariate nel tempo per tutta la durata della concessione».

     

    Lo Stato non ha perso soldi secondo il Gruppo Gavio perché «i pedaggi riscossi sono stati regolarmente contabilizzati dalle società concessionarie uscenti, le quali, a loro volta, hanno debitamente corrisposto allo Stato gli importi di propria spettanza. Quindi non si è verificato per lo Stato italiano alcun depauperamento patrimoniale, né tanto meno le concessionarie uscenti hanno maturato eventuali “extraprofitti”». […]

     

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