1 - «BOMBE» SULLE VACANZE L'80% PRONTO A RINUNCIARE
Diana Alfieri per “il Giornale”
I temuti effetti economici della guerra tra Russia e Ucraina, in primis il caro energia, cominciano a farsi sentire anche in Italia. E anche stavolta, come nel caso della pandemia, i settori più bersagliati saranno il turismo e la cultura.
turisti a milano 9
A lanciare l'allarme è il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. «Le famiglie italiane - dice preoccupato - hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia. E proprio turismo e cultura risentiranno di più degli effetti del conflitto in Ucraina e del caro energia. Occorre un'operazione fiducia per le imprese attraverso l'aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Ma occorre farlo subito perché il sistema imprenditoriale non può reggere una situazione di crisi continua».
code davanti agli uffizi
Gli italiani - come emerge dai dati Radar Swg e dall'Osservatorio di Confturismo Confcommercio di marzo - dimostrano di avere già «tirato il freno a mano» sulle spese, soprattutto appunto per quanto riguarda il settore della cultura e la filiera turistica. Per il turismo, i circa 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 continuano a mancare all'appello rispetto al 2019, uniti agli oltre 22 milioni in meno di viaggi degli italiani all'estero, confermano la crisi che ancora vive il settore che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti: tra i primi consumi tagliati ci sono, infatti, la ristorazione, le vacanze e la cultura, tutti casi in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto.
david di michelangelo con la mascherina
Il primo dato allarmante si registra per Pasqua, con quasi 8 milioni di italiani intenzionati a partire di cui solo 4 milioni hanno già concretamente programmato. Anche le scelte di viaggio fanno capire come sia critica la situazione: spostamenti brevi e di corta durata e all'interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri; probabilmente un solo pernottamento e spesa nell'ordine dei 200 euro a persona tutto incluso, mentre solo il 6% opterà per mete estere, contro il 13% del 2019.
Non sono le tipologie di destinazione - mare o montagna - a determinare le scelte in questo periodo, ma le motivazioni: prime fra tutte, il bisogno di «stare in relax con la propria famiglia» o vivere un'esperienza di «arte e cultura», anche solo visitando una città d'arte o un borgo. Aumentano le vacanze nelle seconde case, scelte quest' anno da 5 italiani su 10 (erano il 40% nel 2019), conseguentemente l'altra metà sceglierà una struttura turistico-ricettiva.
code davanti agli uffizi
Per la spesa, 4 intervistati su 10 dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre 2 su 10 spenderanno addirittura tra il 10% e il 25% in meno. Anche in vista dell'estate non può che esserci preoccupazione, considerato che 8 intervistati su 10 dichiarano che o rinunceranno a partire o ridurranno i giorni e le spese delle vacanze. Nei consumi culturali prevale invece nettamente la rinuncia tout court, mentre per la ristorazione e l'intrattenimento la scelta prevalente è quella di ridurre il numero delle occasioni di acquisto.
turisti palermo
Anche il settore discoteche che festeggia il ritorno della capienza al 100% non nasconde la preoccupazione come spiega Fiepet Confesercenti: «Ora l'auspicio - continua Grassi - è che si riesca a tornare gradualmente ad una piena normalità ricominciando a vivere e lavorare come prima della pandemia. Spero che questa data rappresenti davvero la ripartenza per il nostro comparto, dopo due anni di operatività a singhiozzo e senza ristori sufficienti a garantire la sopravvivenza per molti di noi. Ricordo che le discoteche sono state tra le attività rimaste più chiuse, durante la pandemia, e che ora si trovano a riprendere ad operare con costi delle merci e dell'energia notevolmente aumentati».
2 - DUE ANNI DI PANDEMIA: QUATTRO ROMANI SU 10 SONO A RISCHIO POVERTÀ
R.Tro. per “il Messaggero”
stipendio
Sempre più soli e poveri. I livelli di indigenza non lasciano indifferenti. Una persona su quattro a Roma (il 23,6%) vive in uno stato di disagio economico, il 10,3% è in grave deprivazione materiale, il 14,1% è a rischio povertà mentre il 6% arriva con fatica a fine mese. È quanto emerge dal Rapporto della Caritas dal titolo False ripartenze?, che fotografa una situazione peggiore in alcuni casi alla media italiana ma anche l'allargarsi della forbice tra quel 2,4% di cittadini che detiene un reddito superiore ai 100mila euro e il 18% del reddito totale e il resto della popolazione.
stipendio
Quattro romani su 10 hanno un reddito inferiore ai 15mila euro. I più ricchi sono over-60. A Roma è sempre più diffuso il cosiddetto lavoro povero. Il tasso di occupazione è al 69,9% e quello di mancata partecipazione al lavoro è al 14,4%. I dati più rilevanti riguardano il lavoro precario e malpagato. Osservando l'incidenza dei lavoratori che hanno contratti a termine da più di 5 anni si nota che il tasso è pari al 21%, condizione che riguarda coloro che si trovano nella cosiddetta trappola della precarietà.
stipendi
Ad essa si va ad aggiungere la situazione dei dipendenti con una retribuzione inferiore ai 2/3 di quella mediana sul totale, che a Roma raggiunge il 13,5% dei lavoratori, con valori superiori a quelli del Lazio (11,1%) e a quella di alcuni altri grandi Comuni come Milano (12,5%), Bologna (11,5%), Genova (10,9%), Firenze (8,3%), Torino (8,1%). La soddisfazione per il lavoro svolto a Roma riguarda solo il 7,5% dei lavoratori, la percentuale degli occupati sovraistruiti interessa quasi 1/3 del campione (27,2%), quasi il 45% della popolazione vive sola, dato che risulta in aumento rispetto al 44,6% nell'anno precedente.
disoccupazione crisi
Lo studio è stato presentato in Vicariato presenti il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, Giustino Trincia, direttore della Caritas e, collegato in videoconferenza, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Numerose le iniziative messe in campo dalle parrocchie negli ultimi due anni della pandemia: aiuti alimentari, buoni spesa, mense sociali.
chiusi per virus
Nel Rapporto, anche una sezione dedicata allo scenario economico-sociale della Capitale e un'analisi sull'efficacia delle misure messe in atto nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che riguardano l'esclusione sociale. «La fotografia della città - ha detto Giustino Trincia - è quella di una città in bilico tra la tentazione di ripiegarsi sulle profonde ferite inferte dalla pandemia e la volontà di cogliere le notevoli opportunità offerte dal Pnrr, dal prossimo Giubileo del 2025 e dalla possibile assegnazione a Roma Capitale dell'Expo 2030. Opportunità per trasformare Roma e renderla una metropoli meno disuguale e dove sia più facile e umano poter vivere con dignità».
disoccupazione
De Donatis ha rimarcato come «nella nostra città esistono migliaia di persone che vivono in solitudine, che non hanno mai avuto un reddito regolare, che non riescono ad accedere al servizio sanitario pur avendone diritto, che erano già in grande difficoltà prima dell'arrivo della pandemia e che ora si trovano completamente esclusi dal sistema di aiuti».
disoccupazione
I DATI
Le famiglie sono composte mediamente di 2,15 persone. Il dato sulla dispersione scolastica è peggiorato: con una percentuale di 9,6%. «Mettere il tema della riduzione delle disuguaglianze al centro è fondamentale - ha dichiarato il sindaco Gualtieri annunciando che le strutture adibite all'accoglienza dei senza tetto per il freddo resteranno aperte tutto l'anno - abbiamo cercato di farlo con le linee programmatiche e i primi atti concreti nell'approvazione del bilancio, aumenteremo le risorse per le politiche sociali».
disoccupazione
I Municipi V e VI mantengono il primato dei valori più bassi anche in questo caso. Gli anziani con pensioni molto basse sono per lo più nel Municipio VII (10,8%), segue il V (10%) e il VI (9,1%). I Municipi VII e V sono anche quelli con i valori di redditi individuali più bassi rispetto agli altri. Quanto ai territorio dove i minori vivono in famiglie con redditi complessivi molto bassi, vediamo al primo posto il Municipio VI con il 13,4% delle famiglie con minorenni e il V con il 9,8% che presenta redditi pari o inferiori ai 25.000 euro. Anche il X e il VII presentano percentuali intorno al 9%.