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    DUELLO MINZO-GUBITOSI: “LA RAI PERDE SHARE E COLLEZIONA FLOP” - IL DG: “E LUI È COSTATO ALLA RAI 350MILA € PER MANCATO PLURALISMO”


     
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    1 - MINZOLINI ATTACCA GUBITOSI - IL DG RISPONDE: A LUI LA MULTA PIÙ ALTA
    Da "Repubblica.it"

    AUGUSTO MINZOLINIAUGUSTO MINZOLINI

    Secondo l'ex direttore del Tg1, il manager, ex Fiat e Wind e ora in Rai, è arrivato a viale Mazzini a seguito di una nuova stagione politica. E lo ha attaccato sul calo di audience. Gubitosi: "Minzolini ha procurato alla Rai la multa più alta per infrazione al pluralismo"
    "Non è stata la cicogna o un gladiatore" ad aver portato Luigi Gubitosi alla direzione generale della Rai, "anche la sua è una nomina frutto di una determinata stagione politica". L'affondo dell'ex direttore del Tg1, ormai senatore, Augusto Minzolini al direttore generale arriva nel corso dell'audizione di Gubitosi in commissione di Vigilanza.

    Minzolini ha sostenuto che a Gubitosi "manca l'aplomb del manager pubblico", e l'ha accusato di aver "dipinto in termini quasi entusiastici i risultati della sua gestione", fornendo quindi dati sugli ascolti Rai, che parlano di perdite dello 0,44% di share nel primo semestre del 2013 rispetto all'anno precedente (-0,69% nella fascia della prima serata e -1,7% per le principali edizioni del Tg1) e ha quindi fatto cenno ad alcuni flop stagionali delle reti generaliste, citando "Altrimenti ci arrabbiamo", "La terra dei cuochi", "Tutto Dante" e "La grande storia".

    AUGUSTO MINZOLINIAUGUSTO MINZOLINI

    Per Minzolini "è vero che si tratta di perdite limitate ma da chi si è presentato qui come il Messia ci si aspetterebbero altri risultati. Dov'è il successo di pubblico non è dato sapere". Quindi dal senatore la proposta a Gubitosi di un singolare 'patto': "Se i suoi dati fossero errati si dovrebbe dimettere, se fossero sbagliati i miei non tornerei più in questa Commissione".

    Intervento di Luigi GubitosiIntervento di Luigi Gubitosi

    La risposta di Gubitosi non si è fatta attendere. "La multa più alta ricevuta dalla Rai per infrazione al pluralismo? E' stata quella presa dal Tg1 negli anni scorsi sotto la sua (di Minzolini, ndr) direzione: 350mila euro. Da questo punto di vista siamo migliorati, la Rai non ha più avuto multe per infrazione del pluralismo".

    Il manager pubblico ha parlato poi di alcune inefficienze del servizio pubblico e ha prospettato alcuni interventi sulle testate della radio già a partire da luglio. Alcune scelte in passato non sarebbe state fatte per "nobili motivi".

    2 - RAI: GUBITOSI A MINZOLINI, APLOMB? BASTA MIA MOGLIE SIA FELICE DEL MIO
    (ASCA) - ''Ognuno giudica il proprio aplomb. A me basta che mia moglie sia felice del mio''. Cosi' il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi replica in audizione davanti alla commissione di Vigilanza, ad Augusto Minzolini che precedentemente aveva detto che lo stesso non avesse aplomb di un manager pubblico. Rispetto alle accuse, sempre di Minzolini, di presentarsi come un ''messia'', Gubitosi ha osservato: ''Sono cattolico e preferisco scherzare con i fanti, lasciando il resto ad altri campi''.

    3 - DG, PREFERISCO TG1 DI ORFEO
    (ANSA) - Gubitosi, dal canto suo, non perde l'occasione per ricordare che a chiamarlo in effetti più di un anno fa fu l'allora premier in carica Mario Monti: "mi ha telefonato dicendomi 'mi parlano bene di lei, ha l'opportunità di fare qualcosa per il suo Paesé. Per questo ho detto sì". Gubitosi ha poi aggiunto che il tg, dopo l'addio di Minzolini e la parentesi di Alberto Maccari, "con Mario Orfeo è migliorato negli ascolti" ("il vantaggio sul concorrente Tg5 è sensibilmente aumentato"). Poi la bordata finale: "Preferisco il tg1 di oggi a quello di Minzolini. Ma - stempera - ognuno ha i suoi gusti".

    Luigi GubitosiLuigi Gubitosi


    4 - MINZOLINI A GUBITOSI: "NON L'HA PORTATO LA CICOGNA"
    Riceviamo e pubblichiamo da Augusto Minzolini il testo del suo discorso in Commissione di Vigilanza Rai

    AUGUSTO MINZOLINIAUGUSTO MINZOLINI

    Negli interventi del Presidente della Rai Tarantola e del Direttore Generale Gubitosi durante la scorsa audizione ho trovato due modi diversi di svolgere i rispettivi ruoli.
    Debbo riconoscere che nell'intervento del Presidente Tarantola, probabilmente per gli incarichi ricoperti in precedenza, ho riscontrato le preoccupazioni, le sensibilità, le logiche di un manager pubblico.

    LUIGI GUBITOSILUIGI GUBITOSI

    Diverso il modo con cui si è proposto il Direttore Generale a cui manca, mi perdonerà, l'aplomb del manager pubblico. Non mi è piaciuto il giudizio, a volte spietato, nei confronti della maggior parte dei dirigenti Rai e, in altra direzione, verso i partiti. Una critica tanto dura, quanto, invece, il Direttore Generale ha dipinto in termini quasi entusiastici i risultati della sua gestione. È anche qui penso francamente che il Direttore Generale abbia esagerato, non poco. Sia per quanto riguarda i dati d'ascolto che per la raccolta pubblicitaria. Per non dire, ne parlerò dopo, di alcuni aspetti della gestione.

    Comunque per parlare di questi temi mi si permetta una premessa: il Direttore Generale può dire quello che vuole ma anche la sua nomina è stata frutto di una determinata stagione politica. Non è un Messia venuto dall'alto, nè in Rai lo ha portato la cicogna. Ecco perché quel livore verso i partiti e la politica - io dico di comodo perché cede alla moda del momento - mi sembra eccessivo, diciamo, per usare un eufemismo, inelegante.
    Seconda questione. Non entro nel merito su una serie di affermazioni del Direttore Generale sull'iniezione del carattere di imparzialità che la sua gestione ha portato nel servizio pubblico. Il discorso si farebbe troppo lungo.
    Mi limito a dire che al di là della sua vocazione, tutta da verificare sul tema, la parola chiave del servizio pubblico dovrebbe invece essere il pluralismo, la capacità di dare la voce a tutti. A cominciare da quelli che sono presenti in Parlamento dalla sinistra, al centro destra, al movimento cinque stelle; fino ad arrivare a tutte quelle organizzazioni che agiscono nella Società.
    Bisogna garantire a tutti la possibilità di spiegare il proprio punto di vista e di difendersi. Ecco perchè i richiami fatti la volta scorsa dall'on.Brunetta sono stati quanto mai appropriati.

    LUIGI GUBITOSILUIGI GUBITOSI

    E quando parliamo di pluralismo mettiamoci in testa, visto che siamo in una commissione parlamentare, che ne debbono fruire anche le forze politiche che sono arrivate in parlamento non per grazia ricevuta ma per il voto dei cittadini.
    Ecco perché la sua polemica verso i partiti è alquanto impropria.


    Arriviamo allo stato dell'azienda.
    Lei ne ha tracciato un quadro un pò troppo roseo. Partiamo dagli ascolti. Nella sua gestione la situazione non è cambiata granchè. Semmai è un pochino peggiorata. Lei non ha fornito dati precisi per cui vale la pena che glieli fornisca io.

    Nel primo semestre del 2013 rispetto al primo semestre del 2012 la Rai nel suo complesso ha perso lo 0,44% di share. Più in particolare nel segmento della prima serata, il più importante dal punto di vista pubblicitario, c'è stato un -0,69%. Più di mezzo in punto in meno. Non è una perdita grave ma da chi si è presentato qui come il Messia della televisione ci si sarebbe aspettato che la cifra fosse preceduta almeno da un +. Specie se si tiene conto che il maggior competitor nella tv generalista, Mediaset, non attraversa certo un momento felice visto che le sue reti hanno fatto registrare nell'insieme un calo di ascolti del 2,97%.
    Più nello specifico Rai 1 ha perso rispetto al primo semestre dell'anno precedente lo 0,60%, Rai 2 lo 0,59% e Rai 3 lo 0,04%. Sono aumentati solo i canali speciali dello 0,79%. Su base annua la situazione non cambia granchè (complessivamente i canali Rai hanno perso lo 0,41%).

    mario orfeo foto mezzelani gmtmario orfeo foto mezzelani gmt

    Tutto questo è accaduto anche per qualche flop di troppo. Mi limito ad elencare i programmi di prima serata che hanno registrato degli ascolti molto lontani se non addirittura la metà della media di rete.
    Su Rai 1: "Altrimenti ci arrabbiamo", "Red or black?", "Tutto o niente" , "La terra dei cuochi". Tutte e tre sul 14%, cioè un terzo in meno della media di rete. Su Rai 2: "Tutto Dante", la metà della media di rete. Su Rai 3: "La grande storia", "E se domani", "Metropoli" , "La guerra dei mondi". Anche questi hanno fatto registrare la metà della media di rete.

    Il Direttore ha poi tirato in ballo il Tg1. Non so se si riferisse alla mia gestione, o al mio successore Maccari quando ha detto che l'attuale gestione del Tg1 ha recuperato ascolti e si è imposta nel confronto con il Tg5.
    Ebbene se paragoniamo i sette mesi della nuova gestione con gli stessi mesi del mio ultimo anno al Tg1 emerge che l'edizione attuale del Tg1 delle 13.00 ha perso 1,64% di share, e la stessa perdita si è registrata nell'edizione delle 20.00.
    Durante la mia gestione la distanza tra il Tg1 e il Tg5 delle 20.00 è stata del 4,36% a favore del Tg1, mentre con l'attuale gestione è scesa al 3,53%. Se poi andiamo a vedere il numero di vittorie del Tg5 sul Tg1 in questi sette mesi sono state dieci. Durante la mia gestione nello stesso periodo 1 sola.
    Dov'è il successo di pubblico di cui parla il direttore generale non è dato sapere.
    Naturalmente il Direttore Generale può contestare questi dati ma se così facesse gli proporrei un patto tra gentiluomini: se i suoi fossero errati lui si dovrebbe dimettere da Direttore Generale; se lo fossero i miei io non tornerei più in commissione.

    MARIO ORFEOMARIO ORFEO

    Passiamo al tema della pubblicità.
    Se gli ascolti sono quelli di prima anzi un pochino meno, è difficile che l'introito pubblicitario possa aumentare specie in un contesto difficile come quello attuale. E infatti io avrei delle visioni meno rosee rispetto a quelle del Direttore Generale. Dico rosee perché lui stesso, nel suo intervento ha parlato di una raccolta che dovrebbe attestarsi intorno ai 700 milioni, io penso invece che andrebbe bene se si arrivasse attorno ai 650 visto che c'è anche chi parla di 630 (ieri l'altro, il presidente dell'Upi ha parlato di una flessione del mercato pubblicitario del 14%).

    berlu minzoberlu minzo

    Ma dei tanti argomenti posti dal Direttore Generale quello più affascinante è stato quello del ritorno dei concorsi per le assunzioni Rai.
    Questione molto interessante. Peccato che questa scelta stride non poco con la decisione di assumere una decina di top manager dall'esterno a chiamata diretta e stride con il fatto che l'azienda ha prepensionato 430 persone e punta alla fatidica soglia delle 600 persone.
    Ebbene mi chiedo:- il Direttore Generale non avrebbe potuto avvalersi di risorse interne? Tra tanti dirigenti è possibile che non ci fossero in un'azienda di 14 mila dipendenti dirigenti con le competenze necessarie? Sono stati seguiti i criteri e le procedure peculiari di un'azienda pubblica?-
    Non sono interrogativi campati in aria visto che due associazioni di consumatori hanno presentato esposti alla Corte dei Conti per verificare se queste scelte hanno determinato un danno erariale.
    Lo chiedo al Direttore Generale e alla Presidente che ha autorizzato queste assunzioni. Tanto più che, aspetto alquanto singolare della vicenda, i dirigenti assunti con contratti indeterminati, vengono tutte dalle esperienze lavorative passate del Direttore Generale.
    Addirittura c'è stata una vera immigrazione da Wind, un'azienda, che il dg mi permetterà di dirlo non si occupa di televisione e non è neppure pubblica. Quindi non si capisce dove queste persone abbiano maturato l'esperienza per lavorare in Rai.
    Non voglio entrare nel dettaglio ma ad esempio come si fa ad assumere e a mettere a capo del Contenzioso, servizio fondamentale nell'ufficio legale in Rai, un avvocato che si è occupato nella sua vita soprattutto di crediti e valori mobiliari? O ancora a mettere a capo del settore dei Contratti una persona che proviene da aziende private che non applicano il codice dei contratti pubblici, e quindi che non possiede esperienze in materia? E questo magari emarginando risorse interne che hanno esperienze ventennali nel settore. Insomma, mi piacerebbe sapere quali sono stati i criteri alla base delle scelte fatte.

    Anche perché restando,ad esempio,nell'ufficio legale si rischia di perpetuare l'attuale situazione che non è certo felice. Si hanno all'incirca 28 avvocati interni, ma se ne usano altri 150 esterni. Mi dicono che questa filosofia costa alla Rai cinque milioni di euro l'anno. Cioè quasi la metà del budget annuale del Tg1. Vorrei sapere se è vero visto che, con una Sentenza della Cassazione di quest'anno, la suprema Corte ha deciso che gli amministratori di un ente pubblico che affidano in assenza di motivazioni adeguate la redazione di un parere ad un legale esterno, possono essere condannati al risarcimento del danno erariale.

    MINZOLINI E BERLUSCONIMINZOLINI E BERLUSCONI

    Vede caro dg a me è piaciuta la citazione del Gladiatore, però, mi scusi la franchezza, la sua filosofia e il suo operato mi lasciano un pochino perplesso.Qui si parla tanto di privatizzazione della Rai, e forse lei, si è posto il problema di passare dalle parole ai fatti, e ha dato vita ad una sorta di privatizzazione "ad personam".
    Altrimenti non si spiega questo criterio nelle assunzioni, come non si spiega l'ostracismo che da più di un anno viene applicato al Codacons reo di aver presentato al TAR una denuncia in cui reputa illegittime la sua nomina e quella del Presidente Tarantola. Si può essere d'accordo o meno con il Codacons, ma non per questo si può escludere un'associazione di consumatori dal servizio pubblico.
    Ecco perché, come le ho detto all'inizio, le manca l'aplomb del manager pubblico. Lei deve capire che la Rai non è dei partiti, men che meno di questa commissione, ma sicuramente non è neppure sua.

     

     

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