protesta dei portuali a trieste
GREEN PASS: TRIESTE, GIÀ UN MIGLIAIO DI PERSONE A VARCO 4
(ANSA) - Sono già circa un migliaio le persone raggruppate davanti al Varco 4 del Porto di Trieste, luogo di ritrovo della manifestazione annunciata dal Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste. Non si tratta solo di portuali, molti riconoscibili dai giubbotti gialli, ma anche di tanti che non operano nello scalo. L'accesso fino a questo momento è stato consentito ma i camion che arrivano, magari da oltre confine, si scoraggiano per la folla e tornano indietro. Sono tante comunque le persone che stanno arrivando dalle 7.00 in poi.
protesta dei portuali a trieste
GREEN PASS: TRIESTE,FOLLA MANIFESTANTI MA ACCESSO CONSENTITO
(ANSA) - Situazione tranquilla con atmosfera rilassata davanti al Varco 4, dove intanto i manifestanti sono diventati oltre duemila. L'ingresso è presidiato dai portuali, riconoscibili dai giubbotti gialli, e consentono l'accesso di ai dipendenti. Qualcuno ha portato cartoni di pizza, che è finita in pochi istanti. Dopo ne è stata portata altra che è stata offerta anche ai tanti giornalisti e comunque ai presenti. C'è stato qualche attimo di tensione quando Fabio Tuiach, ex consigliere comunale noto per le sue posizioni estremiste ed ex pugile, ha tentato di impedire a un'auto di entrare. Subito sono accorsi gli stessi lavoratori che lo hanno convinto a desistere e a far passare la vettura. La folla intorno, per allentare la tensione, ha intonato qualche canzone tipicamente triestina e subito dopo c'è stato uno scroscio di applausi.
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FALLITE LE MEDIAZIONI, LA MINACCIA DEGLI OLTRANZISTI: "VIA IL GREEN PASS O FERMIAMO IL PAESE"
Alberto Abburrà per "la Stampa"
Una lunga fila ordinata di tir sulla destra, un'altra identica sulla sinistra. Qualche cane della Finanza che annusa i rimorchi e in mezzo un via vai di operai che entrano ed escono dal turno di lavoro. Se non fosse per gli operatori tv, qui al varco numero quattro del porto di Trieste potrebbe sembrare una giornata come tutte le altre. Nessuno ha voglia di parlare, ma tutti sono consapevoli che sta per iniziare una fase inedita e delicatissima. Lo si capisce dai volti dei lavoratori in transito, sguardi vivaci e mezzi sorrisi che sanno di ultimo giorno di scuola, un misto di eccitazione, timore, incertezza.
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Raffaele ha cinquant' anni e da trenta frequenta quello che è considerato l'ingresso principale dello scalo giuliano: qui ogni giorno passa il novanta per cento dei lavoratori e da qui transita la quasi totalità delle merci. Mentre timbra i documenti per i camionisti, Raffaele sfoggia rudimenti di turco, rumeno e sloveno, sorride, poi apre la finestrella e a denti stretti si sbilancia: «Non so cosa possa succedere, ma sappiamo per certo che sarà durissima per tutti. Quelli del Clpt non scherzano».
Quelli del Clpt (Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste) sono gli ideatori della protesta contro il Green Pass, da giorni hanno gli occhi di mezza Italia puntati addosso e, da ieri sera alle diciotto, sono riuniti in assemblea all'interno del porto. «Di fatto il blocco è già iniziato - spiega Raffaele -, hanno scelto di stare in una zona internazionale, se si controlla quella, si ferma tutto».
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Nessuno è riuscito a far desistere i manifestanti, né i tentativi di mediazione del presidente dell'Autorità portuale Zeno D'Agostino (che ha minacciato anche le dimissioni), né l'offerta di tamponi gratuiti arrivata con la mediazione del Viminale. La linea ufficiale dei contestatori resta quella espressa dal leader Stefano Puzzer: «O il governo revoca l'obbligo del certificato per tutti i lavoratori italiani o andremo avanti con un blocco oltranza».
I fronti aperti sono molti, a partire da una domanda: i lavoratori che vorranno presentarsi in servizio lo potranno fare? Per Marco Rebez della Uil la stima è che «tra i portuali ci siano circa 500-600 persone contrarie allo sciopero e intenzionate a operare regolarmente». Su questo punto Puzzer ha cercato di rasserenare gli animi assicurando che «se qualcuno vuole andare a lavorare non verrà bloccato».
MOBILITAZIONE ANTI-GREEN PASS DEI LAVORATORI DEL PORTO DI TRIESTE
Stesso messaggio recapitato ai dipendenti da Alessandro Volk, un altro dei personaggi simbolo della protesta: «Non impediremo a nessuno di recarsi al porto», salvo poi aggiungere che se dovessero essere in tanti a rifiutare di incrociare le braccia «non accoglieremo bene la cosa».
Di certo i portuali non saranno soli a condurre questa battaglia. Lunedì per le strade della città è andato in scena un assaggio della mobilitazione con oltre diecimila persone coinvolte. E oggi sono attesi rinforzi No Green Pass anche da fuori regione, tanto che il prefetto Valerio Valenti non ha nascosto la sua preoccupazione e, nell'ultimo comitato per la sicurezza tenutosi ieri, ha messo in guardia chi parteciperà al blocco del porto: «Si rischiano conseguenze penali, in particolare il reato di interruzione di pubblico servizio».
porto trieste 2
I possibili danni di una paralisi sono incalcolabili, basti pensare che Trieste è il settimo porto in Europa per movimentazione di merci (62 milioni di tonnellate l'anno), il primo in Italia davanti a Genova (53) e Livorno (37). «Dalla Germania all'Ungheria abbiamo in ballo progetti da centinaia di milioni di investimenti - prosegue D'Agostino - se perdiamo la credibilità rischiamo una catastrofe. I danni li pagheranno anche i lavoratori, ma io sembro l'unico preoccupato per il futuro dei loro figli».
fabio tuiach magliette
In realtà anche il fronte più duro della protesta è consapevole dei rischi a cui va incontro, ma per ora ha scelto di non arretrare, anche perché la sensazione è che, dopo aver sollevato tanto clamore, tornare indietro sarebbe difficile. «In ballo c'è qualcosa di importante - conclude Volk -, se passa questo provvedimento può arrivare di tutto, questo è un metodo punitivo. Vogliono dividerci e metterci gli uni contro gli altri, ma non ce la faranno. La nostra è una lotta per libertà, vinceremo». -
fabio tuiach in versione pugile