Elisa Calessi per “Libero quotidiano”
MATTEO RENZI - ENRICO LETTA
Più che un sassolino, è un macigno, quello che Matteo Renzi si toglie è lancia. Uno dei tanti che segnano il rapporto tra i due, il leader di Italia Viva e Enrico Letta. Entrambi ex premier, entrambi segretari del Pd. Per sempre segnati da quel febbraio 2014, quando Renzi, segretario del Pd, fece sfiduciare Letta e prese il suo posto a Palazzo Chigi.
Rapporto fatto di colpi dati e subìti, lealtà e slealtà, vendette e rancori. Perché la politica è anche- soprattutto- questo. È così il leader di Italia Viva nell'edizione aggiornata del suo ultimo libro, Il Mostro, si prende la sua rivincita, raccontando la sua versione dell'ultima rottura con il segretario del Pd: si sarebbe detto disponibile a non candidarsi, a condizione che il Pd facesse l'accordo con Iv per le elezioni politiche. Letta, però, non avrebbe accettato.
MATTEO RENZI - IL MOSTRO
Lo anticipa lo stesso Renzi nella sua e-news, spiegando che, nel libro, «si racconta di una proposta choc e generosa che avevo fatto a Enrico Letta prima che la crisi precipitasse». La risposta di Letta, si legge nell'anticipazione del volume diffusa da Renzi, «arriva da un pezzo che apre Repubblica del 22 luglio. Lo firma Stefano Cappellini». Non è una intervista, ma un retroscena, uno di quei pezzi che, però, «contengono la reale rappresentazione di ciò che il politico vuol dire o fare davvero».
Nell'articolo si legge «che Letta vuole tutti tranne Italia Viva. Lo stupore», commenta Renzi, «è pari solo alla voglia di reagire. Ma come: ti ho detto che ci sono, che ti do una mano, che se ti serve non mi ricandido e tu per tutta risposta mi fai leggere dai quotidiani che fai l'alleanza più aperta possibile ma con un solo veto: il veto a Italia Viva».
ENRICO LETTA MATTEO RENZI 1
La ragione, continua Renzi ripercorrendo il contenuto dell'articolo, sarebbe in un «sondaggio di Nando Pagnoncelli che ci dice che solo l'1% degli elettori del Pd vuole fare un accordo con te».
Racconta, poi, che lo stesso sondaggista lo ha chiamato qualche giorno dopo «per scusarsi e mettermi a conoscenza del suo disagio: quel sondaggio», continua la versione di Renzi, «non diceva ciò che le veline del Pd tiravano fuori per giustificare la nostra esclusione. Il giorno dopo l'ufficio stampa del Pd spiega a tutte le altre redazioni che l'articolo di Cappellini, pur in assenza di virgolettati, rispecchia il pensiero del segretario Letta. Io non chiamo Enrico. E non mi faccio vivo. Dico ai miei: calmi. Lasciate fare. Hanno appena firmato il loro suicidio politico».
ENRICO LETTA MATTEO RENZI
Quindi l'ex premier prosegue: «Poi il 23 luglio alle 11.57 Letta mi chiama. Io non sento la sua telefonata su whatsapp. Ci cerchiamo per un paio di volte. Alla fine ci parliamo nel pomeriggio. La telefonata dura meno di cinque minuti. Io non ho nulla da dirgli. Aspetto che parli lui. "Ti volevo dire che nessuna decisione è presa e che l'articolo di Cappellini non è il mio pensiero". Gli rispondo: "Ma mi prendi in giro?". Glielo dico come un fiorentino deve dirlo a un pisano, ma sono frasi che non si possono scrivere in un libro.
letta renzi
"Hai scelto, Enrico. Ma sappi che stai distruggendo il Pd e soprattutto stai dando il governo per cinque anni alla Meloni. Solo per un fatto di rancore personale". "No, ma niente è deciso. Ho la base che non ti vuole per gli screzi del passato". "La base che non mi vuole per gli screzi del passato è la stessa base cui chiederete di votare Di Maio, magari a Bibbiano. Ma che cosa stai dicendo? Ma per una volta nella tua vita prenditi una responsabilità. Dì che preferisci perdere le elezioni pur di vendicare l'affronto che ritieni di aver subito nel 2014".
"Sbagli, non ho niente di personale contro di te". Mi scappa una risata. Sono in giardino a casa con mia moglie che assiste stupita ma divertita a questo dialogo. "Ti chiamo nei prossimi giorni" mi dice lui. Sì, certo, come no. È l'ultima telefonata con Letta. Immagino che per lui sarà stata una liberazione. "Ho fatto fuori Renzi dal Parlamento" avrà pensato. Vendetta è fatta. Finirà che si è fatto fuori da solo».
LETTA RENZI