Fabiana Della Valle per gazzetta.it
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La festa è arrivata in anticipo e i botti li ha sparati Paulo Dybala. Due messaggi al Napoli e a tutti quelli (Allegri per primo) che aspettavano una reazione dell'argentino, dopo le tre panchine di fila in A. Due gol che consentono alla Juventus di sfatare il tabù Verona, di restare saldamente al secondo posto, allungando sulle altre, e di passare un Capodanno sereno. Un Dybala sufficiente nel primo tempo, male a inizio ripresa ma decisivo nel finale. Che aveva bisogno di segnare per tornare a essere quello di sempre.
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LA ZAMPATA DI MATUIDI — Le statistiche dicono che la Juventus non vinceva al Bentegodi, sponda Hellas, dal 2001. Le statistiche però ricordano anche che a Verona, lato Chievo, Massimiliano Allegri diede il via al suo fortunato ciclo bianconero (agosto 2014). Così, tanto per mettere subito i puntini sulle i, la Signora addobbata per l'occasione con l'albero di Natale (visto il periodo, ci sta tutto) indirizza la serata dopo poco più di cinque minuti. Ci prova Higuain, fermato da palo (e da Nicolas, decisivo con la sua deviazione) e sulla ribattuta trova il vantaggio Matuidi, con bel sinistro e con la complicità di Heurtaux.
La Juventus inedita (un solo italiano in campo, Chiellini: mai successo in A dal 1994-95 a oggi) e con Dybala di nuovo titolare, insieme a Mandzukic e Higuain, ribadisce subito la sua forza e la voglia di non staccarsi dal Napoli. Il Verona infarcito di ex bianconeri (Caceres, Romulo e Kean) e con Pazzini in panchina però non alza subito bandiera bianca. Prova a reagire e a costruire, ha un solo vero sussulto grazie e un bel tiro di Verde (di poco a lato) e ringrazia Higuian per non aver chiuso il match prima dell'intervallo con una punizione (fuori) ma soprattutto con un'occasionissima su cross di Alex Sandro: palla comoda ma sprecata malamente (addosso al portiere).
Allegri
RITORNO ALLA JOYA — La ripresa inizia con una sorpresa: fuori Bentancur (che non aveva brillato da sostituto di Pjanic in cabina di regia), dentro Bernardeschi e ritorno al 4-2-3-1. L'ex viola ci prova con un sinistro, ma è un ex bianconero, Caceres, a trovare la porta e il pareggio con una bella botta da una ventina di metri. Verona coraggioso e Juve che, come spesso le succede, fatica a chiudere le partite. Ci riesce quasi alla mezzora con Dybala, poco sbrilluccicante fino a quel momento, ma che poi si concede cinque minuti da vero diez: doppietta di destro, il piede meno forte. La Joya prima beneficia di una bella azione di Lichtsteiner, poi fa tutto da solo, dribblando tre avversari prima di depositare in rete il pallone della doppietta. Ci starebbe pure la tripletta su punizione, ma Nicolas è reattivo. Bastano i due gol in cinque minuti per far sorridere lui e tutta la Juve.
INZAGHI: VAR, NON CI STO PIU’
Da gazzetta.it
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Un punto che poteva diventare una vittoria. La Lazio ha dato l'impressione di poter battere l'Inter per quasi tutta la gara, ma la squadra di Inzaghi è uscita soltanto con un pareggio dal match in chiave Champions di San Siro. E Inzaghi ritorna sull'episodio del rigore prima dato alla Lazio e poi negato dal Var per il tocco di mano di Skriniar. "Con i due punti persi stasera, ce ne mancano 7. Ne abbiamo persi due con la Fiorentina e tre col Torino. Questa Var con la Lazio non è fortunata, con 7 punti in più avremmo un'altra classifica. Non ho visto l'episodio di questa gara, ma è proprio la nostra tendenza che non si accoppia con la Var". E il giudizio sulla nuova tecnologia è totalmente negativo. "Fa malissimo al calcio, toglie emozioni. Ormai non ci si abbraccia più dopo i gol e si guarda verso l'arbitro, ci toglie il gusto del calcio. Io non ci sto più, in Europa League non c'è la Var e mi piace di più".
simone inzaghi
ANALISI — La Lazio diverte e incanta e Inzaghi se la gode. "Giocare con questa serenità a San Siro mi fa grande piacere, era una gara da vincere ma bisogna guardare avanti. Io osservo la prestazione e da allenatore sono molto soddisfatto". E sulla stagione stupenda della Lazio, Inzaghi fa un'analisi. "Abbiamo vinto il girone di Europa League, vinto la Supercoppa, fatto benissimo in campionato – continua Inzaghi –. Questo è un gruppo che si diverte a giocare e che sta bene insieme. Quello che siamo diventati è testimoniato dal rammarico che c'era nello spogliatoio nel post partita. Di solito, dopo un punto a San Siro si è contenti. Si parlava di un'Inter stanca, ma non è mai facile. Parliamo di una squadra che prima delle ultime settimane le aveva vinte praticamente tutte". E il tecnico biancoceleste si gode il rientro di Felipe Anderson, che ha spaccato la partita. "Handanovic è stato strepitoso su di lui. È una grande risorsa per noi e ci aiuterà nella seconda parte della stagione, dove giocheremo ogni 3 giorni. Soluzione con 5 attaccanti? Vedremo". La chiosa è sul rinnovo di De Vrij. "Mi aspettavo il suo rinnovo sotto l'albero di Natale, io ci spero perché è un professionista eccezionale".
missiroli dzeko